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Lucertoloni

In un breve testo dello scorso 25 maggio  intitolato Caramelle da sconosciuti Vittorio Zucconi scrive: «A parte l’arazzo di balle che papi sta tessendo pubblicamente, e purtroppo ormai anche per i media stranieri come CNN, naturalmente nell’encomiabile sforzo di mantenere privati fatti personali, mi chiedo, da padre di una bambina e da nonno di vari marmocchi, che cosa le avrei detto se un uomo anziano con due dita di fondo tinta spalmato in faccia e una testa di capelli finti incollati al cranio l’avesse coperta di regalini e l’avesse invitata a festicciole in villa con altre coetanee, senza genitori».

Quanta ingenuità! Molti genitori italiani -mamme soprattutto ma anche papà- non desiderano altro per le proprie figlie che l’agognata, la lustrinante, la divina televisione. Come se l’apparire in quella scatola garantisse dalla morte e dalla tristezza. Agisce poi il compiacimento papamammesco per la bellezza delle pargole. Infine, e soprattutto, il danaro che un uomo così potente e ricco porta in famiglia. La moglie lo ha detto con chiarezza, mi pare: «vergini offerte al drago». Che il drago sia una vecchia lucertolona (anche caimano è troppo) osannata da tanti italiani è il clamoroso segno di un popolo di merda.

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