Pubblico i pdf con le valutazioni didattiche ricevute per i corsi svolti durante l’a.a. 2019-2020 nel Dipartimento di Scienze Umanistiche di Unict.
Di vere lezioni ne ho tenute soltanto tre, una per ogni materia, all’inizio di marzo 2020. Poi è stata la distanza, l’alienazione del parlare a un monitor, la solitudine nell’aula. Il contrario di ogni insegnamento, di ogni pratica socratica, di ogni incontro. Abbiamo fatto molta fatica e per me è risultato sempre innaturale quel tipo di relazione virtuale, vuota, sostanzialmente finta.
Nonostante questi enormi limiti delle lezioni 2020, gli studenti hanno espresso dei giudizi molto positivi, dei quali li ringrazio.
I questionari sono stati compilati sino al 10 ottobre 2020.
Per l’insegnamento di Filosofia teoretica il report non è disponibile a causa del ridotto numero di risposte ricevute sino a quella data.
Per l’insegnamento di Sociologia della cultura hanno risposto al questionario on line 42 studenti (dei quali 6 non frequentanti).
Per l’insegnamento di Filosofia della mente hanno risposto 6 studenti (1 non frequentante).
Questi dati, e quelli relativi a tutti gli insegnamenti impartiti nel Dipartimento di Scienze Umanistiche, si trovano nel sito del Presidio di Qualità di Unict.
Ricordo agli studenti in che modo a marzo iniziammo i nostri tre corsi.
Filosofia teoretica (Eraclito):
Ο Σκοτεινός (535-475), un’oscurità dalla quale sono sgorgate la luce dell’Europa, il lucore della filosofia, lo splendore del divenire, l’impero del tempo. Nel profondo, nell’abisso, nel labirinto, nell’intero. È dove ci conduce Eraclito. Dove ci conducono insieme Eraclito e Heidegger. Cercheremo di seguirli, come possiamo, nei nostri limiti, in modo da intravedere l’enigma che sta al fondo dell’essere, che lo abita
Sociologia della cultura (Paganesimi e Differenza):
Esercitare lo sguardo filosofico sulla storia e sulle società significa anzitutto e naturalmente andare al di là delle leggende storiografiche con le quali i vincitori confermano il proprio dominio.
Una delle leggende più diffuse e condivise è quella che riguarda la relazione che tra III e V secolo ev si instaurò tra l’antica religiosità mediterranea e un nuovo culto proveniente dalla Palestina, una relazione che viene presentata in modo completamente distorto, con le vittime che appaiono violente e i violenti che si presentano come vittime. Una relazione che ha condotto, invece, a questo risultato: «Oggi, nel mondo intero, esistono più di due miliardi di cristiani e nemmeno un solo vero ‘pagano’. Le persecuzioni romane lasciarono il cristianesimo abbastanza in forze da poter non solo sopravvivere, ma anche prosperare – fino a prendere il controllo della struttura governativa. Al contrario, quando le persecuzioni cristiane ebbero ufficialmente termine, un intero sistema religioso era stato spazzato via dalla faccia della Terra» (Catherine Nixey, Nel nome della croce, p. 133). Durante il corso di SdC di quest’anno cercheremo di capire come un evento di questa natura sia potuto accadere e quali effetti continua a produrre sul nostro presente.
Filosofia della mente (Menti animali):
«Kritik der Thiere. — Ich fürchte, die Thiere betrachten den Menschen als ein Wesen Ihresgleichen, das in höchst gefährlicher Weise den gesunden Thierverstand verloren hat, — als das wahnwitzige Thier, als das lachende Thier, als das weinende Thier, als das unglückselige Thier [Temo che gli animali vedano nell’uomo un essere loro uguale che ha perduto in maniera estremamente pericolosa il sano intelletto animale: vedano cioè in lui l’animale delirante, l’animale che ride, l’animale che piange, l’animale infelice]» (Nietzsche, La Gaia scienza, af. 224).
«Vanitas vanitatum homo. Ein Menschenthum entstanden sein, — dessen Grundempfindung ist und bleibt, dass der Mensch der Freie in der Welt der Unfreiheit sei, der ewige W u n d e r t h ä t e r , sei es dass er gut oder böse handelt, die erstaunliche Ausnahme, das Ueberthier, der Fast-Gott, der Sinn der Schöpfung, der Nichthinwegzudenkende, das Lösungswort des kosmischen Räthsels, der grosse Herrscher über die Natur und Verächter derselben, das Wesen, das seine Geschichte W e l t g e s c h i c h t e nennt! [Un’umanità il cui sentimento fondamentale è e rimane quello per cui l’uomo è l’essere libero nel mondo della necessità, l’eterno taumaturgo, sia che agisca bene, sia che agisca male, la sorprendente eccezione, il super-animale, il quasi-Dio, il senso della creazione, il non pensabile come inesistente, la parola risolutiva dell’enigma cosmico, il grande dominatore della natura e dispregiatore di essa, l’essere che chiama la sua storia storia del mondo! Vanitas vanitatum homo]»(Nietzsche, Umano, troppo umano II. Il viandante e la sua ombra, af. 12).
Proveremo ad analizzare il modo critico il paradigma antropocentrico, sulla base di alcuni dei più recenti sviluppi delle scienze etologiche e biologiche. L’obiettivo è anche comprendere, alla fine del percorso, la natura e le modalità della mente umana come mente animale.
[La foto di Piazza Università fu scattata da me a fine aprile 2020. Sullo sfondo del tramonto le architetture vuote e solitarie appaiono inquietanti. Un’inquietudine e una tristezza dalla quale non siamo ancora usciti]