L’ora legale
di Salvatore Ficarra e Valentino Picone
Italia, 2017
Con: Salvatore Ficarra (Salvo), Valentino Picone (Valentino), Vincenzo Amato (Pierpaolo Natoli), Tony Sperandeo (Gaetano Patanè), Leo Gullotta (Padre Raffaele)
Trailer del film
Pietrammare vive nel pieno caos dell’illegalità, dell’arbitrio, del clientelismo. Spazzatura e automobili dappertutto, sottomissione al potente sindaco Patanè, rassegnazione alla legge del più forte. Un timido professore di Liceo si candida al rinnovo del Comune e, inopinatamente, viene eletto Sindaco. Tra i suoi familiari ci sono Valentino che si è impegnato in campagna elettorale per lui e Salvo che invece ha fatto da galoppino a Patanè e però è subito pronto a cambiare schieramento appena Natoli risulta vincitore.
Il paese esulta ma per poco. Rifiuto delle raccomandazioni, riscossione delle tasse comunali uguale per tutti, divieti di sosta, piste ciclabili, raccolta differenziata dei rifiuti, sono delle novità che i cittadini di Pietrammare e gli umani di Sicilia non sembrano poter sostenere. In questa comunità un sindaco veramente onesto non è una semplice novità, è un ‘lusso’ che il paese non si può permettere. Se Natoli non sembra essere attaccabile in alcun modo, la soluzione è costruire delle false prove contro di lui, con l’aiuto di un prete candido all’inizio e poi sempre più sciasciano –vale a dire del tutto corrotto- e di gente arrivata dalla Capitale a dare sostegno ai cittadini in rivolta. Perché sarebbe davvero pericoloso se l’esempio di Pietrammare si estendesse a tutta la Penisola.
È un ritratto certamente caricaturale, macchiettistico e banale dei siciliani e delle loro amministrazioni. Ma noi che siciliani siamo, sentiamo in questo filmetto una carica di amara e preoccupante verità, un fondo antropologico e ambientale che abbiamo spesso visto con i nostri occhi. L’ora legale è essa stessa un’opera ambigua, senza intenti di riscatto e invece molto compiacente con i cialtroni che la abitano, assai più simpatici rispetto ai seriosi e noiosi onesti che vi compaiono. Al confine tra denuncia e complicità, il film propende decisamente per la seconda. Rimane ben poco da ridere.