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Contro il dominio della finanza

Riporto qui per intero il testo di padre Alex Zanotelli, che è possibile sottoscrivere sul sito de Il dialogo.
Vi si dice dove prendere i soldi, invece che rubarli ai cittadini che pagano le tasse, ai lavoratori dipendenti, ai pensionati, a servizi essenziali come la sanità, la scuola, i trasporti, la ricerca. Sottrarli ai nababbi parlamentari e alla loro pervicace sfrontatezza -come quella mostrata da alcuni deputati siciliani-, distoglierli dalle opere faraoniche e assurde come il ponte di Messina o l’alta velocità in Piemonte, pretenderli dal patrimonio immobiliare e dalle attività commerciali della chiesa romana che non pagano un euro di ICI, farseli restituire dagli evasori milionari che sono stati “scudati” dall’ineffabile Tremonti, prelevarli dalla immensa ricchezza speculativa che ci sta distruggendo. Dietro l’emergenza invocata da un governo nello stesso tempo incapace e banditesco c’è in realtà il tentativo di portare a compimento la privatizzazione dell’economia, il trionfo del liberismo più feroce, delle diseguaglianze più radicali. Spegnere l’economia e la società a favore della speculazione finanziaria mondiale. Questo è il significato di ciò che sta accadendo.

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In tutta la discussione nazionale in atto sulla manovra finanziaria, che ci costerà 20 miliardi di euro nel 2012 e 25 miliardi nel 2013, quello che più mi lascia esterrefatto è il totale silenzio di destra e sinistra, dei media e dei vescovi italiani sul nostro bilancio della Difesa. E’ mai possibile che in questo paese nel 2010 abbiamo speso per la difesa ben 27 miliardi di euro? Sono dati ufficiali questi, rilasciati lo scorso maggio dall’autorevole Istituto Internazionale con sede a Stoccolma (SIPRI). Se avessimo un orologio tarato su questi dati, vedremmo che in Italia spendiamo oltre 50.000 euro al minuto, 3 milioni all’ora e 76 milioni al giorno. Ma neanche se fossimo invasi dagli UFO, spenderemmo tanti soldi a difenderci!!
E’ mai possibile che a nessun politico sia venuto in mente di tagliare queste assurde spese militari per ottenere i fondi necessari per la manovra invece di farli pagare ai cittadini? Ma ai 27 miliardi del Bilancio Difesa 2010, dobbiamo aggiungere la decisione del governo, approvata dal Parlamento, di spendere nei prossimi anni, altri 17 miliardi di euro per acquistare i 131 cacciabombardieri F 35. Se sommiamo questi soldi, vediamo che corrispondono alla manovra del 2012 e 2013. Potremmo recuperare buona parte dei soldi per la manovra, semplicemente tagliando le spese militari. A questo dovrebbe spingerci la nostra Costituzione che afferma :”L’Italia ripudia la guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali…”(art.11). Ed invece siamo coinvolti in ben due guerre di aggressione, in Afghanistan e in Libia. La guerra in Iraq (con la partecipazione anche dell’Italia),  le guerre in Afghanistan e in Libia fanno parte delle cosiddette “ guerre al terrorismo”, costate solo agli USA oltre 4.000 miliardi di dollari (dati dell’Istituto di Studi Internazionali della Brown University di New York). Questi soldi sono stati presi in buona parte in prestito da banche o da organismi internazionali. Il governo USA ha dovuto sborsare 200 miliardi di dollari in dieci anni per pagare gli interessi di quel prestito. Non potrebbe essere, forse, anche questo alla base del crollo delle borse? La corsa alle armi è insostenibile, oltre che essere un investimento in morte: le armi uccidono soprattutto civili.
Per questo mi meraviglia molto il silenzio dei nostri vescovi, delle nostre comunità cristiane, dei nostri cristiani impegnati in politica. Il Vangelo di Gesù è la buona novella della pace: è Gesù che ha inventato la via della nonviolenza attiva. Oggi nessuna guerra è giusta, né in Iraq, né in Afghanistan, né in Libia. E le folle somme spese in armi sono pane tolto ai poveri, amava dire Paolo VI. E da cristiani come possiamo accettare che il governo italiano spenda 27 miliardi di euro in armi, mentre taglia 8 miliardi alla scuola e ai servizi sociali?
Ma perché i nostri pastori non alzano la voce e non gridano che questa è la strada verso la morte?
E come cittadini in questo momento di crisi, perché non gridiamo che non possiamo accettare una guerra in Afghanistan che ci costa 2 milioni di euro al giorno? Perché non ci facciamo vivi con i nostri parlamentari perché votino contro queste missioni? La guerra in Libia ci è costata 700 milioni di euro!
Come cittadini vogliamo sapere che tipo di pressione fanno le industrie militari sul Parlamento per ottenere commesse di armi e di sistemi d’armi. Noi vogliamo sapere quanto lucrano su queste guerre aziende come la Fin-Meccanica, l’Iveco-Fiat, la Oto-Melara, l’Alenia Aeronautica. Ma anche quanto lucrano la banche in tutto questo.
E come cittadini chiediamo di sapere quanto va in tangenti ai partiti, al governo sulla vendita di armi all’estero (Ricordiamo che nel 2009 abbiamo esportato armi per un valore di quasi 5 miliardi di euro).
E’ un autunno drammatico questo, carico di gravi domande. Il 25 settembre abbiamo la 50° Marcia Perugia-Assisi iniziata da Aldo Capitini per promuovere la nonviolenza attiva. Come la celebreremo? Deve essere una marcia che contesta un’Italia che spende 27 miliardi di euro per la Difesa.
E il 27 ottobre sempre ad Assisi , la città di S. Francesco, uomo di pace, si ritroveranno insieme al Papa, i leader delle grandi religioni del mondo. Ci aspettiamo un grido forte di condanna di tutte le guerre e un invito al disarmo.
Mettiamo da parte le nostre divisioni, ricompattiamoci, scendiamo per strada per urlare il nostro no alle spese militari, agli enormi investimenti in armi, in morte
Che vinca la Vita!

Alex Zanotelli
Napoli, 24 agosto 2011

Tu, zero?

Tassare pensionati, impiegati, insegnanti e i loro lauti guadagni, salvando invece banchieri, grandi evasori, palazzinari, ai quali si garantiscono immunità, privilegi e condoni. Togliere qualche mancia a deputati, senatori, alti dirigenti pubblici, conservando intatti i loro stipendi da favola. Fare finta di cancellare le Province, eliminandone soltanto cinque e per di più tra quattro anni. Mentre l’economia è sull’orlo del baratro, occuparsi ossessivamente di leggi che imbavaglino la stampa e la Rete e che siano di festa per i criminali. Lasciare che aziende di ogni tipo chiudano ovunque, moltiplicando i disoccupati e rubando il futuro a intere generazioni. Introdurre il pedaggio sulla Salerno-Reggio Calabria, l’unica autostrada d’Europa nella quale per centinaia di chilometri si marcia a una sola corsia. Ridurre ulteriormente e drasticamente i servizi -sanità, scuola, trasporti, università, garanzie sociali- aumentando i loro costi per i cittadini e continuare a blaterare del proprio ormai stucchevole “miracolo”: «Se l’Italia può stare tranquilla è grazie a questi due signori» (indicando se stesso e Tremonti). Un’affermazione che ha lo stesso valore di quella riferita al Milan: «È la squadra che amo e perciò sono il primo tifoso. Però io quest’anno, nonostante i tanti infortuni, se avessi fatto l’allenatore avrei vinto lo scudetto con 5-6 punti di distacco…».
Davvero un visionario S.B, oltre che povero, tant’è che ieri alla domanda di un giornalista ha risposto: «Lei quanti soldi ha nel portafoglio? Io, zero; mi affido alla carità pubblica». D’altronde -diciamocelo- si può esser poveri e valere zero anche possedendo un impero. Come non dargli ragione: io no, zero; tu, zero? Se anche tu no, allora come me –lettore- sei uno dei fessi che farà la carità allo Zero.

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