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Spiando

La talpa
(Tinker Tailor Soldier Spy)
di Tomas Alfredson
GB, Francia, Germania, 2011
Con: Gary Oldman (George Smiley), John Hurt (Controllo), Benedict Cumberbatch (Peter Guillam), Colin Firth (Bill Haydon), David Dencik (Toby Esterhase), Toby Jones (Percy Alleline), Ciarán Hinds (Roy Bland), Tom Hardy (Ricki Tarr), Kathy Burke (Connie Sachs), Mark Strong (Jim Prideaux), Svetlana Khodchenko (Irina)
Trailer del film

Ai vertici dei servizi segreti britannici -cinque uomini più il capo- si annida una spia che informa costantemente il KGB di ogni mossa, decisione, progetto. Di questo è convinto Control, il capo dei servizi, tanto da inviare un proprio uomo a Budapest per ottenere il nome del responsabile. Ma è una trappola e l’agente viene (forse) ucciso. Control è costretto alle dimissioni, seguìto da George Smiley, uno dei cinque, il suo uomo più fidato. Dopo qualche tempo però il ministero incarica Smiley di fare luce su questa presunta talpa. La trama a questo punto diventa assai intricata ma anche lineare, una sorta di labirinto-retta raccontato alternando il presente narrativo a dei flashback, l’azione anche più cruda allo scavo nei sentimenti e nelle passioni di queste spie che mostrano un inconsueto lato romantico, tanto da rischiare tutto per delle donne. E l’amore corre come una filigrana tra le scene, gli istanti, gli sviluppi di un film assai elegante -tratto da un romanzo di John le Carré- nel quale sembra di percorrere gli ambienti, di annusare gli odori di vecchie stanze, di sentire l’aria che ci circonda a Budapest come a Istanbul o a Londra. Gary Oldman è un quasi impassibile funzionario dell’inganno, al quale però viene meno il respiro quando sua moglie…
Il titolo originale, forse meno banale rispetto alla traduzione adottata, fa riferimento ai soprannomi che Control aveva dato ai suoi colleghi del servizio segreto. Anche se soltanto l’ultima parola rappresenta la x dell’equazione, non a caso i termini sono quattro.

Lasciami entrare

di Tomas Alfredson
(Lat den ratte komma in)
Con: Kare Hedebrant (Oskar), Lina Leandersson (Eli), Per Ragnar (Hakan)
Svezia, 2008
Trailer del film

lasciami_entrare

Neve, neve ovunque, nei quartieri periferici di Stoccolma. Oskar è un dodicenne che vive con la madre separata ed è angariato dai bulli della classe. Nell’appartamento accanto al suo viene ad abitare Eli, sola col padre. Empatia, tenerezza, comunicazione fatta di codici e di sguardi. Intorno a loro si moltiplica la violenza: omicidi senza apparente ragione, ferocia crescente di alcuni compagni verso Oskar, gatti improvvisamente aggressivi. Il buio delle notti si alterna al sole basso ma splendente che illumina il sangue degli umani e le loro immense solitudini.

Le due scene conclusive sono tra le più perfette, inquietanti e dolci che abbia visto al cinema. In una piscina il ragazzo subisce l’ennesima umiliazione ma nel riflesso dell’acqua si vedono teste e arti spezzarsi; in un treno i due protagonisti viaggiano e Oskar tamburella in alfabeto Morse la frase «Baci, baci, bacini». Eli è una vampira, «ho dodici anni ma li ho da un sacco di tempo».

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