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Catania, la spazzatura

Il 14 settembre 2023 ho inviato all’«Ufficio per le Relazioni  con il Pubblico» del Comune di Catania questa comunicazione:

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«Abito in *** e devo segnalare un grave disservizio che dura dal mese di luglio 2023.
I mezzi addetti alla raccolta differenziata dei rifiuti confluiscono in Piazza Vaccarini, sulla quale dà l’appartamento dove abito, allo scopo di trasferire i rifiuti dai piccoli automezzi a quelli più grandi. Il rumore è totale, continuo, insostenibile e dura dalle 5.30 circa alle 8.30.
Nei mesi di luglio e agosto queste operazioni avvenivano nella altrettanto vicina Piazza Annibale Riccò; adesso in Piazza Vaccarini. Credo che operazioni di questa natura non possano essere espletate a danno del sonno dei cittadini che lavorano e pagano le tasse. Non solo i mezzi meccanici sono assai rumorosi ma anche gli addetti urlano in piena notte.
Chiedo dunque a questa Amministrazione:
–se la società che si occupa della raccolta rifiuti è stata autorizzata dal Comune di Catania a svolgere operazioni così invasive della quiete pubblica nelle strade comunali abitate dai catanesi;
–nel caso in cui tale autorizzazione ci sia stata, di ritirarla quanto prima per le ragioni qui enunciate […]
Cordiali saluti»
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Ecco un mio video che documenta quanto succede in questa pubblica piazza:

Non avendo ricevuto alcun riscontro da un ufficio che esiste per rispondere alle segnalazioni e alle domande dei cittadini, il 29 settembre 2023 ho inviato una lettera all’Assessore Alessandro Porto:

«Egregio Assessore Porto,
avrei voluto indirizzare questa lettera al suo collega Salvo Tomarchio, Assessore all’Ecologia, ma nella pagina dell’Ass. Tomarchio sul sito del Comune non viene fornito alcun recapito. Cosa incredibile e credo anche contraria alle attuali normative.
Mi rivolgo dunque a lei, Assessore alla viabilità, poiché la questione è l’utilizzo di Piazza Vaccarini per le operazioni notturne dei mezzi compattatori che raccolgono i rifiuti con piccoli mezzi e poi li conferiscono a camion più grandi.
Ho riassunto i termini del problema nel Reclamo che ho inviato all’URP del Comune di Catania lo scorso 14 settembre (reclamo che allego). A oggi non ho ricevuto alcuna risposta e i mezzi del Comune, o di chi per esso, continuano a disturbare con i loro assordanti rumori il riposo di cittadini che lavorano e pagano le tasse.
Gli Uffici dell’URP a che scopo esistono? Perché li paghiamo se non forniscono alcun riscontro agli interrogativi dei cittadini sulla qualità e modalità della vita collettiva nel nostro Comune?
Mezzi così rumorosi e lavoratori che urlano di notte nelle strade pubbliche – invece che in luoghi deputati dove dovrebbero svolgere le attività descritte – costituiscono un grave danno; l’indifferenza del Comune di Catania rispetto a richieste di chiarimento inviate con le modalità previste dallo stesso Comune è un segno di disprezzo verso i cittadini.
Spero che almeno lei o l’Assessore Tomarchio vorrete rispondermi» 

E invece nessun assessore, ufficio, struttura del Comune di Catania ha ritenuto necessario o opportuno, o semplicemente doveroso, rispondere a queste segnalazioni e chiarire la posizione dell’Amministrazione della città.
Nel frattempo i mezzi compattatori si spostano ogni mattina in parte in una via a ridosso di piazza Vaccarini (piazza sulla quale danno anche molti spazi del Dipartimento di Scienze Umanistiche), ma poi fanno regolarmente il loro trionfale ritorno nella piazza, che è anche parcheggio pubblico, come documenta la foto di apertura, scattata da me la mattina dell’11 novembre 2023. Ma ovunque si spostino, la presenza di tali mezzi nelle strade della città allo scopo di compiere le operazioni descritte è illegittima poiché le azioni che mettono in atto devono essere svolte in spazi tecnici dedicati e non dove i cittadini vivono, riposano, parcheggiano.
Il Comune di Catania tace e non spiega, disinteressato come sempre alla qualità della vita dei suoi cittadini. Qualità della vita che nei più di vent’anni da che insegno e lavoro in questa città è precipitata.
Gli umani si abituano a tutto – a molto di peggio – ma se i catanesi si documentassero su come sia possibile vivere e si vive in molte altre città dell’Italia e del mondo; se si soffermassero qualche minuto sul livello sporco, insicuro e barbarico al quale è ridotta la loro esistenza individuale e collettiva; se finalmente fossero cittadini e non dei servi rassegnati, un moto di stupore, di vergogna e di disgusto li travolgerebbe. Probabilmente anche per questo preferiscono continuare ad abitare nella sporcizia, nel rumore e nel basso livello delle loro vite.

[L’articolo è uscito su girodivite.it. Segnali dalle città invisibili, con il titolo Catania, la spazzatura. Rumori e silenzi dell’amministrazione comunale]

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Aggiornamento: 2 giugno 2024

L’esito del mio esposto è stato positivo e ora i camion che raccolgono i rifiuti non operano più di notte nel centro della città di Catania, sono spariti da Piazza Vaccarini.
Per conseguire questo obiettivo ho dovuto tuttavia inviare l’esposto non come cittadino ma con l’aiuto e dall’indirizzo dell’Avvocato Dario Sammartino, che ringrazio di cuore per la sua professionalità, come sempre impeccabile e competente.
Catania rimane però un luogo estremamente rumoroso a causa della maleducazione dei suoi cittadini, sia quando camminano sia quando guidano, soprattutto le moto (di qualunque cilindrata).
Dopo alcune settimane e mesi trascorsi nel frastuono urbano oggi sono in campagna, sull’Etna, immerso in un silenzio meraviglioso, accompagnato solo dal canto degli uccelli. Il silenzio è un altro nome della saggezza.

Lurida

La foto qui accanto ritrae una delle scale di accesso (quella da via Biblioteca) al Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento nel quale insegno. È questo l’aspetto di gran parte della città, in particolare del centro storico, al quale da alcuni mesi è stata estesa la raccolta differenziata dei rifiuti dopo alcuni anni dalla sua implementazione in altre zone urbane. Là dove prima c’erano dei cassonetti sempre strapieni, rotti, maleodoranti, numerosi cittadini catanesi hanno continuato a lasciare sacchetti e rifiuti di ogni genere, generando montagne di pattume (foto più sotto). Ora, dopo i primi mesi, sacchetti, rifiuti, spazzatura costellano le strade in ordine sparso facendo di Catania quello che probabilmente aspira a essere perché forse è quello che la costituisce: una lurida distesa di immondizia.
Una città costitutivamente fuori legge e in quanto tale ai miei occhi anche libera. E però una città che durante i mesi e gli anni del confino imposto dai governi Conte e Draghi divenne ubbidientissima. Ogni sera uscivo – per respirare, per la mia salute – e sentivo il silenzio di una Catania che era stata sempre vivace e fragorosa diventata all’improvviso vuota e spettrale. Come si vede, i catanesi non ubbidirono per «senso civico» – che non possiedono in nessuna delle sue possibili forme – ma per terrore, per il semplice, puro, ancestrale terrore che l’autorità sa così bene utilizzare quando vuole essere a ogni costo ubbidita.

La sintesi di un terrorizzato servilismo e di un costitutivo disprezzo per la comunità è l’immagine di apertura, da me scattata alcuni giorni fa a pochi passi da casa, accanto al muro del Liceo Classico Spedalieri: alcuni scatoloni pieni di maschere Covid buttati in mezzo alla strada – forse dal vicino ospedale Santo Bambino o dalla scuola stessa – a simboleggiare in modo plastico il sudiciume di Catania, l’abiezione degli obbedienti a un’autorità sporca.

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