La casa dei libri
(The Bookshop)
di Isabel Coixet
Spagna – Gran Bretagna – Germania, 2017
Con: Emily Mortimer (Florence Green), Bill Nighy (Mister Brundish), Patricia Clarkson (Violet Gamart), Honor Kneafsey (Christine), James Lance Milo North
Trailer del film
I libri. Lui glieli leggeva sorridendo, poesie soprattutto. Ma è morto in guerra. Rimasta sola, Florence decide di acquistare una casa abbandonata in un paesino e lì vivere in mezzo ai libri, vendendoli alla comunità. Ma a ostacolare il suo progetto, il suo sogno, è una donna ricca, elegante e ripugnante, formalissima e feroce, abituata a controllare la vita di tutto il borgo e di ciascuno dei suoi abitanti. Ad aiutare Florence sono un vecchio lettore misantropo e una ragazzina saggia e vivace. Forze profonde ma impari rispetto al potere che Miss Violet è in grado di porre al proprio servizio, dall’amministrazione comunale al Parlamento londinese.
Ci sono molti modi di mettere al rogo i libri: i primi a farlo in modo sistematico furono i cristiani, seguiti poi da ogni altro nemico della libertà, sino al nazismo, sino al Sessantotto. Anche in questo film i libri vanno al rogo. Non a caso uno dei volumi più significativi presenti nella libreria di Florence è Fahrenheit 451 di Ray Bradbury.
Chi disprezza i libri disprezza la gentilezza, la misura, l’intelligenza, il senso.
I libri, geroglifico e tessuto di segni.
I libri, oggetto perfetto nella sua semplicità, funzionalità, durata.
I libri, le passioni, le equazioni, i versi, la razionalità, l’invenzione.
I libri, il canto dell’umano dentro il mondo.
I libri, la memoria, il significato, il nuovo.
I libri, la bellezza.
I libri, la gloria.
In omnibus requiem quaesivi et nusquam inveni nisi in angulo cum libro.
Chi offende i libri offende il senso.
Chi offende i libri mi offende.
Li passo in rassegna, i miei begli amici sempre in piedi. Tutti uguali e tutti diversi.
I libri. Guardarli, toccarli, pensarli, mi offre una sensazione di perennità. Come se da quel tessuto di scoperte, di concetti e di parole venisse finalmente al divenire un senso. Un silenzioso senso. Anche questo è in loro meraviglioso. Stanno zitti e quieti sino a che non li fai parlare. E quando apro le loro pagine dicono inventano spiegano mentono registrano scherzano annoiano descrivono piangono e spremono dalla carta il succo. Quel succo mi ha sempre inebriato, quel succo mi ha salvato.
I libri, scrittura dolorosa, anima di poesia, uccello senza terra, castello incantato.