Multipli d’artista
Fondazione Marconi. Arte moderna e contemporanea – Milano
Sino al 5 gennaio 2013
Appannata la sua tradizionale sacralità attraverso la moltiplicazione degli esemplari, l’opera d’arte non perde tuttavia l’aura benjaminiana. Non si tratta, infatti, di serialità ma di ripetizione. Come se l’unicità si moltiplicasse attraverso gli spazi diventati specchi nei quali la creatività si riflette e si amplia. Al di là delle ragioni commerciali -abbassamento del prezzo di ogni esemplare- c’è qualcosa di strutturalmente interessante nel multiplo. La coesistenza temporale diventa in esso successione spaziale. Esattamente all’inverso del museo, nel quale la coesistenza spaziale delle opere si coniuga alla successione temporale delle epoche.
In ogni caso, Multipli d’artista è una coloratissima e ludica antologia del Novecento (e oltre) in miniatura. Vedere infatti le grandi e meravigliose sculture di Arnaldo Pomodoro diventare oggetto da scrivania dà la sensazione di essere dei giganti. Lo stesso per Christo, che qui non impacchetta monumenti, palazzi e ponti ma -più poeticamente- una rosa. Man Ray reinventa ancora una volta gli oggetti d’uso quotidiano e Lucio Fontana produce su differenti supporti i suoi concetti spaziali, i suoi tagli. Più di tutti è divertente Enrico Baj con le sue sculture realizzate con il Meccano e i suoi generali tronfi, grotteschi, violenti e miserabili. Figure fatte con i materiali più diversi, come l’Horatius Nelson duke of Bronte costituito di conchiglie, medaglie e bussole. Di Baj sono due Specchi nei quali il tema dell’opera diventa anche colui che la guarda. Tra la mostruosità del potere e la dissoluzione del soggetto individuale si apre uno spiraglio di molteplice libertà.