Skip to content


Il guerriero, l’amazzone, lo spirito della poesia…

Carlo Emilio Gadda
Il guerriero, l’amazzone, lo spirito della poesia nel verso immortale del Foscolo
Conversazione a tre voci
(1958)
Introduzione di Franco Gavazzeni
Garzanti, Milano 1999
Pagine 103

Il furore che Gadda rivolge contro Foscolo non è destinato soltanto a Niccolò Ugo ma a un intero modo di intendere la parola, la poesia, la storia e la vita stessa. Un modo che a Gadda appare insopportabilmente artificioso, ipocrita e meschino. Nei versi di questo poeta Gadda ritrova e rintraccia sempre il vuoto di chi a volte nulla ha da dire ma parla lo stesso; altre di chi usa la parola per conquistare femmine e danari; e infine anche di chi crede che «una ricerca onomastica ellenizzante o comunque classica», inventrice di un «macchinoso e inutile vocabolario» (p. 64) possa definirsi ed essere poesia. Accade quindi che in un vero e proprio profluvio di  imeni (presunti) intatti, ci siano «più vergini nei millenovecento versi di Foscolo che in tutta la storia di Roma antica. Nelle ‘Grazie’, poi, sono vergini anche i quadrupedi» (78). L’Ellade delle odi, dei sonetti, delle Grazie e dei Sepolcri è agli occhi di Gadda soltanto l’invenzione esaltata e strumentale «del trombone, del rètore, e del falsario» (97) che  Foscolo è stato.
A celebrare questo diselogio funebre sono tre interlocutori impegnati in una sarcastica ma sempre divertente conversazione sulla guerra, le donne, la poesia. Nel salotto di Donna Clorinda Frinelli, «che incarna l’amabile e beata incultura del gentil sesso» (F. Gavazzeni, p. 37) si affrontano il foscoliano Professore Manfredo Bodoni Tacchi e l’inviperito antifoscoliano Avvocato Damaso de’ Linguagi. Il testo venne pensato per la radio e dalla Rai venne trasmesso, preceduto da una intervista/presentazione dello stesso Gadda sul n. 48, anno XXXV, 30 novembre 1958 del «Radiocorriere T.V». L’intervista è un testo raffinato e molto bello che fa pensare all’abisso tra la RAI e le sue pubblicazioni di quel tempo e la RAI del nostro tempo.
La stroncatura è troppo iperbolica per essere condivisibile ed è basata in gran parte – così ipotizza il curatore – su una abbastanza miserabile Vita di Ugo Foscolo scritta dal conte milanese Giuseppe Pecchio nel 1830. Riferimento che testimonia forse come una delle fonti di Gadda fu appunto il romanticismo lombardo, fieramente avverso a qualunque forma di classicismo.
Ma, come sempre in questo autore espressionista e geniale, assai più del tema conta il linguaggio, il profondo piacere che una lingua inventata, sfrenata, perfetta e molteplice trasmette al lettore preso nel vortice di una parola plurale e dolente, divertita e sempre tragica.

Fuori dal mondo

Comincio a pensare che il non possedere un televisore mi stia mettendo davvero fuori dal mondo.
Mi arrivano, infatti, strane notizie di ministri delle finanze erreammosciati che propongono davanti a Vespa il 5 per 1000 per l’EMERGENZA terremoto e sembrano quindi ignorare che il 5 per 1000 viene versato DOPO ANNI ai suoi destinatari; notizie di vecchi maghi -Silvan- rimproverati in diretta perché pronunciano senza ossequio il nome del Supremo Bottegaio; notizie di ministri-sciacalli che scorrazzano tra le macerie del terremoto alla famelica ricerca di voti e di pubblicità; notizie di vignettisti -Vauro- ammoniti ed espulsi dalla RAI (Rete Adulatori Incalliti); notizie di inchieste giornalistiche -Report- che sono a rischio di sospensione anche perché dopo aver descritto che landa sia Catania (e quanto servi siano i suoi “intellettuali”) mostrano a tutti come facciano dei presidi scolastici condannati per latrocinio a continuare a dirigere le loro scuole e come nelle università domini il leggendario “familismo amorale” che mette in cattedra mogli, amanti, figli; notizie di telegiornalisti e quotidianisti i cui toni e contenuti fanno apparire, al confronto, le cronache ducesche dell’Istituto Luce delle espressioni quasi sobrie e democratiche; notizie di milioni di italiani che in tutto questo stanno a bocca aperta davanti a fattorie, grandi fratelli, xfactor; sigle inquietanti e oscure…
No, il mondo vero non è questo, l’Italia non può essersi ridotta a una merda simile, a questo incubo.

Vai alla barra degli strumenti