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Anima Madre – Futuro ed evoluzione

Martedì 12 e mercoledì 13 aprile 2016 Eugenio Mazzarella terrà alcuni incontri a Catania. Mazzarella_lezione_13.4.2016

Mazzarella_presentazione_12_4_2016Martedì alle 10,00 nella Sala Rotonda del Coro di Notte del Monastero dei Benedettini presenteremo la sua più recente raccolta di poesie Anima Madre.
Il pomeriggio dello stesso giorno al Camplus D’aragona alle 17,00 Mazzarella svolgerà un laboratorio nell’ambito del ciclo Le parole della poesia, organizzato dal Centro di Poesia Contemporanea di Catania.

Mercoledì alle 10,00 nella Sala Rotonda del Coro di Notte del Monastero dei Benedettini, il Prof. Mazzarella terrà una lezione dal titolo Futuro ed evoluzione. L’uomo che deve rimanere.

Vita / Opera

Teatro Elfo Puccini – Milano
Il vizio dell’arte
(The Habit of Art, 2009)
di Alan Bennet
Con: Ferdinando Bruni (Auden), Elio De Capitani (Britten), Umberto Petranca (Carpenter), Ida Marinelli (Kay), Alessandro Bruni Ocana (Tim), Vincenzo Zampa (George), Michele Radice (Neil), Matteo De Moiana (Tom)
Regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
Sino al 31 gennaio 2016

vizio_arteIl poeta Wystan Hugh Auden e il compositore Edward Benjamin Britten si incontrano a Oxford nel 1972, dopo molti anni di distante amicizia. Le loro passioni, il disincanto, l’omosessualità, le forme, la socialità, convergono nel vizio dell’arte che è la loro esistenza.
Questo incontro è messo in scena nel 2009 da una compagnia che lo interpreta, lo prova, lo commenta, ci litiga sopra, lo modifica insieme all’autore del testo.
Noi vediamo questa compagnia all’opera, nel doppio tempo dell’azione narrata e della sua messa in scena. Teatro nel teatro a livelli altissimi di sincronia, di ambizione drammaturgica, di penetrazione nel tessuto creativo di due dei massimi artisti inglesi del Novecento. L’ironia british di Alan Bennet diventa sorriso, riso, battute folgoranti, continuo divertimento. Uno spettacolo che restituisce per intero il piacere e la fatica del teatro, del farlo e del vederlo. Auden ribadisce lungo tutta la commedia che per un artista -come per un filosofo o per uno scienziato- ciò che conta è l’opera e non la biografia. Assunto del tutto condivisibile e che in questo spettacolo trova un’espressione felicemente paradossale. È delle vite che infatti si parla -della loro forza e delle loro miserie- ma lo si fa attraverso l’opera, in un’opera, per l’opera. Per ciò che davvero rimane degli umani che hanno la fortuna di scrivere e creare. È anche questo il senso della poesia che Auden dedicò alla morte del poeta William Butler Yeats, della quale riporto qui i versi conclusivi: «Prendi un ospite onorato, / terra: William Yeats è stato. […]  Il Tempo che è insofferente / con l’ardito e l’innocente, / e insensibile in un giorno / ad un corpo tutto adorno, / il linguaggio onora, e approva / chi gli dona vita nuova; / vanità e viltà perdona, / finalmente le incorona. […] E, poeta, tu, sprofonda / nella tenebra più fonda, / la tua voce sempre voglia / liberarci d’ogni doglia; / messi i versi tuoi a coltura, / rendi vigna la sventura, / la miseria umana in canto / volgi estatico nel pianto; / nei deserti d’ogni cuore / apri il fonte guaritore, / chi, dei giorni schiavo, gode / libertà muovi alla lode» (Trad. di Nicola Gardini).

Leopardi, l'eretico, lo gnostico

Guastella_Leopardi_copertina

 

Biagio Guastella ha pubblicato un denso e vivace libro dal titolo Giacomo Leopardi hérétique et inactuel (Editions L’Harmattan, Paris 2015, pp. 146). L’amico Biagio mi ha chiesto una Préface nella quale ho cercato di evidenziare l’importanza di questo volume per chi voglia intendere davvero Leopardi, la cui potenza poetica è inseparabile dal rigore teoretico.
L’editore ha concesso l’autorizzazione a rendere qui disponibile il testo della prefazione: Giacomo Leopardi, l’hérétique, le gnostique (pp. 11-15 del libro).

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