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Amore e altri crimini

(Ljubav i drugi zlocini)
di Stefan Arsenijevic
Germania – Serbia – Austria – Slovenia 2008
Con: Anica Dobra (Anica), Vuk Kostic (Stanislav), Milena Dravic (Madre di Stanislav), Fedja Stojanovic (Milutin), Hanna Schwamborn (Ivana).
Trailer del film

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Belgrado, qualche anno dopo la guerra della Nato contro la Serbia. Anica è la donna di un piccolo boss di una città dove si conducono spente esistenze. Progetta dunque di andarsene, ma proprio il giorno stabilito il giovane aiutante del boss le dichiara il proprio amore…Dal primo mattino alla notte, quasi rispettando le unità aristoteliche, viene scandita la parabola di queste vite.

Film molto intimo e benissimo recitato, nel quale la banale disperazione quotidiana assume tante forme e figure (una ragazzina autistica, una madre che canta nei ristoranti senza sapere che il figlio paga per questo i proprietari dei locali, venditori di bibite e di film porno nei cui negozi non entra mai nessuno, bande di piccoli balordi…) ma viene riscattata dalla passione e dal desiderio. Anche se, afferma una delle donne che costellano questa storia, «il perdono non esiste».

Vòltati

7 luglio 2009 – ore 20.30
Orto Botanico – Via Antonino Longo, 19 – Catania

Presenterò il romanzo di Rita Cocuzza
Vòltati
Aracne editrice, Roma 2009
Parteciperanno l’Autrice e il giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso.
L’attrice Sibilla Zuccarello, accompagnata dal violinista Vincenzo Di Silvestro, interpreterà alcuni brani del romanzo.

voltati

L'amore

Un modo tra i più efficaci per conquistare una persona il cui affetto ci preme è non amarla. Lo insegnano La Rochefoucauld e Proust: «N’aimer guère en amour est un moyen assuré pour être aimé» (Reflexions ou sentences et maximes morales [1665], Rizzoli 1978, p. 282); «Si je ne t’aime pas, tu m’aime» (L’Indifférent [1896], Einaudi 1978, p. 30). Se dunque siamo innamorati, dovremmo fingere di non esserlo. Ma l’unico modo per fingere alla perfezione consiste nel non amare. Raggiunto questo grado saremo conquistatori del nulla, di chi è diventato per noi il nulla. Dunque un nulla è l’amore. E poco altro.

Ultimi rimorsi prima dell’oblio

Derniers remords avant l’oubli
(1987)
di Jean-Luc Lagarce
Teatro Out Off – Milano
Traduzione di Franco Quadri
Regia di Lorenzo Loris
Con: Gigio Alberti, Giovanni Franzoni, Sara Bertelà, Sabrina Colle, Alessandro Quattro, Paola Campaner
Teatro Out Off, in collaborazione con Face à Face – Parole di Francia per scene d’Italia
Sino al 5 luglio 2009

Una casa è da vendere. È abitata da un professore -Pierre-, rimasto solo dopo che Paul e Helène sono andati via anni prima. Avevano condiviso tutto, ora gli altri due hanno delle nuove famiglie. Arrivano, infatti, coi rispettivi coniugi e con una figlia. La tensione è profonda. Le parole emergono come iceberg da un oceano di risentimenti, di desideri, di nostalgie, di concentrazione sull’io. Ciascuno si dice pronto ad assecondare le volontà degli altri e tuttavia i rapporti sono guerra. Scorrono sullo sfondo le immagini di quando i tre erano giovani e bohèmiens ma l’illusione di fermare il tempo può solo moltiplicare il conflitto.

Lagarce ha l’immenso talento di trasformare le parole più ovvie e le situazioni più stantie in uno scavo dentro l’umano, i suoi movimenti, le memorie, le attese. «Non ho detto niente», è la formula spesso pronunciata dai protagonisti, come se il linguaggio fosse un’arma da nascondere («A lingua n’avi ossa e ruppi l’ossa» dicono in Sicilia), come se parlare fosse il vuoto della comunicazione, l’inquietudine dell’incompreso, l’ambiguità del taciuto, l’infinitezza dell’interpretato. Lagarce costruisce dei testi potentemente corali (come I pretendenti ) nei quali ciascuno dei personaggi sembra di volta in volta il centro della rappresentazione. Una splendida qualità.
Gli attori e la regia di questa messa in scena assecondano il testo nella sue pieghe, nell’implicito e nella forza. Il risultato è uno spettacolo che pensa alla radice le relazioni umane. Tra di esse, quella di un professore coi propri allievi; Pierre ritiene che l’insegnare sia un «parlare nel vuoto ai terribili eredi degli altri». Trasformare tale orrore in incontro è il compito -esaltante e duro- di chi educa.

The Burning Plain

The Burning Plain
di Guillermo Arriaga
con: Charlize Theron (Silvia), Kim Basinger (Gina), Joaquim de Almeida (Nick), Jennifer Lawrence (Marianna)
USA, 2008

Arido e assolato New Mexico. Una coppia di amanti muore nella esplosione della roulotte in cui i due si incontrano. Qualche tempo dopo nasce una relazione anche tra il figlio di lui e la figlia di lei. Oregon umido e piovoso. A Portland l’affascinante responsabile di un ristorante di lusso nasconde dietro i propri numerosi amanti qualcosa di oscuro da cui vuole fuggire. Un legame profondo unisce questi mondi.
Il film è costruito su due diversi piani temporali e spaziali che rendono la vicenda densa ed enigmatica (quasi) sino alla fine. La narrazione rimane sobria nonostante gli argomenti che affronta e gli attori sono molto bravi a trasmettere la radicalità dei sentimenti che intesse i personaggi. Dallo sceneggiatore di 21 grammi e Babel un’opera nella quale persino i deserti statunitensi acquistano qualcosa di interiore e di sospeso…

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