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Hollywoodiane vendette

Dead Man Down
Il sapore della vendetta
di Niels Arden Oplev
Con: Colin Farrel (Victor), Noomi Rapace (Beatrice), Terrence Howard (Alphonse Hoyt), Dominic Cooper (Darcy), Isabelle Huppert (Valentine), Armand Assante (Lon Gordon), Raymond Mamrak (Daniels)
USA 2013
Trailer del film

 

Una qualunque, cupa metropoli degli Stati Uniti d’America. Victor è tra gli uomini più fidati di Alphonse, capo di una banda che controlla il mercato immobiliare e quello della droga. Una giovane vicina di casa -che lo ha visto mentre uccideva- gli chiede di vendicarla dell’uomo che l’ha sfigurata in un incidente d’auto. Anche Victor cerca in realtà la vendetta contro Alphonse e contro una banda di albanesi che gli hanno ucciso moglie e figlia. Tutto, naturalmente, si incastra alla perfezione sino al fuoco d’artificio (alla lettera) che porta a compimento questa lenta, lunga, duplice vendetta.
Spettacolare, circolare e paradossalmente immobile, questo film rimane grossolano nell’analisi delle passioni e artificioso nello svolgimento degli eventi. Si fa comunque vedere senza annoiare. Un prodotto medio per una serata hollywoodiana.

 

 

Uomini che odiano le donne

(Män som hatar kvinnor)
di Niels Arden Oplev
Danimarca-Svezia 2009
Con: Noomi Rapace (Lisbeth Salander), Michael Nyqvist (Mikael Blomkvist), Peter Haber (Martin Vanger).
Trailer del film

Uominicheodianoledonne

Harriet Vanger, una bella sedicenne, scompare nel 1964 durante una riunione di famiglia. Lo zio Martin non si rassegna e ancora dopo quarant’anni incarica il giornalista Mikael Blomkvist di trovare qualche traccia dell’assassino della nipote, convinto che è all’interno dei Venger che vada cercato. Fondamentale si rivela la collaborazione di Lisbeth, un’abilissima hacker dal passato oscuro e violento. A poco a poco emerge un viluppo di fanatismo razziale, psicopatologie, omertà, le cui vittime sono tutte donne.

Tratto dal primo volume del romanzo Millennium di Stieg Larsson, il film è un ottimo thriller che nel ritmo prima lento e poi concitato, nell’indulgere sui particolari degli oggetti e dei corpi, nello sfondo filosofico e politico, nei ritorni temporali, aspira al “cinema d’autore”. L’istituzione familiare ne esce malissimo, i maschi in particolare.

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