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Sempre uguale e ogni volta diversa

Teatro Coppola – Catania – 2 giugno 2013
Ondas d’amor
Musica medievale e dell’antica tradizione popolare eseguita da Ensemble Setar


Oltre il tempo, oltre lo spazio, oltre le differenze. La musica ha un potere unico, quello di essere sempre uguale e ogni volta diversa. I suoni che nel Mediterraneo -in Spagna, in Provenza, in Sicilia- vennero creati ed eseguiti alcuni secoli fa riecheggiano ancora intatti e insieme reinventati.
Nello spazio aperto, libero, alto del Teatro Coppola di Catania –teatro dei cittadini, teatro anarchico– Emanuele Monteforte ha suonato gli strumenti a corda da lui stesso costruiti su modelli antichi, Fulvio Farkas ha offerto il ritmo delle percussioni, Massimiliano Giusto ha dato voce al tempo e all’amore. Amore per la Madonna e per le madonne. Amore che non ha confini, Amore che per i poeti provenzali è un riflesso dell’amore sacro rivolto allo Spirito. La celebre sequenza è qui intensamente cantata da Massimiliano Giusto:
Veni, Sancte Spiritus, / et emitte caelitus / lucis tuae radium. / Veni, pater pauperum, / veni, dator munerum / veni, lumen cordium. / Consolator optime, / dulcis hospes animae, / dulce refrigerium. / In labore requies, / in aestu temperies / in fletu solatium. / O lux beatissima, / reple cordis intima / tuorum fidelium. / Sine tuo numine, / nihil est in homine, / nihil est innoxium. / Lava quod est sordidum, / riga quod est aridum, / sana quod est saucium. / Flecte quod est rigidum, / fove quod est frigidum, / rege quod est devium. / Da tuis fidelibus, / in te confidentibus, / sacrum septenarium. / Da virtutis meritum, / da salutis exitum, / da perenne gaudium, / Amen.

 

[audio:Allo Spirito Santo – Sequenza.mp3]

 

 

 

 

 

 

 

Cunto / Musica

MI-TO Settembre Musica 2012
Piccolo Teatro Grassi – Milano – 12 settembre 2012
Carlo Magno.
Musiche per una leggenda


Interpreti

Mimmo Cuticchio, cunto

laReverdie
Claudia Caffagni, voce e liuto
Livia Caffagni, voce, flauti e viella
Elisabetta de Mircovich, voce, viella e symphonia

Mimmo Cuticchio è forse il più importante cantastorie del nostro tempo. La sua voce non racconta, la sua voce fa vedere. L’interminabile cunto di Pipino e della principessa Berta, della nascita di Carlo Magno, dei tradimenti dei magonzesi, delle fughe, dei nascondimenti, delle disfide, della gloria, assume in Cuticchio il sapore della meraviglia, poiché nel Medioevo «la nostra età riconosce la propria infanzia, il vero inizio dell’Occidente attuale» (J. Le Goff, La civiltà dell’Occidente medievale, Einaudi 1983, p. XIV). In questo cantastorie l’ironia della parlata palermitana si coniuga a momenti di tenerezza e soprattutto a una cadenza ritmica che trasforma i suoni verbali nella musica della battaglia.
La voce di Cuticchio è stata accompagnata dalle composizioni medioevali eseguite dall’ensemble laReverdie. Un viaggio vocale e sonoro non in altre epoche ma in quella favola per adulti che si chiama leggenda.

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