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Dioniso, la gloria

Dioniso, la follia, la gloria
in Mondi. Movimenti simbolici e sociali dell’uomo
Volume 7 – 2024
Pagine 71-83

Indice
-Teofania
-Otto
-Kerényi
-Nietzsche / Dioniso
-Evoé

Abstract

Dionysus is the god in whom joy and destruction, glory and death reach their maximum tension. The paper outlines some traits also starting from the studies that Walter Friedrich Otto and Karl Kerényi dedicated to this figure. On this philological basis, the theoretical meaning of the Dionysian cult emerges very evident in Nietzsche’s Wahnbriefe, as well as obviously in the Geburt der Tragödie, and in the dynamics between life and death expressed by Hegel and Heidegger. The text ends with a brief analysis of Euripides’ Βάκχαι. A “total tragedy” that brings classical drama to completion, bringing it back to where it began, bringing it back to Dionysus, to Thebes, to the smile of the god.

Dioniso è il dio nel quale la gioia e la distruzione, la gloria e la morte giungono alla loro massima tensione. Il saggio ne delinea alcuni tratti anche a partire dagli studi che a questa figura hanno dedicato Walter Friedrich Otto e Karl Kerényi. Su questa base filologica emerge il significato anche teoretico del culto dionisiaco, assai evidente nei Wahnbriefe di Nietzsche, oltre che ovviamente nella Geburt der Tragödie, e nella dinamica tra la vita e la morte declinata da Hegel e da Heidegger. Il testo si chiude con una breve analisi delle Βάκχαι di Euripide. Una «tragedia totale» che dà compimento alla drammaturgia classica riportandola là dove era iniziata, riportandola a Dioniso, a Tebe, al sorriso del dio.

Sulla Gnosi

Gnosticismo antico e Gnosi contemporanea
in Mondi. Movimenti simbolici e sociali dell’uomo
Volume 6 – 2023
Pagine 53-82

Indice
-Definizioni della Gnosi
-Vangeli gnostici
-Nag Hammadi
-Gnosi occidentale e orientale
-Leopardi, Camus, Céline, Cioran
-Heidegger gnostico
-Kubrick gnostico

Abstract
The paper analyzes the complexity and plurivocity of ancient Gnosticism by showing the persistence of deep Gnostic roots in some of significant expressions of contemporary philosophy and art: from Leopardi to Cioran, from Heidegger to Kubrick. Gnosis emerges there as one of the most fruitful perspectives for understanding human life, history and time.

Il saggio analizza la complessità e la plurivocità dello gnosticismo antico mostrando il permanere di profonde radici gnostiche in alcune significative espressioni della filosofia e dell’arte contemporanea: da Leopardi a Cioran, da Heidegger a Kubrick. La Gnosi vi emerge come una delle prospettive più feconde per comprendere la vita umana, la storia, il tempo.

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Sono contento di aver pubblicato un saggio un po’ più sistematico su un tema che studio da tempo e le cui tracce si possono scorgere in numerosi miei testi.
Ho tentato prima di tutto di definire nel modo più chiaro possibile le strutture concettuali della Gnosi perenne distinguendola dallo Gnosticismo come sua specie particolare, emersa nel II-III secolo e.v.
La Gnosi è una delle manifestazioni più complesse e plurali del tentativo umano di spiegare a se stesso la propria natura e di rispondere all’interrogativo insieme teologico ed esistenziale: unde malum? Ho cercato di evidenziare continuità e differenze tra la Gnosi mediterranea e quella orientale e di far emergere la forte impronta politica che pervade questo approccio al mondo poiché conoscenza, redenzione e libertà diventano anomismo, l’affrancamento da norme eteronome. Soprattutto ho cercato di far parlare direttamente gli gnostici antichi e quelli contemporanei,
La conclusiva bibliografia vorrebbe costituire un invito a proseguire da sé lo studio di questa metafisica del tempo redento, di questo barlume di intelligenza che spezza l’oscurità e fa vedere.
Il testo non è breve, 30 pagine, ma spero che chi lo leggerà ne trarrà ragione di gioia, poiché questo è la Gnosi. Una tonalità di vita che è stata ben riassunta da uno gnostico contemporaneo come Albert Camus: «Au milieu de l’hiver, j’apprenais enfin qu’il y avait en moi un été invincible; Nella profondità dell’inverno ho alla fine compreso che dentro di me abita un’estate invincibile», Retour à Tipasa, in «L’été» (1952).

 

Eschilo

Eschilo, il fondamento
in Mondi. Movimenti simbolici e sociali dell’uomo
Volume 5 – 2022
Pagine 3-17

Indice
-Radice e fondamento
-Il nomos della terra
-La terra invisibile
-La terra ospitale
-Mortali
-Distruzione e fondazione

Abstract
The paper traces the tragedies of Aeschylus in chronological order, trying to show the founding nature of Mediterranean and European civilization. In Aeschylus, in fact, human energy and inevitable fate, Law and Horror coexist. This is one of the most illuminating explanations of human existence.

In questo saggio ho tentato di andare alle radici e al fondamento della civiltà europea, di cogliere la potenza dell’elemento sacro nella formazione delle comunità umane e nello stesso tempo capire come sia potuto accadere che un piccolo territorio del mondo, prima la Grecia e poi l’Europa intera, si sia affrancato dalla mescolanza assai rischiosa di religione e diritto,  abbia fatto della storia la vibrazione delle vite individuali e di queste vite il senso stesso dell’accadere storico.
Le tragedie di Eschilo (525–456 a.e.v.) permettono di esplorare tale plesso fondativo. Esse ci offrono un dono necessario per capire a fondo la nostra identità e dunque per conservarla e con essa garantire la costanza delle molteplicità su un pianeta e in un tempo che si declinano in forme sempre più monocordi, in espressioni sempre più uniformi, in manifestazioni che in realtà nascondono la profondità delle questioni a favore dello scintillante nulla dello spettacolo.
Spettacolo, certo, sono i testi di Eschilo destinati alla scena. Ma sono uno spettacolo totale e profondo, nel quale la complessità degli eventi e delle anime non si perde. Anzi si raggruma, esprime e trionfa.

Nel numero 5 della rivista/libro Mondi è apparso anche un ampio e denso saggio (pp. 45-67) di Enrico Moncado dal titolo: Note sulla «Einleitung in die Phänomenologie der Religion» di Martin Heidegger.

Sul politeismo

Mai avvennero e sempre sono. Sul politeismo 
in Mondi. Movimenti simbolici e sociali dell’uomo
Volume 3 – 2020
Pagine 69-90

Indice
-Unità e molteplicità
-La religiosità greco romana
-Cristianesimo e filosofia
-Persecuzioni
-Giuliano: restituire il mondo agli dèi e gli dèi al mondo
-Gnosi e iniziazione
-Il mito
-Il sacro

Abstract
The aim of this paper is to analyze the transition from mediterranean polytheisms to christian monotheism from an historical and, above all, theoretical prospective. The life and work of Emperor Julian (360–363) constitute a fundamental junction to understand the richness of what has been lost and the consequences of the prevalence of an exclusive and anthropocentric conception of the sacred, which has always been enemy of philosophy. The analysis pays particular attention to the issue of persecutions that paganism suffered by the winner christians. The title refers to a passage by Salustio, Julian’s counselor and friend.

Come forse si evince dall’indice, questo è il saggio sinora più importante da me dedicato in modo sistematico a uno degli ambiti di ricerca che sento più vicini a ciò che sono e a ciò che desidero capire e sapere: «la vitalità delle filosofie e delle religioni pagane». Per queste filosofie il fine e la sostanza di ogni mortale consistono nel rinascere continuamente dalle tante morti che ci avvolgono nel nostro dolore, rinascere da noi stessi e non soltanto dalla madre mortale che ci ha dato alla luce. E, come Dioniso, essere Lúsios, liberati.
Nei politeismi non ha senso contrapporre naturale e soprannaturale poiché la molteplicità degli dèi si coniuga alla unità monistica del cosmo, nella quale convergono identità e differenza, singolarità e pluralità, maschio e femmina, vita e morte, senso e significato, somatico e psichico.
La Gnosi cercata e vissuta nell’intero arco del vivere e del pensare dei Greci, da Anassimandro a Proclo, è un percorso che conduce al sapere tramite il vedere ciò che a un primo sguardo rimane precluso. Filosofia è anche l’oltrepassamento dell’oscurità in un percorso iniziatico della mente dentro l’essere, la verità, il tempo. La grandezza del paganesimo sta nel sapere e non nello sperare. Anche per questo una rappresentazione adeguata del divino pagano sono i κοῦροι, il loro enigmatico sorriso.
Salustio, amico e consigliere dell’imperatore Giuliano, così riassunse il significato e la potenza del politeismo: «Ταῦτα δὲ ἐγένετο μὲν οὐδέποτε, ἔστι δὲ ἀεί», «queste cose mai avvennero e sempre sono» (Περὶ θεῶν καὶ κόσμου, Sugli dèi e il mondo, 4, 8, 26).

Enrico M. Moncado su Tempo e materia

Enrico M. Moncado: recensione a Tempo e materia. Una metafisica
in Mondi. Movimenti simbolici e sociali dell’uomo, anno 3, n. 1/2020
pagine 93-96

La densa analisi che Enrico Moncado ha dedicato al libro ne attraversa per intero i percorsi, immergendo il testo nell’adesso e nell’antico. Gli sono davvero grato per questo.
«Non è un saggio, non è una monografia sul tempo e sulla materia, bensì, come recita il ‘sotto’-titolo, è un tentativo di evocare una metafisica in atto e insieme è un tentativo di esercitare uno sguardo fenomenologico che colga, coniughi, unifichi e parimenti scinda e diversifichi la molteplicità dei saperi, provando a guidare tali saperi verso l’Anfang, inizio, da cui tutto si è originato: la metafisica come scienza numinosa e dolorosa.
[…]
La metafisica di Biuso è proprio questo: è il sapere che sa del suo limite per osservare con lo sguardo gelido e insieme coinvolto del Dio la freddezza e il calore della materia, del tempo, dell’essere che tutto abbraccia e tutto smaglia nel suo sorriso».

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