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Storia

La Longue durée
Sulla storiografia di Fernand Braudel e delle Annales

in Dialoghi Mediterranei
n. 69, settembre-ottobre 2024
pagine 30-39

Indice
-Les Annales
-Braudel
-Weber
-Civiltà
-La storia e il presente: il capitalismo come economia-mondo
-Liberismo e colonialismo

Se i cittadini di una società che si ritiene libera e democratica ignorano la storia, quella loro pretesa e credenza è di fatto un’illusione. È infatti un grande vantaggio che coloro sui quali si comanda non conoscano le strutture sociali del passato e gli sviluppi che hanno condotto alla situazione politica del presente. In questo modo essi penseranno che il presente sia tutto, che esso sia inevitabile e che non ci siano alternative alle condizioni dell’oggi.
Questa è la vera ragione per la quale nelle scuole italiane ed europee si studia sempre meno la storia dell’Europa e del mondo.
Questa è la vera ragione della spaventosa ignoranza che i cittadini italiani – anche i più istruiti – mostrano in media verso il passato della loro società, anche verso il passato recente.
Questa è la vera ragione che sostituisce allo studio dei documenti del passato il luccichio degli strumenti virtuali del presente, completamente ignari di quanto accaduto nelle epoche trascorse, dalle quali l’oggi è germinato.
La ragione sta come sempre nel dominio, sta nella volontà di dominio. Un cittadino che conosce le complesse strade che hanno portato al mondo in cui vive si farà ingannare più difficilmente di un cittadino che le ignora.
Nelle scuole, dalle elementari ai licei, lo studio della storia è sempre più tragicamente marginale. E so anche di Dipartimenti universitari nei quali lo studio della storia si limita a microproblemi, a programmi che comprendono lo studio di famiglie più o meno insignificanti, a questioni di carattere iperlocalistico e frammentario, ignorando del tutto (nel senso letterale che i professori non ne parlano ai loro studenti) le grandi strutture epistemologiche della storiografia del Novecento, la storiografia che ha creato opere fondamentali e illuminanti come quelle di Marc Bloch, di Max Weber, di Fernand Braudel, delle Annales; una storiografia che ha compreso le dinamiche profonde della storia umana come storia della Lunga Durata.
È quindi con l’intenzione di offrire un servizio rivolto particolarmente agli studenti, e a chiunque fosse interessato, che ho cercato in questo breve saggio di presentare la storiografia del Novecento, poiché senza una conoscenza attenta, rigorosa e scientifica del passato non è possibile comprendere il presente, non possiamo sapere chi siamo e che cosa ci sta accadendo.
Senza una conoscenza attenta, rigorosa e scientifica del passato rimaniamo dei servi.

Nella malvagità

4X4
di Mariano Cohn
Argentina-Spagna, 2019
Con: Peter Lanzani (Ciro), Dady Brieva (Enrique Ferrari)
Trailer del film

Claustrofobico come Cosmopolis, vendicativo come Tarde para la ira, surreale e insieme empirico come numerosi film argentini, 4X4 racconta di un ladro che pensa di commettere facilmente l’ennesimo furto: appropriarsi del sistema monitor di un SUV.
È talmente sicuro di sé che dopo aver messo nello zaino il dispositivo urina, per semplice sfregio, sui sedili posteriori dell’automobile. Va per uscire dall’abitacolo ma trova tutte le portiere, anche quella posteriore, sigillate. Tenta in ogni modo ma non riesce proprio a uscire. Preso dal panico e dalla rabbia, spara contro il parabrezza ma il proiettile gli torna indietro e lo ferisce alla gamba. Cerca allora dentro l’auto ogni arnese di metallo che possa aiutarlo a scardinare le portiere ma vanamente. Implora aiuto dai passanti ma i finestrini sono tutti oscurati. Comincia a capire che è in trappola.
La conferma arriva dalla telefonata che il proprietario del SUV effettua tramite il sistema di bordo: è stato lui, un medico ostetrico, a chiudere le portiere a distanza appena il sistema antifurto lo ha avvisato del tentativo di danneggiamento. Enrique, questo il suo nome, comincia a raccontare a uno sbalordito e terrorizzato Ciro di aver subito 28 furti con oggetto un’automobile o suoi pezzi. E aggiunge gli ulteriori atti di criminalità che lui e la sua famiglia hanno dovuto sopportare. In cambio delle informazioni sull’identità del ladro, Enrique gli dice dove può trovare dentro l’abitacolo qualcosa da bere e da mangiare.
Passano i giorni sino a che il medico gli compare davanti, apre la portiera e da lì comincia un teso finale western, perché Ciro non è un ladruncolo ma un vero assassino.
4X4 intesse sociologia (sono numerosi i riferimenti alla situazione economico-sociale dell’Argentina); antropologia; il bellum omnium contra omnes; il grottesco di varie situazioni. Emerge con chiarezza un elemento della filosofia politica spesso trascurato o addirittura nascosto per mezzo dell’idolatria dello Stato o la sua giustificazione etica. In realtà, gli stati e lo stato sono delle organizzazioni criminali alle quali i cittadini pagano della tangenti – definite: tasse, imposte, fisco – anche allo scopo di essere protetti da altre organizzazioni criminali. Se lo stato non è capace di svolgere tale funzione di protezione dei cittadini, il suo diritto all’obbedienza viene meno. Questo film lo mostra in modo assai plastico.
Il ‘monopolio nell’uso legittimo della forza’ del quale parla Max Weber priva l’organizzazione statale di ogni sacralità, laica o religiosa, e di ogni moralità, per ricondurlo alla sua natura reale, di equilibrio tra forze. Si tratta di un necessario disincanto sulla natura umana. Neppure l’essere umano infatti «può considerarsi l’animale più potente in senso assoluto, perché ad esempio passa tutto il tempo, o per lo meno gran parte del suo tempo, nella malvagità (διά κακίας)» (Cleante di Asso, frammento [CA]529, Stoicorum Veterum Fragmenta di Hans von Arnim, trad. di Roberto Radice, Bompiani 2018, p. 235).
Sì, nella malvagità spesso gratuita, in una idiozia spesso irredimibile. Homo insipiens.

Morire per Washington

Marco Tarchi è professore emerito di Scienza della politica nell’Università di Firenze. Le sue analisi sono molto attente a conservare un approccio scientifico, separando quanto più possibile la valutazione politica personale da un’analisi oggettiva delle circostanze e degli sviluppi degli eventi politici. È l’approccio ‘avalutativo’ di Max Weber ai fenomeni sociali.
Tra le riviste dirette da Tarchi c’è Diorama Letterario, un bimestrale al quale collaboro da più di vent’anni, uno spazio sempre rigoroso ma con caratteristiche anche di intervento critico sul presente. Pubblico il pdf dell’editoriale del numero 377 della rivista (gennaio-febbraio 2024), dedicato alla situazione geopolitica, all’Occidente e alle sue guerre.
Si tratta di una riflessione sintetica, drammatica e assai lucida, che condivido per intero e alla quale non aggiungo dunque altro se non richiamare l’attenzione sulla chiusa del testo, volta a ricordare che, nonostante tutto, è necessario «cercare di infilare nell’ingranaggio belligeno dell’occidentalismo anche il fatidico minuscolo granello di sabbia. È l’unica via di uscita che ci rimane. Altre non ne esistono».
Anche le pagine di questo sito e i suoi lettori, pochi o molti che siano, vorrebbero costituire parte di tale granello di sabbia. 

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