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Sorridere

Righteous Kill
(pessimo titolo italiano: Sfida senza regole)
di Jon Avnet
USA, 2008
Con: Robert De Niro (Detective Turk), Al Pacino (Detective Rooster), Carla Gugino (Karen Corelli)
Trailer del film

Sembra un film, il consueto film, sulla criminalità e sulla polizia di New York, sulla continuità tra umani e gruppi il cui Beruf  (professione/vocazione) è uccidere. E il film è anche questo. Ma Righteous Kill è soprattutto una lezione attoriale, è il serissimo divertimento di due star di Hollywood, è un condensato dei tanti personaggi che Al Pacino e Robert De Niro hanno interpretato sull’uno o sull’altro dei versanti della violenza umana, è un chiaro esempio di gigioneria nel quale gli interpreti possono permettersi tutto.
Ma è appunto anche un film sulla giustizia e sulla vendetta, come sempre. Un film sull’indignazione che afferra poliziotti e cittadini quando dei criminali convinti della normalità dei propri crimini (e pronti a commetterne ancora) o non vengono fermati dalle leggi o vengono assolti dalle procedure con l’ausilio di avvocati ben pronti a servire chi ha denaro (l’Azzeccagarbugli è una delle tante metafore universali che Manzoni ha saputo inventare per cogliere il male del mondo).
In chi è diventato poliziotto anche per assecondare la propria volontà di morte e porla al servizio delle vittime di soggetti avidi, sadici, violenti e sanguinari, si fa strada allora una modalità più veloce e più sicura di assicurare nel mondo la giustizia: diventare essi stessi giustizieri, praticare righteous kill che puliscano un poco la terra dalla feccia, offrano sollievo psicologico alle vittime, stabiliscano equità nelle relazioni umane, diano soddisfazione al giustiziere.
Il merito del film è che sin dalla prima scena tutto sembra chiaro, deciso, evidente, e quindi poco thriller. E però poi a poco a poco e inesorabilmente i piani del conflitto si confondono, i personaggi transitano l’uno nell’altro, l’evidenza diventa una scoperta, la possibilità di ciò che chiamiamo «Bene», e che tanto ci rassicura, implode nel crepuscolo di un luogo abbandonato nel quale il Grande Giustiziere, la morte, ancora una volta vince.
E questo davvero ci conforta poiché rispetto al male radicale che il mammifero umano è dentro il mondo e nella storia e

nonostante le cose al momento non sono come dovrebbero – ci sono delle persone laddove non dovrebbero essercene – un giorno le cose saranno come devono – non ci sarà più nessuno. In altri termini, anche se le cose adesso vanno male, miglioreranno.
(David Benatar, Better Never to Have Been: the Harm of Coming into Existence, 2006; trad. it. di A. Cristofori, Meglio non essere mai nati. Il dolore di venire al mondo, Carbonio Editore 2018, p. 212).

Questo insignificante grumo di dolore è destinato a dissolversi nella materia cosmica dalla quale è scaturito. Possiamo quindi sorridere.

Spettri

Assassinio a Venezia
(A Haunting in Venice)
di Kenneth Branagh
USA 2023
Con: Kenneth Branagh (Hercule Poirot), Kelly Reilly (Rowena Drake), Tina Fey (Ariadne Oliver), Michelle Yeoh (Joyce Reynolds), Jude Hill (Leopold Ferrier), Riccardo Scamarcio (Vitale Portfoglio)
Trailer del film

Bellissima Venezia vista dall’alto, sentita nello sciabordare delle sue acque tra i palazzi, cupa nella tempesta che intrama gli eventi, gotica nella sua essenza. Tra le antiche dimore della Serenissima c’è il Palazzo del Pianto dei Bambini, un antico orfanotrofio del quale si dice che la presenza degli infanti abbandonati e morti sia ancora ovunque nelle stanze, in ogni angolo. Da un suo balcone si è gettata nel canale una giovane malata di mente. La madre vuole a tutti i costi riascoltare la sua voce e chiama a questo scopo una famosa medium.
La scrittrice di gialli Ariadne Oliver è molto interessata a questo evento e invita il suo (forse) amico Hercule Poirot a parteciparvi. Il celebre detective si è infatti ritirato dalla sua attività e abita in un altro palazzo veneziano, dalla cui terrazza gode un panorama mozzafiato sulla città. Poirot risponde di no ma alla fine cede. E gli atavici e sempre giovani fantasmi sembrano alla sua presenza ritornare, fare altre due vittime, sino a quando l’impareggiabile intuito e la ferrea logica dell’europeo sembrano avere ragione di ogni più o meno macabra leggenda.
Un film inquietante nelle numerose scene di morte, nei colori cupi e negli eventi truci, negli anfratti dai quali sembrano in ogni momento arrivare violenza e paura. E con un pappagallo svolazzante tra i possibili indiziati. Ma dietro questa paccottiglia irrazionale si leva ancora una volta la lucida e calma forza dell’osservazione, dell’intuito e della deduzione. La forza che ha fatto dei Greci e dell’Europa la luce di una razionalità del tutto consapevole del male che intesse questo mondo ma che non rimane imbelle nell’illuminarne forme, genesi, oltrepassamenti.

Sugli altri due film di Branagh dedicati al Poirot di Agatha Christie:
Assassinio sull’Orient Express (2017)
Assassinio sul Nilo (2022)

Sulla Gnosi

Gnosticismo antico e Gnosi contemporanea
in Mondi. Movimenti simbolici e sociali dell’uomo
Volume 6 – 2023
Pagine 53-82

Indice
-Definizioni della Gnosi
-Vangeli gnostici
-Nag Hammadi
-Gnosi occidentale e orientale
-Leopardi, Camus, Céline, Cioran
-Heidegger gnostico
-Kubrick gnostico

Abstract
The paper analyzes the complexity and plurivocity of ancient Gnosticism by showing the persistence of deep Gnostic roots in some of significant expressions of contemporary philosophy and art: from Leopardi to Cioran, from Heidegger to Kubrick. Gnosis emerges there as one of the most fruitful perspectives for understanding human life, history and time.

Il saggio analizza la complessità e la plurivocità dello gnosticismo antico mostrando il permanere di profonde radici gnostiche in alcune significative espressioni della filosofia e dell’arte contemporanea: da Leopardi a Cioran, da Heidegger a Kubrick. La Gnosi vi emerge come una delle prospettive più feconde per comprendere la vita umana, la storia, il tempo.

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Sono contento di aver pubblicato un saggio un po’ più sistematico su un tema che studio da tempo e le cui tracce si possono scorgere in numerosi miei testi.
Ho tentato prima di tutto di definire nel modo più chiaro possibile le strutture concettuali della Gnosi perenne distinguendola dallo Gnosticismo come sua specie particolare, emersa nel II-III secolo e.v.
La Gnosi è una delle manifestazioni più complesse e plurali del tentativo umano di spiegare a se stesso la propria natura e di rispondere all’interrogativo insieme teologico ed esistenziale: unde malum? Ho cercato di evidenziare continuità e differenze tra la Gnosi mediterranea e quella orientale e di far emergere la forte impronta politica che pervade questo approccio al mondo poiché conoscenza, redenzione e libertà diventano anomismo, l’affrancamento da norme eteronome. Soprattutto ho cercato di far parlare direttamente gli gnostici antichi e quelli contemporanei,
La conclusiva bibliografia vorrebbe costituire un invito a proseguire da sé lo studio di questa metafisica del tempo redento, di questo barlume di intelligenza che spezza l’oscurità e fa vedere.
Il testo non è breve, 30 pagine, ma spero che chi lo leggerà ne trarrà ragione di gioia, poiché questo è la Gnosi. Una tonalità di vita che è stata ben riassunta da uno gnostico contemporaneo come Albert Camus: «Au milieu de l’hiver, j’apprenais enfin qu’il y avait en moi un été invincible; Nella profondità dell’inverno ho alla fine compreso che dentro di me abita un’estate invincibile», Retour à Tipasa, in «L’été» (1952).

 

Hieronymus Bosch

Bosch & un altro Rinascimento
Palazzo Reale – Milano
A cura di  Bernard Aikema, Fernando Checa Cremades e Claudio Salsi
Sino al 12 marzo 2023

L’esistenza di Hieronymus Bosch si scandisce dal 1453 al 1516. Nel pieno della storia d’Europa che da Jacob Burckhardt in poi chiamiamo «Rinascimento». Caratterizzata da forme razionali, geometriche, classiche, sobrie, prospettiche.
Bosch è però altro, Bosch è l’altrove di architetture infuocate, di particolari a migliaia sulla tela e che pullulano in un movimento imprendibile che sembra non finire. L’altrove di una stupefacente e continua ibridazione tra le forme umane, quelle di altri animali, di strumenti musicali, di armi da taglio, di elmi e di uova, di umani crocifissi sopra un’arpa, di rettili e di fragole, di chiese, torri, campi, cieli, prospettive…
Una sfrenata antologia del mondo che sembra scaturire come eiaculata da una mente incapace di fermarsi, divertita e sarcastica, imbottita di droghe, riempita di elementi minuscoli e di grandi campiture di colore sulla tela.

Le tentazioni di Sant’Antonio, 1510-1515 Madrid Prado

La mostra a Palazzo Reale è divisa tra un terzo di dipinti di Bosch e poi due terzi di opere della sua scuola, degli imitatori e prosecutori: su ogni altro Pieter Brueghel il Vecchio e Arcimboldo e poi Pieter Huys, Battista Dossi, Marcantonio Raimondi, Pieter Stevens, Dürer, il Garofalo, il Civetta, Jacob van Swanenburg. Opere anche dei contemporanei, tra i quali Leonardo da Vinci.
Dal confronto tra il Maestro di ’s-Hertogenbosch e tutti gli altri emerge in modo assai limpido come non basti il mostruoso, non basti la fantasia. Bosch ė l’intuizione dell’orrore che bisogna attraversare, espresso in un modo imitato da folle di artisti ma che rimane inimitabile. Bosch è visionario nel preciso senso dell’aver visto, espresso, pensato e dipinto il dolore che intride la materia viva e la deforma nel momento della nascita e nel parallelo istante della morte.
In lui vince anche la natura ludica dell’arte, un’immensa Wunderkammer sparsa in ogni dove nel mondo, in città, edifici, chiese, templi, camere private, laboratori, biblioteche. E vince ed emerge in lui la molteplicità che nessun pensiero, nessuna formula, equazione o filosofia può ricondurre all’identità, all’uno, al monocorde canto dell’etica. Bosch è jenseits von Gut und Böse, al di ogni bene, al di là del male.
Bosch è la libertà dell’arte da ogni morale, da ogni principio, da ogni valore, da ciò a cui «i solidali, i linguisticamente corretti, gli inclusivi» vorrebbero ridurre ogni umana espressione. Bosch è il delirio disincantato e dionisiaco, è il genio e l’altezza rispetto ai nani che si credono buoni.

Tentazioni_Sant’Antonio, Lisboa

Covid e Stato etico

Venerdì 20 gennaio 2023 alle 15.30 nella sede di Belluno di Unidolomiti terrò una lezione dal titolo Epidemie, Diritti e Stato etico. L’evento si inserisce nel ciclo Dialoghi sul potere ideato e organizzato dal Prof. Lorenzo Maria Pacini.
Affronterò, in modo naturalmente sintetico, le seguenti questioni:

1 Che cos’è un’epidemia?
2 Che cos’è l’autorità?
3 Che cosa sono i diritti?
4 Il potere e la morte
5 Epidemie e vita
6 Epidemie e Stato etico
7 Una ginnastica d’obbedienza
8 Covid19 e disvelamento

Cercherò in questo modo di analizzare le ragioni e le radici della vessazione attuata dalle forze dell’ordine, dai social network, dalle televisioni, da uno Stato e da una società civile diventati etici, cioè convinti di essere la fonte non soltanto delle norme empiriche ma anche del bene e del male assoluti, da imporre a tutti i cittadini, i quali sono stati privati del diritto di difendere i propri corpi e di resistere a una visione del mondo e a un insieme di pratiche dalle chiare tendenze autoritarie e persecutorie.

Gnosticismo antico e Gnosi contemporanea

Martedì 20 e mercoledì 21 settembre 2022 dalle 16,00 alle 19,00 terrò due lezioni alla Scuola Superiore di Catania, dal titolo La morte e il male nello gnosticismo antico e nella gnosi contemporanea. 

Nella prima parte (giorno 20) cercherò di delineare un quadro storico-teoretico dello Gnosticismo antico attraverso l’analisi dei principali testi dei filosofi gnostici. Con l’aiuto di un libro di Peter Sloterdijk ci prepareremo alla seconda parte (giorno 21) che sarà dedicata ad alcuni gnostici contemporanei, da Giacomo Leopardi a Martin Heidegger.

Lo Gnosticismo e la Gnosi sono il fenomeno culturale ed esistenziale forse più complesso della storia europea. Le profondità teologiche, la radicalità teoretica, i meandri interiori, le tormentate e ramificate vicende storiche che lo caratterizzano non nascondono la sostanziale chiarezza filosofica che lo intesse. Si tratta infatti di una delle manifestazioni più ricche e plurali del tentativo umano di spiegare a se stesso la propria natura e di rispondere all’interrogativo insieme teologico ed esistenziale: unde malum?
Se la Gnosi ha sempre permeato la vicenda storica e teoretica dell’Europa, le ragioni sono numerose ma si possono sintetizzare in due elementi.
Il primo è il peso enorme di dolore che grava sulla vita di tutti e di ciascuno. La spiegazione che le dottrine gnostiche offrono di tale sofferenza è la più radicale poiché cosmo, animalità, soggettività umana e collettività politiche vengono accomunate come espressioni interne al divino e a una frattura in esso intervenuta.
La seconda ragione di sopravvivenza della Gnosi sta nel fatto che una consapevolezza così profonda della ferita in cui l’essere consiste non diventa disperazione, rassegnazione, religione, ma genera la certezza che il divino può sanare la propria lesione e che nel processo di ricomposizione della pienezza (Πλήρωμα) è necessaria la conoscenza, è necessaria una filosofia che diventa pratica esistenziale, illuministica.
La Gnosi non ha a che fare con l’etica, essa si pone al di là del bene e del male. La Gnosi è una metafisica del tempo redento.

«Di nuovo scuro nella mia modesta vita»

Un uomo è la sua lingua. Un uomo sono le sue parole. Le parole che trova in se stesso e nel mondo per raccontare a se stesso e al mondo il tempo che ha vissuto, il tempo che è stato. La lingua di Filippo Scuderi è un idioma plebeo, a volte sgrammaticato ma sempre intriso di uno stupore che si trasmette al lettore facendo di ogni pagina una scoperta della allegra e tragica insensatezza del vivere.
Lunedì 2 maggio 2022 alle 16,00 al Centro Studi di via Plebiscito a Catania parleremo di questa lingua e degli scacchi, gioco che per Scuderi trova una puntuale corrispondenza nelle relazioni umane. L’evento è organizzato dalla Associazione Studenti di Filosofia Unict (ASFU).

Il giorno successivo alle 17,30 nell’Aula Minutoli della Scuola Superiore di Catania introdurrò un corso specialistico dedicato al tema del male e della morte. Il corso proseguirà mercoledì 4 maggio con le lezioni di Giulia Sfameni Gasparro, alle quali seguiranno quelle di Monica Centanni, Marcello Massenzio e mie.

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