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Il tempo, un limpido enigma

Su invito della Prof.ssa Sara Lo Faro e delle colleghe di filosofia del Liceo Classico Bonaventura Secusio di Caltagirone, giovedì 20 marzo 2025 alle 11.00 terrò un incontro con gli studenti sul tema del tempo.
Il tempo è un enigma, ma è un limpido enigma. Il tempo è numero ed è anche durata; è interiorità ed è corpo; è convenzione ed è storia; è una struttura sociale ed è una potenza metafisica. Il tempo è unitario e molteplice.
Il tempo è una danza delle stelle, «χορείας δὲ τούτων αὐτῶν καὶ παραβολὰς ἀλλήλων» (Platone, Timeo, 40c) ed è un’apertura al futuro che sul fondamento di quanto è accaduto genera il presente.
Come Aristotele afferma dell’essere, anche il tempo si dice dunque in molti modi, πολλαχῶς.

 

Lezioni 2025

Lunedì 3 marzo avranno inizio le lezioni dei tre corsi che terrò nel 2025 nel Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania.
Riassumo qui gli argomenti dei corsi, l’articolazione dei programmi, i libri e i saggi che analizzeremo, gli orari delle lezioni.
I link ai titoli rinviano a presentazioni o a recensioni e – in alcuni casi – al pdf del testo.
Il link al titolo di ogni corso apre la pagina Disum con le schede didattiche, vale a dire le informazioni relative alle modalità di svolgimento delle lezioni, ai prerequisiti richiesti (da prendere molto sul serio), alla scansione del programma, agli esami.
Consiglio a tutti gli studenti di iscriversi alla piattaforma Studium relativa all’insegnamento che frequentano; è da tale piattaforma infatti che invierò di volta in volta gli avvisi concernenti le lezioni e altro.

Chiedo di porre particolare attenzione ad alcuni elementi delle schede didattiche:
-le lezioni saranno svolte in modalità frontale, vale a dire con un dialogo in presenza nell’aula, con la possibilità di interagire anche tramite elementi non verbali, poiché non sono soltanto i cervelli a insegnare e ad apprendere ma è l’intero corpomente che vive in uno spaziotempo reale, non virtuale;
-il metodo è la lectio, che significa lettura, analisi, commento e discussione dei testi;
-a motivo dei due primi elementi, corpimente e lectio, pur non essendo obbligatoria, la frequenza alle lezioni è fortemente consigliata;
-prerequisito di tutti e tre i corsi (in particolare di quelli magistrali) è una conoscenza adeguata della storia della filosofia.

Riassumo anche gli obiettivi principali che i corsi si propongono di conseguire.

Per Filosofia teoretica (corso avanzato) e Metafisica:
1) Conoscenza e comprensione delle principali questioni ontologiche e metafisiche
2) Capacità di applicare conoscenza e comprensione all’esistenza individuale e collettiva
3) Autonomia di giudizio in ogni ambito della conoscenza e del vivere
4) Abilità comunicative nel presentare razionalmente le proprie posizioni
5) Capacità di apprendimento in ogni sfera del sapere.

Per Filosofia delle menti artificiali:
1) Conoscenza e comprensione dello statuto dell’intelligenza
2) Capacità di applicare conoscenza e comprensione al rapporto con gli artefatti digitali
3) Autonomia di giudizio rispetto alle informazioni ricevute in questo ambito dai media più diffusi
4) Abilità comunicative nell’utilizzo dei dispositivi digitali
5) Capacità di apprendimento da una varietà di fonti e strumenti.

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Filosofia teoretica (corso avanzato)
ZARATHUSTRA
Corso magistrale in Scienze Filosofiche
lunedì 12-14 (aula A9) / mercoledì 10-12 (aula A9) / venerdì 10-12 (aula 252)

Il corso intende aprire a una comprensione quanto più rigorosa possibile del pensiero di Friedrich Nietzsche per il tramite, in particolare, di Così parlò Zarathustra, letto anche mediante la chiave ermeneutica proposta da Heidegger nelle lezioni e nelle conferenze da lui dedicate a questo filosofo.

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Metafisica
METAFISICHE
Corso triennale in Filosofia
lunedì 10-12 (aula A12) / martedì 12-14 (aula A12)

Il corso intende introdurre i concetti fondamentali della metafisica, la loro storia e la loro presenza nella filosofia contemporanea.

  • Alberto G. Biuso, Sul realismo, in «L’invenzione della realtà. Scienza, mito e immaginario nel dialogo tra psiche e mondo oggettivo», ETS 2022, pp. 125-135 (PDF)
  • Enrico Berti, Introduzione alla metafisica, II edizione, Utet 2017, pp. XI-200
  • Martin Heidegger. Che cos’è metafisica?; Poscritto a «Che cos’è metafisica?»; Introduzione a «Che cos’è metafisica?», in «Segnavia», Adelphi 1987, pp. 59-77; 257-266; 317-334
  • Alberto G. Biuso, Tempo e materia. Una metafisica, Olschki 2020, pp. 168

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Filosofia delle menti artificiali
SUL VIRTUALE
Corso magistrale in Scienze Filosofiche
martedì 14-16 (aula A12) / mercoledì 12-14 (aula 30)

Dopo una introduzione generale alle tematiche dell’Intelligenza Artificiale, il corso affronterà la questione del virtuale, con una specifica attenzione critica al tema della presenza dei corpimente nello spaziotempo.

Il tempo si dice in molti modi

Lo scorso 31.10.2024 tenni un seminario (a distanza) nell’ambito del PRIN  Synchronized with Nature. Measuring time in ancient Egypt and Mesopotamia: archaeological and textual evidence. Il titolo era COMPUTUS. Tempo storico e molteplicità del tempo. In quell’occasione ci soffermammo quasi esclusivamente sulle diverse forme del computus, del calcolo del tempo nelle diverse civiltà, epoche e culture europee.
La seconda parte del seminario si svolgerà il prossimo giovedì, 16 gennaio 2025.
Parleremo di come il tempo si dica appunto in molti modi, costituisca una realtà pervasiva e molteplice.
Presenterò (brevemente) nove forme del tempo: cosmico, fisico, convenzionale, sociale, psicologico, somatico, genetico, antropologico e il tempo/temporalità.
Spero che la definizione di queste forme ci faccia meglio comprendere che l’essere umano è tempo incarnato; il corpomente è la consapevolezza dell’essere noi stessi tempo: «L’esserci, compreso nella sua estrema possibilità d’essere, è il tempo stesso, e non è nel tempo» (Heidegger). Una tesi come questa non esprime un primato coscienzialistico sulla temporalità ma la costitutiva temporalità del nostro essere, che fuori dal tempo è letteralmente incomprensibile, indicibile, inesistente.
Che l’umano sia un grumo temporale non vuol dire che il tempo si risolva in noi ma, al contrario, che siamo noi a risolverci nel tempo, il quale «è la sostanza di cui son fatto. Il tempo è un fiume che mi trascina, ma io sono il fiume; è una tigre che mi sbrana, ma io sono la tigre; è un fuoco che mi divora, ma io sono il fuoco» (Borges)

Il link per partecipare è: https://meet.google.com/bwb-rjyn-vmh
In questa locandina si può leggere il programma completo dei seminari, che sono pubblici.

[L’immagine di apertura è una fotografia della galassia M104 / NGC 4594, denominata Sombrero, distante dalla Terra 29,5 milioni di anni luce]

Leopardi / Ungaretti

L’appuntamento del 2024 del ciclo che da anni l’Associazione Studenti di Filosofia Unict dedica alle relazioni tra filosofia e letteratura ha riguardato tre dei massimi poeti italiani: Francesco Petrarca, Giacomo Leopardi e Giuseppe Ungaretti.
Ho avuto il piacere di parlarne alla presenza dialogante di Giuseppe Savoca, tra i più riconosciuti studiosi al mondo di tutti e tre i poeti. L’intervento del Prof. Savoca inizia dal minuto 53.20 e dura dieci minuti circa. Al minuto 1.28.20 abbiamo ascoltato e visto Ungaretti leggere la sua poesia In memoria.

Metto qui a disposizione la registrazione audio del secondo dei due incontri, che si sono svolti la scorsa primavera. Nel primo avevamo parlato di Petrarca e introdotto Leopardi. In quello del 9 maggio 2024 abbiamo letto Leopardi e Ungaretti.
La registrazione dura un’ora e cinquanta minuti ma per fortuna la si può scaricare e ascoltare con comodo quando si vuole.
Qui le notizie che il sito dell’ASFU ha dedicato ai due incontri :
– «Altro diletto che ‘mparar non provo»
 «Così divenni furia non mortale»

DissacrArte

Domenica 17 novembre 2024 alle 11.00 nella sede della Galleria Carta Bianca di Catania presenterò il numero 20 della rivista Antarès (Bietti Editore), dedicato ai rapporti tra Avanguardia e sacro nell’arte contemporanea. Insieme a me Luca Siniscalco, curatore della rivista, e Fulvia Toscano.

Antarès tocca, saggia, attraversa i territori sempre plurali del sacro: il sacro dei Greci, il sacro alchemico, il sacro cattolico, il sacro ortodosso (non può esserci sacro protestante), il sacro induista, il sacro di altre culture e popoli dell’Asia centrale. E questo anche, come scrive Luca Siniscalco nell’editoriale,  con l’obiettivo di «scoprire le tracce degli antichi dèi, edificando templi al deus adveniens».
Le condizioni per tentare con successo questa scoperta sono rigorose: anzitutto lasciare al loro destino  quelle forme estetiche che sono soltanto espressione, tipicamente moderna, di «un ego narcisistico alle prese con una superficiale interiorità». Un’espressione che Siniscalco mette coerentemente in relazione con il sistema dell’arte, vale a dire con quell’insieme di strutture, azioni, manufatti e informazione che secondo Giuseppe Frazzetto rappresenta il Terzo stato dell’arte.
Per i teorici, gli artisti, i narratori che hanno dato vita a questo numero della rivista, l’arte non è soltanto – è certamente anche – la vita di tale sistema, l’arte non è «mero divertissement, né uno strumento al servizio delle ideologie, bensì una topologia della libertà». Una definizione non soltanto molto bella ma anche e soprattutto molto vera. In questo l’arte è proprio un’espressione filosofica, dato che la filosofia è quasi impossibile dove non si respiri liberamente.
Per non risultare soltanto un divertimento, un ornamento, o l’ennesima espressione della forza delle autorità costituite, l’arte non può ricondursi e ridursi – come giustamente scriveva nel 1994 Alberto Abate – alla Linguistica o alla Psiconalisi, vale a dire al solo significante ma deve sempre puntare al disvelamento di significati. Non di un solo Significato, unico, dominante ed esclusivo, come neppure della «sterile confezione sterminata dei significanti», pronti a dissolversi al primo soffio delle mode del sistema dell’arte o, per dirla in altro modo, dello Zeitgeist, ma di una una molteplicità di significati, i quali emergono dal vedere il mondo e dal comunicare ciò che si è visto. L’arte come ontologia e l’arte come espressione.
Le analisi teoriche, le testimonianze prassiche, le proposte operative di Antarès possono essere ben riassunte in una formula di Luca Siniscalco il quale, riprendendo le affermazioni di alcuni artisti, parla di «un Antico Futuro […] ossia un richiamo all’Origine come ricerca d’Avanguardia, una conservazione estetica capace d’innovare».
Al di là di ogni progressismo e di tutti i conservatorismi il futuro sta nell’origine, sempre.

 

 

Esperienze neocoloniali

Sabato 9 novembre 2024 alle 10.00 si svolgerà al Disum di Catania, con il patrocinio dell’ASFU, un seminario di studi dal titolo Guerre costituenti e nuovo ordine economico. Vi parteciperò con un intervento sulle esperienze neocoloniali del XXI secolo.
Colonialismi e imperialismi sono esperienze costanti della storia umana in molte zone ed epoche del pianeta. Alcuni esempi:
-il conflitto tra Atene e i Meli raccontato da Tucidide: «Chi è più forte fa quello che può e chi è più debole cede» (La guerra del Peloponneso, V, 89; p. 1321). «Noi crediamo infatti che per legge di natura chi è più forte comandi: che questo lo faccia la divinità lo crediamo per convinzione, che lo facciano gli uomini, lo crediamo perché è evidente. E ci serviamo di questa legge senza averla istituita noi per primi, ma perché l’abbiamo ricevuta già esistente e la lasceremo valida per tutta l’eternità, certi che voi e altri vi sareste comportati nello stesso modo se vi foste trovati padroni della nostra stessa potenza» (V, 105; p. 1325).
-la lunga esperienza dell’Impero romano
-la spartizione dell’Africa tra le potenze europee nella Conferenza di Berlino del 1884
-l’impero britannico tra Otto e Novecento.
Una delle differenze tra le esperienze coloniali del passato e quelle del presente è naturalmente la dimensione globale che il neocolonialismo del XXI secolo tende ad avere. Il termine globalizzazione indica anche questa dinamica.
Uno degli elementi di continuità tra vecchi e nuovi colonialismi è invece la giustificazione etica che le forze colonialiste danno a se stesse in nome di una qualche morale: il diritto, la religione cristiana, la civiltà, la democrazia, l’accoglienza, l’inclusività e altri valori.

Tempo storico e molteplicità del tempo

Come ben sanno molti lettori di questo spazio, sono contrario a qualunque forma di lezione ‘a distanza’. Faccio un’eccezione per un evento che non è una lezione ma è un intervento nell’ambito di un PRIN (Progetto di Rilevante Interesse Nazionale) del quale sono membro.
Il PRIN ha come denominazione Synchronized with Nature. Measuring time in ancient Egypt and Mesopotamia: archaeological and textual evidence e ne fanno parte soprattutto professori e ricercatori di area archeologica e storica. Mi è stato proposto di parteciparvi in quanto studioso della struttura e dello statuto del tempo.
Giovedì 31 ottobre 2024 alle 17.00 terrò un seminario dal titolo COMPUTUS. Tempo storico e molteplicità del tempo.
Il link per partecipare è: https://meet.google.com/bwb-rjyn-vmh
In questa locandina si può leggere il programma completo dei seminari, che sono pubblici.

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Ci crediamo avanzati, colti, disincantati, razionali, esperti.
Eppure cadiamo nell’ingenuità di credere che il modo nel quale pensiamo e computiamo il tempo – noi, adesso – sia stato uguale da sempre o che almeno sia assai antico.
Non è così. Nelle società arcaiche, nei grandi imperi orientali, in Grecia, a Roma, nel Medioevo e sin nel cuore del XIX secolo ciò che a noi sembra naturale quanto il sole e il respiro – la conoscenza esatta dell’ora sino ai minuti e ai secondi – era sconosciuto o secondario. E questo semplicemente perché non era necessario e perché il tempo riguardava altre dimensioni rispetto a quelle del lavoro e delle relazioni umane, a cominciare dalla dimensione del sacro.

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