La quinta stagione
(La cinquième saison)
di Peter Brosens e Jessica Woodworth
Con: Aurélia Poirier (Alice), Django Schrevens (Thomas), Sam Louwych (Pol), Gill Vancompernolle (Octave)
Belgio, Paesi Bassi, Francia, 2012
Trailer del film
La terra non fruttifica più, i semi non maturano, gli alberi non mettono le foglie, le mucche non danno più latte, le api sono scomparse. È un “inverno epocale” che si stende su uomini e cose. In un villaggio delle Ardenne, che prima viveva i suoi tranquilli e sempre eguali ritmi esistenziali, si scatena ora la violenza che cerca un capro espiatorio da sacrificare alle potenze che più non vogliono fecondare il mondo. Un filosofo-apicultore, suo figlio paralizzato, una ragazza non conformista saranno le vittime del gruppo, che si maschera con l’effige dei tribunali dell’Inquisizione.
Parabola sontuosa nelle immagini e gelida nella struttura, La cinquième saison trasmette sino in fondo e sin dall’inizio la nullità delle vite umane di fronte all’enigma della materia e delle sue manifestazioni. Nella prima scena un gallo si rifiuta tenacemente di cantare davanti al suo padrone, nell’ultima alcuni struzzi compaiono a occupare un luogo prima abitato dagli umani. Nel mezzo la follia, i simboli, la ferocia, il sesso, la guerra, il canto, gli uccelli, le acque, i riti, le nuvole che trascorrono minacciose su un cielo sempre uguale, gli alberi che cadono nel pieno dell’estate, la terra liquefatta, sterile, testarda. I dipinti di Brueghel prendono vita. Nella neve e nella folla l’insensatezza diventa bellezza.
Dagli sciamani di Khadak al filosofo europeo di questo film, sembra che per Brosens e Woodworth soltanto i sapienti siano in grado di sentire la Terra e di amarla, questa vera grande madre dalla quale tutti germiniamo. La quinta stagione è quella che non muta più, che più non torna.