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Ultimi rimorsi prima dell’oblio

Derniers remords avant l’oubli
(1987)
di Jean-Luc Lagarce
Teatro Out Off – Milano
Traduzione di Franco Quadri
Regia di Lorenzo Loris
Con: Gigio Alberti, Giovanni Franzoni, Sara Bertelà, Sabrina Colle, Alessandro Quattro, Paola Campaner
Teatro Out Off, in collaborazione con Face à Face – Parole di Francia per scene d’Italia
Sino al 5 luglio 2009

Una casa è da vendere. È abitata da un professore -Pierre-, rimasto solo dopo che Paul e Helène sono andati via anni prima. Avevano condiviso tutto, ora gli altri due hanno delle nuove famiglie. Arrivano, infatti, coi rispettivi coniugi e con una figlia. La tensione è profonda. Le parole emergono come iceberg da un oceano di risentimenti, di desideri, di nostalgie, di concentrazione sull’io. Ciascuno si dice pronto ad assecondare le volontà degli altri e tuttavia i rapporti sono guerra. Scorrono sullo sfondo le immagini di quando i tre erano giovani e bohèmiens ma l’illusione di fermare il tempo può solo moltiplicare il conflitto.

Lagarce ha l’immenso talento di trasformare le parole più ovvie e le situazioni più stantie in uno scavo dentro l’umano, i suoi movimenti, le memorie, le attese. «Non ho detto niente», è la formula spesso pronunciata dai protagonisti, come se il linguaggio fosse un’arma da nascondere («A lingua n’avi ossa e ruppi l’ossa» dicono in Sicilia), come se parlare fosse il vuoto della comunicazione, l’inquietudine dell’incompreso, l’ambiguità del taciuto, l’infinitezza dell’interpretato. Lagarce costruisce dei testi potentemente corali (come I pretendenti ) nei quali ciascuno dei personaggi sembra di volta in volta il centro della rappresentazione. Una splendida qualità.
Gli attori e la regia di questa messa in scena assecondano il testo nella sue pieghe, nell’implicito e nella forza. Il risultato è uno spettacolo che pensa alla radice le relazioni umane. Tra di esse, quella di un professore coi propri allievi; Pierre ritiene che l’insegnare sia un «parlare nel vuoto ai terribili eredi degli altri». Trasformare tale orrore in incontro è il compito -esaltante e duro- di chi educa.

I pretendenti

Les Prétendants (1989)
di Jean-Luc Lagarce
Teatro Studio – Milano
Sino al 18 febbraio 2009
Traduzione di Gioia Costa
Regia di Carmelo Rifici

con: Paola Bacci, Francesca Ciocchetti, Francesco Colella, Pierluigi Corallo, Giovanni Crippa, Massimo De Francovich, Angelo De Maco, Gianluigi Fogacci, Alessandro Genovesi, Elena Ghiaurov, Melania Giglio, Giorgio Ginex, Marco Grossi, Sergio Leone, Michele Maccagno, Bianca Pesce, Bruna Rossi

Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

pretendenti

 

In una città di provincia arriva un funzionario del Ministero per presiedere la riunione del locale circolo culturale, convocata per scegliere il nuovo direttore. Sullo sfondo di una consolidata cortesia formale emergono aspirazioni, gelosie, scontri privati e professionali. La soluzione era stata individuata prima ancora che la riunione iniziasse…

Diciassette attori sulla scena. Un testo senza protagonisti, dalla struttura corale e cinematografica. L’attenzione si sposta da un punto all’altro senza mai sovrapporsi, le stesse scene vengono a volte ripetute con inversioni spaziali e quindi da punti di vista diversi. Un’impresa, insomma. Che il giovane regista Carmelo Rifici riesce a portare a termine con strumenti semplici e raffinati. A Jean-Luc Lagarce (1957-1995), Ronconi sta dedicando un progetto teso a far conoscere anche in Italia un drammaturgo capace di far risorgere la scrittura teatrale dall’afasia finale dei grandi autori dell’assurdo. I pretendenti è una potente metafora della lotta quotidiana, della sottigliezza astuta del potere, dell’infelicità alla quale l’ambizione conduce. Della miseria umana, insomma. Ma tutto questo detto con un linguaggio essenziale, tagliente, a volte divertito.

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