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Elogio dell’odio

L’odio è una forza primordiale del vivente. Come tutte le forze profonde può diventare incontrollato in chi lo nutre, ma se rimane in una tonalità fredda e distante può costituire una fonte costante di energia. È questa forma di odio a essere intrinseca all’animale carnivoro e a permettergli di non tenere in alcun conto la vita della vittima. Non si tratta infatti di un odio emotivo e diretto verso un preciso individuo, che potrebbe essere dissolto da argomentazioni di una qualche natura, ma di un odio oggettivo e rivolto alla situazione che ostacola il predatore nella sua necessità di sopravvivere.
Uno degli esempi più chiari, evidenti e meglio documentati della forza che l’odio infonde in chi lo nutre è il cristianesimo. Questo insieme di dottrine e di comportamenti ha avuto un grande successo anche perché predica l’amore ma ha sempre praticato l’odio verso i peccatori, verso altri cristiani (definiti eretici), verso altre fedi, verso gli atei, verso i cristiani progressisti o verso i cristiani tradizionalisti, verso i pagani.
L’odio è sano anche perché alla lunga la melassa dei buoni sentimenti disgusta. Specialmente quando si è imparato – dai libri e dall’esistenza – quanta menzogna si agiti in tali sentimenti, quante tonalità negative, fatte di presunzione, viltà, interesse, arroganza, narcisismo, disprezzo verso la vita, la gaiezza, il sorriso. Disgusta questa bontà fatta di plastica dentro la quale sta l’acciaio di un autoritarismo che proclama a ogni passo, momento, sguardo, miseria: “Noi siamo i giusti, noi siamo i bravi, noi siamo gli accoglienti, noi siamo i corretti, noi siamo gli inoffensivi, noi siamo gli equi, noi siamo gli altruisti, noi siamo il bene. E voi che invece siete ingiusti, pessimi, escludenti, scorretti, aggressivi, iniqui, egoisti, voi non avete diritto nemmeno di parola ed è giusto che i nuovi poteri dei media e dei social network vi impediscano di proferire le vostre violenze, le vostre idee, le vostre parole, i vostri pensieri. Così il mondo sarà purificato e passeremo il resto dei nostri giorni a sorriderci a vicenda, ad accogliere, a raccontarci quanto stupenda sia la morale, a praticare le nostre belle solidarietà. E a dirci quanto la vostra libertà ci desse fastidio”.

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