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Potere e IA

Mutamenti politici e intelligenze artificiali
in Dialoghi Mediterranei
n. 66, marzo-aprile 2024
pagine 30-36

Indice
-Una premessa: l’Occidente 
-Algoritmi e transumanesimo
-Intelligenze artificiali e vita della πόλις 
-Lo spazio politico del sé

La fusione tra neuroscienze e ingegneria informatica è l’orizzonte nel quale si inscrive oggi una parte sostanziale della questione antropologica. Espressione centrale di tale fusione è lo statuto stesso degli algoritmi – poiché sono questi che contano, è il software assai più del supporto macchinico – i quali vanno sempre più comportandosi come agenti non soltanto autonomi ma anche e soprattutto in veloce evoluzione, come se fossero dei veri e propri organismi multicellulari.
Lo sviluppo delle AI e del paradigma transumano nel quale esso si inscrive è parte di uno degli obiettivi e dei sogni tra i più antichi che varie culture umane abbiano immaginato e a volte perseguito, di solito però con strumenti religiosi e non tecnologici. Tale scopo è il progressivo abbandono dei limiti somatici e temporali dell’animale umano (la sua finitudine) per attingere invece forme e comportamenti di controllo accurato e completo del mondo e, in prospettiva, per non morire più.
Anche la forma di intelligenza che chiamiamo pura razionalità è in realtà per sua natura l’intelligenza dell’ambiente, nel doppio senso del genitivo: la comprensione che l’ambiente opera di se stesso, la comprensione che un corpomente ha dell’ambiente nel quale è immerso. L’intelligenza consiste nel percepire il contesto con dei sensi/sensori, decidere quale sia il comportamento più adeguato alla situazione rilevata, eseguire movimenti e azioni rivolti a raggiungere gli scopi che dalle diverse e specifiche situazioni emergono. L’intelligenza consiste pertanto nella capacità del corpomente di abitare lo spazio, il tempo, gli istanti, le condizioni, i rischi, le possibilità.
All’insistito e rizomatico tentativo di sostituire l’essere e il pensare con il calcolo e con la connessione va opposto anzitutto e semplicemente lo spazio del sé come luogo politico e non soltanto psicologico o esistenziale.

Sulle Intelligenze Artificiali

Domenica 7 aprile 2024 alle 15.30 a Viagrande (CT) parteciperò a un evento dedicato alle molteplici radici, significati e implicazioni dell’Intelligenza Artificiale, in particolare alla sua dimensione fortemente politica. Lo sviluppo delle intelligenze artificiali è infatti sempre più rivolto non all’incremento dell’intelligenza dei software ma alla trasformazione dell’umano in un fattore attivo e passivo di calcolo. Il che significa e implica il progressivo abbandono dell’identità e dell’ontologia biologica a favore di qualcosa che è stato definito Transumanesimo.
Uno degli strumenti più pervasivi di tale dinamica è la connessione senza intervalli nello spazio e senza interruzioni nel tempo. Una connessione che trasforma le relazioni in una espansione dell’individuo e del suo gioco con il mondo, una forma integralmente soggettiva, nella quale la dimensione politica è cancellata anche tramite la sostituzione dei diritti politico/sociali – sempre storicamente collocati – con diritti attinenti alla sfera dei desideri privati, in particolare di natura sessuale (sta qui il cuore della questione gender).
Rinunciare a vivere nel mondo fisico come luogo anche politico rischia di produrre una sempre più accentuata dissoluzione dei legami reali, favorendo invece l’impulso a una sottomissione che trasferisce la vita in un Paese dei balocchi che ci trasforma in meri esecutori/burattini che qualunque autorità è pronta a utilizzare per i propri obiettivi salutistici, moralistici, solidaristici, volti in realtà al dominio. 

 

Sul digitale

Giovedì 24.10.2019 alle 14,45 parteciperò a una sessione del VI Colloquio di ricerca del mio Dipartimento: Saperi umanistici: cinque temi per il futuro (Catania, 24-25 ottobre 2019).
La sessione dal titolo Etica e mondo digitale sarà condotta da Benedetta Giovanola, docente di Filosofia morale all’Università di Macerata, la quale ci parlerà di Etica del digitale: dalla tecnica all’intelligenza artificiale.
Il mio auspicio è condurre un confronto sulla relazione tra IA e temporalità, in particolare a proposito della infantilizzazione del corpo sociale indotta dalla dimensione ludica della Rete. Per comprendere simili questioni ritengo insufficiente un approccio soltanto etico e necessaria invece una prospettiva ontologica per la quale la macchina costituisce anche un dispositivo metabolico che assume e trasforma ogni datità tecnica in un processo guidato da intenzioni.

Cyborgsofia

La rivista Zero Zero News mi ha chiesto un’intervista sul concetto di Cyborgsofia; la conversazione è stata pubblicata il 17 settembre 2018.

«L’umano è una struttura da sempre ibridata con altre dimensioni dell’essere. L’antroposfera esiste e opera dentro la zoosfera (la relazione con gli altri animali), la tecnosfera (la relazione con le nostre macchine e dispositivi), la teosfera (la relazione con la dimensione del sacro). La filosofia del computer, o cyborgsofia, è un tentativo di pensare a fondo tali relazioni».

 

Sicurezza

Nei prossimi giorni parlerò in due occasioni dei rapporti tra Filosofia e Rete.

Giovedì 26.10.2017 dalle 15.45 alle 16.30 nell’Aula Magna del Disum terrò un dialogo con Alessandro Curioni dal titolo Prolegomeni a ogni futura sicurezza. L’incontro fa parte del IV Colloquio di ricerca del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania, dal titolo Presente e futuro della conoscenza.

Sabato 28.10.2017 alle 11.30 nell’Auditorium del Disum parteciperò al Linux Day 2017, con una relazione dal titolo Filosofia della (libera) sicurezza.

[Photo by Sergey Zolkin on Unsplash]

Privacy

Il business dei big data e della sorveglianza in nome della trasparenza
il manifesto
22 luglio 2017
pag. 11
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Siamo ancora qui e siamo i padroni del pianeta anche e soprattutto perché in milioni di anni l’Homo sapiens è riuscito a coniugare due caratteristiche: utilizzare i nostri sensi per percepire con estrema cura i suoni, gli odori, i movimenti dell’ambiente intorno a noi, in modo da evitare d’essere preda e diventare appena possibile predatori; coniugare i sensi con una tendenza immediata e pervasiva alla manipolazione degli oggetti e del mondo. A tutto questo abbiamo unito una formidabile capacità mnemonica, sia dei singoli sia della specie.
Anche per mezzo di tutte queste facoltà abbiamo costruito il mondo digitale e virtuale dentro cui miliardi di umani sono immersi ogni giorno e senza il quale non saprebbero più neppure immaginarsi.
Eppure questo mondo presenta dei rischi letali.

[Il titolo dell’articolo -poco corrispondente al contenuto del testo- non è mio ma è redazionale.
Photo by Matthew Henry on Unsplash]

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