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Alterità e Bellezza

Martedì 21 maggio 2024 alle 16.00 nella Sala Rotonda del Coro di Notte del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania si svolgerà il terzo incontro del ciclo che quest’anno l’ASFU (Associazione Studenti di Filosofia Unict) dedica al tema dell’Alterità.
Giuseppe Frazzetto (saggista e critico d’arte, già Professore di Storia dell’Arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Catania) e io dialogheremo a proposito di Alterità e Bellezza.
Un effetto ben noto della modernità è lo straordinario aumento della disponibilità di immagini. Ma nella cultura diffusa non è presente la consapevolezza di una condizione effettivamente nuova: le immagini il più delle volte propongono una estraneità. Derivano da altre culture, o da elaborazioni teoriche di cui sappiamo ben poco, da intenzioni di cui nemmeno sospettiamo l’esistenza (o da un software). Nell’incontro si proporranno alcune riflessioni sull’estraneità (e sull’incomune), a partire da testi classici di autori che ne hanno tematizzato aspetti significativi (Nietzsche, Warburg, Benjamin, Heidegger, Baudrillard, Flusser).

L’animale umano

Etologia umana e filosofia 
in Dialoghi Mediterranei
n. 58, novembre-dicembre 2022
pagine 34-38

Indice
-Etologia e antropologia
-Antropologia e pedagogia
-La guerra
-L’invito delfico

Se Giordano Bruno vide la terra come un granello di polvere nel cosmo infinito, se Darwin scoprì la dipendenza della specie umana dagli altri primati e dall’intero mondo biologico del quale è parte, Konrad Lorenz da parte sua permette di comprendere meglio la struttura culturale dell’animale umano confrontandola con le modalità di vita e le organizzazioni degli altri animali. Le analisi di Lorenz e di Iräneus Eibl-Eibesfeldt sono feconde per la comprensione di un comportamento quale l’aggressività intraspecifica, a partire dalla presenza nella nostra specie sia di elementi innati sia di atteggiamenti acquisiti.
Anche uno dei più importanti antropologi libertari, Pierre Clastres, conferma la presenza e la pervasività della guerra in tutte le società conosciute. Contro Lévi-Strauss, che fu suo maestro, Clastres sostiene che la guerra non sarebbe il risultato di uno scambio fallito; non l’esito dunque di una pratica commerciale che nel mondo primitivo non esiste, ma sarebbe la struttura e la condizione di base di quelle società.
I pericoli insiti in tutto ciò che riguarda la guerra, il territorio e il rango  nelle società contemporanee sono dati anche dal fatto che nel corso della filogenesi non vi è stata alcuna pressione selettiva contro la guerra, la quale solo a partire dal Novecento ha assunto la dimensione di un male definitivo e irreversibile; contro l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, data la scarsità della popolazione fino all’esplosione demografica contemporanea; contro il potere delle immagini televisive e di Internet, fenomeni evidentemente nuovi e il cui impatto è ancora difficile da valutare in termini evolutivi, anche se è possibile coglierne fin d’ora i rischi di omologazione politico-culturale e di istigazione imitativa.

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