Fausto Melotti
MADRE – Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina – Napoli
A cura di Germano Celant
Sino al 9 aprile 2012
I sette savi stanno lì, in piedi, immobili, senza volto e con tutti i volti, senza identità e con tutte le identità. Guardano oltre i loro compagni, oltre gli spazi nei quali di volta in volta si trovano, oltre il divenire. Questi savi sono la perfezione della materia. La materia cieca, inconsapevole e dunque libera da ogni dolore, da ogni amore, da ogni caduta. Puro divenire di molecole. Una perfetta freddezza che è anche l’unica perfetta gioia che nel mondo -nell’universo, intendo- possa essere data.
Le allegorie plastiche di Melotti dedicate alla Pittura, alla Decorazione, all’Architettura assumono sembianze umane ma non riescono neppure esse a nascondere che la pittura è pigmento sparso su superfici, la decorazione è alternanza di colori e di forme, l’architettura è roccia, marmo, legno, cemento disposto ad accogliere ma indifferente a chi abita.
E così le altre opere in terracotta e in metallo a volte prendono nomi allegorici, evocativi, solenni e grati. Ma più spesso sono Senza titolo, come senza titolo è la materia. Una volta Melotti disse che «enormi affreschi non li guardi. Un foglio bianco con una sola linea e ne resti incantato».