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La solitudine del pianeta

Arrival
di Denis Villeneuve
USA, 2016
Con: Amy Adams (Louise Banks), Jeremy Renner (Ian Donnelly), Forest Whitaker (Il colonnello Weber)
Sceneggiatura di Eric Heisserer, da Stories of Your Life di Ted Chiang
Trailer del film

Del linguaggio Louise sa tutto. Insegnarne la bellezza e i segreti è la sua vita, dopo la morte straziante della propria bambina. Per questo viene chiamata dal governo quando una forma ellittica verticale, alta 400 metri, si poggia senza toccarla sulla superficie del Montana. Altre undici identiche strutture sono arrivate nei luoghi più diversi del pianeta. Ad abitarle sono delle entità eptapodi, fatte dunque di sette piedi con i quali disegnano su un vetro le forme che costituiscono il loro linguaggio. Louise riesce a comprenderle e a farsi intendere. Non si sa da dove e come tali entità siano arrivate ma portano in dono il linguaggio e il tempo. Un linguaggio con il quale capire il tempo.
L’ ‘astronave’ -evidente omaggio al monolite di 2001. A Space Odyssey costituisce una struttura elegante, interiore ed enigmatica, come elegante, interiore ed enigmatico è questo film. Al suo cuore c’è il dolore umano, la nostra solitudine. Che si esprimono nella forma circolare che fa da base al linguaggio degli eptapodi. Una forma che indica il divenire circolare del tempo. Non è necessario, infatti, «che il tempo sia lineare affinché sia tempo, affinché dunque sia irreversibile. L’irreversibilità è infatti presente in ogni modo del tempo, anche in quello ciclico. La struttura temporale non è l’apparire del nuovo ma è l’esserci del divenire, è la relazione tra un prima un poi. Relazione che esiste e permane anche nel tempo ciclico. Il tempo, infatti, non può essere fatto coincidere con il nuovo. Il nucleo fattuale e teoretico, ontologico ed epistemologico, del tempo è il divenire, che è senz’altro il divenire del nuovo ma che non esclude anche il divenire dell’identico. Che le lancette tornino sempre nello stesso rapporto reciproco, che la luna si ritrovi nella medesima posizione, che l’asse terrestre sia un asse del ritorno (persino nella precessione degli equinozi), che il moto della Terra intorno al Sole e del Sole intorno al centro della galassia siano sempre uguali, non vuol dire che tutti questi movimenti non siano temporali. Sono il tempo che sta, fluisce e torna. E in questo suo divenire è. Fluire e stare, memoria e oblio, nuovo e “di nuovo” costituiscono dunque la sistole e diastole del cuore teoretico dell’essere, del tempo» (Aión. Teoria generale del tempo , p. 106).
Arrival è una storia che descrive il contenuto di questo brano, una storia che ritorna e si chiude da dove è partita, intessendo la mente di interrogativi fecondi. Che cosa vediamo all’inizio del film? Il passato di Louise o il suo futuro? Da dove provengono davvero quelle entità, da un qualche luogo o dalla mente? C’è differenza tra i luoghi e le menti? L’amore profondo tra gli esseri umani finisce con la dissoluzione dei corpi o esistono strutture sconosciute -mnemoniche, cosmiche, metafisiche o di generi che ignoriamo- capaci di rendere eterna la materia da cui veniamo e di cui siamo fatti, la materia indistruttibile e perfetta? Che cosa accade nella Sostanza spinoziana? Il tutto in cui consiste può stare fuori dal tempo se le parti di cui si compone sono evidentemente tempo in atto, materia che diviene? In questo sistema circolare dell’essere, ogni punto non è forse parte dell’intero e quindi correlato immediatamente e inevitabilmente con ogni altro, per quanto distante appaia nello spazio e nel tempo? Che cosa succede quando tale distanza si annulla e gli istanti di cui l’essere si compone si trovano a ridosso gli uni degli altri? Non deve accadere qualcosa di simile agli ‘sbuffi’ che emergono dal cerchio che sta a fondamento del linguaggio degli eptapodi?
Un inizio di risposta a tali domande sta, appunto, nel segno circolare –parola/discorso/logos– che di questo bellissimo film racchiude insieme enigma e significato.  E sta anche -per quello che concerne l’infima fibra di universo che come umani siamo- in ciò che che Martin Heidegger chiama gewesend-gegenwärtigende Zukunft, l’avvenire che in quanto orizzonte sempre aperto del tempo dà senso a tutto ciò che è accaduto e in questo modo crea la pienezza del presente (Sein und Zeit, § 65).
Il presente di Louise e quello, molto diverso, delle entità venute dal tempo si toccano nella scena in cui le mani dell’umana e le strutture degli eptapodi si poggiano sulla stessa superficie e fanno della donna una sintesi di memorie e di attese; la fanno diventare ciò che è, lei e sua figlia, il cui nome -Hannah- è un palindromo, una parola quindi che può essere letta in entrambe le direzioni senza nulla perdere del suo significato, come il tempo.

Heidegger / Arendt

Raccontare tempo, colpa e perdono attraverso l’invenzione
il manifesto
28 gennaio 2017
pag. 11
Pdf dell’articolo

Per ragioni di spazio manca nell’articolo pubblicato il seguente testo, successivo alla frase «Tra questi molti si riferiscono al breve periodo in cui nel 1933 fu rettore dell’Università di Friburgo». Lo aggiungo qui: «e durante il quale vietò l’affissione del Judenplakats, il manifesto antisemita del movimento studentesco; aiutò numerosi colleghi ebrei a fuggire all’estero; nominò decani di riconosciuto valore scientifico, pur se invisi al partito, e anche per questo dovette rassegnare le dimissioni da rettore, non volendo obbedire all’ordine del Ministero di revocare quegli incarichi. Negli anni successivi, le lezioni di Heidegger vennero frequentate da spie delle SS e il filosofo subì ripetuti attacchi sulla stampa del partito, sino ad arrivare a un esplicito divieto di scrivere il suo nome su giornali e riviste e di recensire i suoi libri».

 

 

Heidegger / Ricoeur

in_circolo
Identità e differenze temporali. Su Heidegger e Ricoeur

in «In Circolo – Rivista di filosofia e culture»
Numero 2 – Dicembre 2016
Pagine 277-290

Abstract del saggio
«The paper analyzes and compares two fundamental works to understand temporality: Sein und Zeit by Martin Heidegger and Paul Ricoeur’s Temps et récit. Heidegger’s onthological analysis becomes theoretical narrative in Ricoeur, without losing anything of the complexity of the matter, rather getting enriched with a series of strong links to history, literature, phenomenology».

Quelli che…Heidegger, oh yeah

Quelli che…«Heidegger era un montanaro»…
Quelli che…non vedevano l’ora di azzannare un filosofo…
Quelli che…non vedevano l’ora di azzannare un filosofo che non capiscono…
Quelli che…non vedevano l’ora di azzannare un filosofo che non sono interessati a capire…
Quelli che…odiano Heidegger perché sono husserliani…
Quelli che…«Heidegger non si è mai pentito»…
Quelli che…i Quaderni neri non è per il colore della copertina…
Quelli che…di migliaia di pagine contano soltanto quelle
Quelli che…parlano di Heidegger e non hanno mai letto Essere e tempo
Quelli che…non hanno letto Essere e tempo, non lo leggeranno mai e se ne vantano…
Quelli che…anche se Heidegger durante il regime nazista tenne delle lezioni su Nietzsche che nulla hanno di nazista…«questo non conta»…
Quelli che…«Heidegger mi sta antipatico»…
Quelli che…hanno provato a leggere Heidegger e «ma che palle»…
Quelli che…«Heidegger detesta la modernità»…vero, e dunque?
Quelli che…anche se Heidegger ebbe molti amici e allievi ebrei…«questo non ha importanza»…
Quelli che…leggono anche la filosofia con gli schemi della ‘destra’ e della ‘sinistra’…
Quelli che…la differenza ontologica…«che cosa sarà mai?»
Quelli che…invece sono coltissimi…ed è peggio…
Quelli che…in nome della libertà vogliono sempre chiudere la bocca (e la penna) a qualcun altro…
Quelli che…Platone era uno schiavista e Heidegger era un nazista, «e ho detto tutto»…
Quelli che…si vogliono vendicare della grandezza alla quale non arrivano …
Quelli che…la filosofia non è cosa per loro, anche se magari ci scrivono sopra e hanno pure il titolo…
Quelli che…fiutano il vento e stanno sempre dalla parte di chi sembra vincere, prima con Heidegger, ora contro Heidegger…
Quelli che…la colpa è dell’ermeneutica…
Quelli che…Heidegger…
oh, yeah

[127 anni fa -il 26 settembre del 1889- nasceva Martin Heidegger. L’ho voluto ricordare ispirandomi a Enzo Jannacci. Chi vuole documentarsi meglio può leggere:
In defence of Heidegger di Jonathan Rée (12 marzo 2014)
Heidegger. I Quaderni neri? Appunti di un piccolo borghese assillato dal destino di Eugenio Mazzarella (11 febbraio 2015)
Una mia recensione al primo volume dei Quaderni neri (10 dicembre 2015).
Consiglio soprattutto la lettura del testo secondo me più importante sulla questione dei taccuini heideggeriani: Martin Heidegger. La verità sui Quaderni neri di Friedrich-Wilhem von Herrmann e Francesco Alfieri. Spero di poter scrivere nei prossimi mesi su questo libro esemplare sia da un punto di vista filologico sia in una prospettiva ermeneutica.
Infine, la rassegna bibliografica completa di tutto ciò che viene pubblicato in italiano sui Quaderni di Heidegger: Zanzibar].

Programmi dell’anno accademico 2016-2017

Nell’a.a. 2016-2017 insegnerò Filosofia teoretica, Filosofia della mente e Sociologia della cultura.
Pubblico qui i programmi che svolgerò, inserendo i link al sito del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania per tutte le altre (importanti) informazioni.

Filosofia teoretica
Teoria generale del tempo come Identità e Differenza

Antonio Cimino, Ontologia, storia, temporalità. Heidegger, Platone e l’essenza della filosofia, Edizioni Ets 2005
Platone, Sofista (qualunque edizione con testo greco a fronte; preferibilmente l’edizione curata da Bruno Centrone, Einaudi 2008)
Martin Heidegger, Il ‘Sofista’ di Platone, Adelphi 2013, paragrafi 33-80, pp. 259-600
Alberto Giovanni Biuso, Aiòn. Teoria generale del tempo, Villaggio Maori Edizioni 2016

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Filosofia della mente
La mente, il corpo e il bello. Modelli greci

Alberto Giovanni BiusoLa mente temporale. Corpo Mondo Artificio, Carocci, 2009 (capp. 1 e 2, Una storia della mente – Il corpo dentro il mondo)
Bruno SnellLa cultura greca e le origini del pensiero europeo, Einaudi 2002 (Introduzione e capp. I-VIII)
Anthony A. LongLa mente, l’anima, il corpo. Modelli greci, Einaudi 2016
Friedrich W. NietzscheLa nascita della tragedia dallo spirito della musica, Adelphi
Alberto Giovanni Biuso«Abbiamo l’arte per non naufragare nella verità». Sull’estetica dionisiaca di Nietzsche, in «Koiné», Anno XIV – NN. 1-4, Gennaio/Dicembre 2007

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Sociologia della cultura
Social Network e dominio

Rocco De BiasiChe cos’è la Sociologia della cultura, Carocci 2008.
Guy DebordCommentari alla società dello spettacolo, in «La Società dello Spettacolo», Baldini & Castoldi 2013, pp. 185-248.
Christoph TürckeLa società eccitata. Filosofia della sensazione, Bollati Boringhieri 2012: premessa e capitolo 1 (pp. 9-97).
Renato CurcioL’Impero virtuale. Colonizzazione dell’immaginario e controllo sociale, Sensibili alle foglie 2015.
Giuseppe FrazzettoEpico Caotico. Videogiochi e altre mitologie tecnologiche, Fausto Lupetti Editore 2015, Premessa e capitoli: Playing Class Hero; Altri pianeti, altre vite; Gioco e mobilitazione della vita; Di macchine e animali; Selfie e altri punti di vista; Miti Wikipedia.
Alberto Giovanni Biuso, «La società videocratica», in L’anarchismo oggi. Un pensiero necessario – Libertaria 2014, pp. 66-71.

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