Serbelloni Mazzanti Viendalmare
La contessa Lorenza Goldrini Serbelloni Mazzanti Viendalmare aveva da sempre una spiccata inclinazione per i poveri. Senza di essi non poteva vivere e quindi operava affinché crescessero di numero. Un soggiorno in Africa le diede infatti le maggiori gioie di sua vita, tanto da spingerla a prendere in considerazione un trasferimento definitivo di là dal mare dal quale pur veniva.
E tuttavia quando la Repubblica Monarchica e Socialista di Gutania reclamò per lei un alto soglio non poté dir di no agli operai e ai contadini che a quella responsabilità l’avevano catapultata, vincendo la sua innata modestia di millenaria nobildonna. Il discorso d’insediamento suscitò l’entusiasmo dovuto a chi da Presidente della Stanza Suprema di Gutania discettava sul volgere dei mondi e su come aggiustar l’asse terrestre, da troppo tempo poco elegantemente inclinato di traverso. E ci sarebbe certo riuscita, la contessa, se non le si fossero messi d’ostacolo alcuni volgarissimi plebei poco interessati a rotazioni e rivoluzioni dell’asse e molto, invece, alle stelle e a come evitare che i banchieri di Gutania estendessero i loro forzieri al firmamento. Ma per quanto tali plebei strepitassero, urtando le nobili orecchiette goldriniane, la Presidente repubblicana monarchica e socialista ebbe alla bisogna il conforto di antichi ricordi della scuola. Le sovvenne quindi della ghigliottina. Non rammentava, è vero, che quello strumento aveva tolto ogni pensiero ad alcune sue antenate ma fu meglio. Perché lo utilizzò come pochi in Gutania avrebbero saputo, anzi come mai avevan fatto. E allora Zac! e ogni opposizione fu taciuta.