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Senso di responsabilità

Da una notizia dell’AGI del 14.8.2023:
«Dopo la fine dell’obbligo di isolamento nuovo cambio di passo del governo sulla gestione del Covid. Se il 2021 e il 2022 sono stati gli anni degli obblighi, il 2023 sarà invece quello della responsabilità. In autunno, infatti, la nuova campagna vaccinale sarà la prima senza alcuna imposizione. Neppure per gli operatori sanitari».

Fonti: 

Naturalmente mi aspetto che quanti si sono inoculati tre dosi non si fermino e dall’autunno prossimo mostrino «senso di responsabilità» proseguendo nella loro cura preventiva per sé e per gli altri, soprattutto gli operatori sanitari, gli ultrasessantenni e le donne in gravidanza ma poi tutti i cittadini vaccinati con tre dosi.
Se non lo dovessero fare, confermerebbero il sospetto che si sono inoculati soltanto per obbligo, per paura delle sanzioni e di perdere il lavoro, per il condizionamento televisivo e non per convinzione, cosa molto grave dal punto di vista sia sanitario sia civile.
Attendo dunque con fiducia che i cosiddetti «hub vaccinali» si riempiano di nuovo di cittadini responsabili.

 

[Foto di Helena Lopes su Unsplash]

«Ho eseguito gli ordini»

Il caso Collini
(Der Fall Collini)
di Marco Kreuzpaintner
Germania, 2019
Con: Elyas M’Barek (Caspar Leinen), Franco Nero (Fabrizio Collini), Alexandra Maria Lara (Johanna Meyer), Manfred Zapatka (Hans Meyer), Sandro Di Stefano (II) (Claudio Lucchesi)
Trailer del film

Un anziano magnate dell’industria tedesca, Hans Meyer, viene ucciso a sangue freddo e con violenza in un albergo di Berlino. L’assassino si fa arrestare senza opporre alcuna resistenza. È un uomo di origine italiana che si chiude in un mutismo ostinato e completo. Gli viene assegnato un giovane avvocato d’ufficio che è stato amico della vittima e della sua famiglia. Anche se titubante, l’avvocato Caspar Leinen accetta l’incarico e ha come controparte quello che in Italia si definirebbe «un principe del Foro», che è stato anche suo professore. E tuttavia la determinazione e l’intelligenza dell’avvocato Leinen conducono alla scoperta e alla messa in pubblico di una parte della vita di Meyer che era stata accuratamente nascosta. A Fabrizio Collini, l’assassino, basta questo per riscattare la morte di suo padre, vittima senza ragione di una rappresaglia delle SS nel 1944 in Toscana, ordinata ed eseguita dall’allora SS Meyer.
Mῆνις – il rancore, la vendetta, l’ira – non va infatti mai in prescrizione.
Come viene difesa la memoria di Hans Meyer dal suo avvocato, dalla nipote, persino dalla legge? In che modo viene giustificata la fucilazione di venti civili come rappresaglia per la morte di due soldati tedeschi? Con la formula: «Ha eseguito gli ordini». La stessa formula di tanti ufficiali delle SS, la stessa formula di Adolf Eichmann, la stessa formula dei burocrati che ovunque e sempre si fanno portatori «innocenti e neutri» di ingiustizia.
Allo stesso modo, infatti, si giustificano in questo nostro tempo i tanti burocrati che «obbedendo» alle norme sull’epidemia hanno privato altri cittadini del posto di lavoro, dello stipendio, dell’integrità sociale; allo stesso modo si giustificano i tanti funzionari che hanno firmato dei vergognosi decreti di sospensione. La differenza con i burocrati nazionalsocialisti è quantitativa, è di grado, non è di sostanza. È facile infatti intuire che in altre circostanze i nostri contemporanei si sarebbero comportati allo stesso modo, da buoni funzionari, obbedendo sempre alla legge.
Ma la formula universale «è la legge che lo stabilisce» non legittima l’iniquità della legge e di chi a essa obbedisce, facendosene complice, assumendosi responsabilità molto gravi. Come, appunto, Eichmann, Meyer e tanti altri «esecutori» del passato e del presente.

Covid e Stato etico

Venerdì 20 gennaio 2023 alle 15.30 nella sede di Belluno di Unidolomiti terrò una lezione dal titolo Epidemie, Diritti e Stato etico. L’evento si inserisce nel ciclo Dialoghi sul potere ideato e organizzato dal Prof. Lorenzo Maria Pacini.
Affronterò, in modo naturalmente sintetico, le seguenti questioni:

1 Che cos’è un’epidemia?
2 Che cos’è l’autorità?
3 Che cosa sono i diritti?
4 Il potere e la morte
5 Epidemie e vita
6 Epidemie e Stato etico
7 Una ginnastica d’obbedienza
8 Covid19 e disvelamento

Cercherò in questo modo di analizzare le ragioni e le radici della vessazione attuata dalle forze dell’ordine, dai social network, dalle televisioni, da uno Stato e da una società civile diventati etici, cioè convinti di essere la fonte non soltanto delle norme empiriche ma anche del bene e del male assoluti, da imporre a tutti i cittadini, i quali sono stati privati del diritto di difendere i propri corpi e di resistere a una visione del mondo e a un insieme di pratiche dalle chiare tendenze autoritarie e persecutorie.

Elezioni politiche 2022

Per chi rifletta sulle imminenti elezioni politiche italiane senza ripetere quanto televisioni e giornali dicono e cercando invece di ragionare con un minimo di oggettività su quanto è accaduto nella Legislatura che si chiude, la prima decisione consiste nel non votare – non poter votare – le forze politiche che hanno sostenuto il Governo Draghi: Partito Democratico, Lega, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e altre formazioni minori. Né è possibile votare per l’unica forza parlamentare che apparentemente non ha sostenuto tale governo, vale a dire Fratelli d’Italia, la cui opposizione è stata inconsistente e il cui programma si propone di rafforzare l’elemento centrale che ha guidato l’azione dell’ultimo Governo: la subordinazione in ogni campo alle decisioni degli Stati Uniti d’America, il rafforzamento della NATO, la continuazione della guerra contro la Russia.
Infatti la sottomissione totale agli USA e la continuazione del conflitto tra NATO e Russia in territorio ucraino costituiscono il culmine di un’azione volta a danneggiare l’Europa per eliminare un competitore economico ancora forte in un momento nel quale la potenza statunitense mostra consistenti segni di cedimento rispetto alla Cina, all’India e alla sempre più chiara insofferenza del continente latino-americano nei confronti del suo tradizionale padrone.
Anche quanto accaduto con la vicenda Sars-Cov2 si inscrive in una dinamica di progressivo asservimento del corpo collettivo; di sottrazione di autonomia rispetto alle fonti di informazione governative; di attacco alle libertà della persona; di tramonto dello spirito critico rispetto all’accadere; di trasformazione dell’atteggiamento scientifico nell’atteggiamento opposto, con la ripetizione omiletica di dogmi, prescrizioni, terrori.
Uno degli effetti di questo attacco alle libertà e alla critica è stato l’accoglimento quasi unanime di una guerra le cui motivazioni «democratiche» e di principio sono chiaramente risibili e sono invece strumentali all’impoverimento dell’Europa e dell’Italia. Un Paese in ginocchio a causa del Covid ma al quale si sottraggono risorse finanziarie, si impone l’aumento dei costi dell’energia, si infliggono chiusure di aziende, si impoveriscono scuole e università, si prospetta un inverno di fame e di freddo pur di finanziare il Governo dell’Ucraina con miliardi di euro provenienti dall’Italia sotto forma di armi, donazioni, cooperazione, prestiti a fondo perduto. Viene così inflitto alla società italiana un danno enorme, qualcosa di veramente inaudito.
In poche parole: il Governo Draghi è stato ed è un nemico dell’Italia; ogni sua continuazione sotto altri nomi e sigle – come quelli del Partito Democratico o di Fratelli d’Italia e i loro rispettivi alleati – sarebbe una sciagura che gli italiani pagheranno con l’impoverimento economico e culturale più consistente dalla Seconda guerra mondiale in avanti, mediante l’aggravarsi – ad esempio – del dissesto idrogeologico (con le relative catastrofi ‘naturali’); con la mancata manutenzione e ricostruzione delle aree compromesse e distrutte; con gli stipendi e le pensioni al limite della sopravvivenza; con la gravissima situazione sanitaria, con ospedali chiusi o ridimensionati e dove in un Pronto soccorso si può attendere per decine di ore prima di essere visitati.
Per chi intende votare, è dunque necessario rivolgersi a liste e a proposte politiche che non sono state complici del recente disastro. La più convincente tra queste formazioni a me sembra Italia sovrana e popolare. Me lo fanno pensare la partecipazione ad alcune sue manifestazioni a Milano, la modalità di comunicazione – che non attacca altre forze alternative ma si volge contro i partiti dell’attuale Governo – e soprattutto un’attenta lettura dei suoi programmi.

Pubblico dunque qui sotto il pdf del programma di questo partito, con le mie evidenziazioni e anche qualche perplessità.

Italia Sovrana e Popolare / Programma politico

Provo comunque a riassumere le proposte più convincenti, indicando in quale dei 10 punti del documento si trovano:

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  • Chiediamo il ripristino del principio di autodeterminazione al trattamento sanitario da parte del paziente e della libertà terapeutica in scienza e coscienza da parte del medico.
  • Chiediamo il ritorno in ogni settore lavorativo e in ambito scolastico a condizioni normali di operatività, con l’abbandono di tutte le misure straordinarie introdotte all’insegna dell’emergenzialismo sanitario (punto 2).

Il sistema sperimentato col green pass deve restare un ammonimento a futura memoria su ciò che non deve mai più accadere.

  • Chiediamo di imporre il divieto assoluto per le banche e i gestori di portafogli elettronici di chiudere i conti dei clienti o rendere indisponibili i loro fondi, se non in seguito a un’ordinanza della magistratura.
  • Chiediamo un’attenta valutazione, e un freno, a tutti i processi di estensione della sorveglianza sulla popolazione attraverso l’accesso ai dati su internet e in generale nella rete delle telecomunicazioni (punto 5).
  • Chiediamo la riconversione degli allevamenti intensivi perché forieri di farmacoresistenza, grave inquinamento, carni di bassa o nulla qualità, maltrattamento animale (punto 8).

La scuola non dev’essere un’azienda e non deve formare né consumatori né ingranaggi sociali, ma cittadini.

    • Chiediamo l’abbandono del modello di scuola-azienda, la fine della cosiddetta “autonomia scolastica” che ha supportato tale modello aziendale, e l’abolizione della figura del dirigente scolastico-manager.
    • Chiediamo l’abbandono della “didattica per competenze” e dell’alternanza scuola-lavoro, che sottrae sterilmente (quando non pericolosamente) centinaia di ore alla didattica e allo studio.
    • Chiediamo la sburocratizzazione del lavoro degli insegnanti, scolastici e universitari, chiamati sempre di più a compiti organizzativi ed amministrativi e con sempre meno risorse da dedicare a studio e didattica. Abolizione dell’Invalsi.
    • Rivendichiamo fermamente la libertà d’insegnamento, come da dettato costituzionale, libera dai condizionamenti delle pressioni economiche e dai dettami del politicamente corretto (punto 9).
    • Promuoviamo una cultura ancorata alla natura e alla storia, che respinga agende di ispirazione transumanista, relativistica e nichilista, che prenda le distanze da progetti di ingegneria genetica quanto di ingegneria sociale (punto 10).

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È, questa, soltanto una selezione di argomenti, quelli più vicini alla mia sensibilità e ai miei interessi. Invito a leggere il programma per intero, un testo peraltro breve e assai chiaro.
Il 25 settembre mi troverò in Sicilia e le attuali leggi non mi permettono di votare fuori dalla città di residenza. Invito dunque i miei amici e i lettori che condividono almeno in parte quanto qui ho scritto a votare anche per me. Grazie.

Green Time

In Time
di Andrew Niccol
USA, 2011
Con: Justin Timberlake (Will Salas), Cillian Murphy (Timekeeper Raymond Leon), Amanda Seyfried (Sylvia Weis), Vincent Kartheiser (Philippe Weis), Alex Pettyfer (Fortis)
Trailer del film

«Le presento mia suocera, mia moglie e mia figlia». Le tre donne appaiono tutte giovani, coetanee. L’evoluzione biologica dei loro corpi si è infatti fermata a 25 anni di età. Da quel momento in poi tutti gli esseri umani sono geneticamente programmati per non invecchiare più ma hanno a disposizione soltanto un altro anno di vita. Possono allungare questo periodo attraverso il lavoro o il gioco d’azzardo o il furto. C’è chi ha soltanto poche ore di vita, e prima o poi tutti si «azzerano», c’è chi possiede degli anni e chi secoli o millenni. Tutti però appaiono della stessa età.
I più ricchi di tempo, e quindi di tutto, abitano in quartieri esclusivi e super protetti. Le masse abitano in dei ghetti nei quali si vive «alla giornata», letteralmente. E dove violenza, disperazione e morte accadono di continuo. Altrove sembra che si viva per sempre. Ma, afferma uno dei personaggi, «è la breve vita di molti a rendere possibile l’immortalità dei pochi; per pochi immortali la maggioranza deve morire». Una struttura biopolitica come questa necessita naturalmente di una divisione sociale profonda e di un implacabile controllo sui corpimente delle persone. Ciascuno ha infatti tatuato sul proprio braccio il tempo che gli rimane da vivere, che può crescere – quando viene retribuito, vince o gli viene dato in dono – o può diminuire – quando compra qualcosa, perde o viene derubato. Si tratta di un tatuaggio di colore verde, un autentico Green Pass che permette o impedisce lo svolgimento di determinate attività, l’accesso a certi luoghi, il possesso di alcuni beni e, alla fine, la vita stessa e la morte.
L’idea iniziale del film è eccellente e intrigante. La realizzazione, invece, evita le questioni filosofiche poste da un sistema sociale siffatto. Ed evita sostanzialmente anche le questioni politiche, riducendole al consueto conflitto tra i buoni e i cattivi. I poveri di tempo corrono sempre e il film corre con loro tra inseguimenti, sparatorie, prevedibili sviluppi.
Peccato davvero. Anche perché qualche anno prima Andrew Niccol era riuscito ad affrontare il racconto di una analoga distopia in modo assai diverso, sobrio, teoreticamente consapevole. Nel 1997 aveva infatti girato Gattaca, titolo che deriva dalla combinazione delle lettere iniziali delle quattro basi azotate che compongono il DNA, l’adenina, la citosina, la timina e la guanina. Ispirato in parte al Mondo nuovo di Aldous Huxley, il film è ambientato in  un futuro imprecisato ma non troppo lontano, dove l’identità di ogni essere umano è certificata dal suo codice genetico: basta un capello, una goccia di sangue, una parte anche piccolissima del materiale organico per conoscere tutto di un uomo. In questo mondo l’élite è composta da coloro il cui DNA è stato programmato a tavolino. Chi invece continua a nascere in modo tradizionale, attraverso il coito, è un non-valido (invalid).
Gattaca è un mondo dove il controllo sul DNA è dunque totale. In Time è un mondo dove il controllo del tempo è altrettanto totale. In entrambe le società delle oligarchie politiche e tecno-scientifiche sfiorano l’immortalità mentre la morte di tutti gli altri è programmata e realizzata con interventi sui loro corpi e sul loro tempo.
Avevo già visto e recensito questo film nel 2012. Ho avuto occasione di rivederlo e ho voluto scriverne ancora, alla luce di molti aspetti del nostro recente passato e del presente.

Lettere sull’Università

Nei giorni scorsi molti docenti sospesi dalle Università italiane (e anche dei non sospesi) abbiamo inviato due lettere.
La prima al Ministro Messa e (chi ha voluto) ai rettori dei propri Atenei.
La seconda alla Corte Penale Internazionale (International Criminal Court).
Si tratta di due documenti credo significativi, che evidenziano e denunciano a vari livelli i danni, i disagi, le conseguenze educative, didattiche e amministrative delle norme irrazionali e arbitrarie che hanno prodotto gravi e pervasive discriminazioni nei confronti di intere categorie di cittadini italiani, in particolare docenti, studenti e lavoratori delle scuole e delle università.
Metto qui a disposizione entrambi i testi, con l’auspicio che siano utili a comprendere quanto è accaduto e continua ad accadere. E che rimangano a futura memoria, affinché una simile barbarie giuridica, politica e pedagogica non abbia a ripetersi.

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