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Fiction

Nightmare Alley
(La fiera delle illusioni)
di Guillermo Del Toro
USA, 2021
Con: Bradley Cooper (Stanton ‘Stan’ Carlisle), Rooney Mara (Molly), Cate Blanchett (Lilith Ritter)
Trailer del film

Stati Uniti d’America 1940-41. Un uomo solitario ha appena seppellito (‘bruciato’, esattamente) suo padre e va in cerca di fortuna. Stan è infatti molto, molto avido. Si aggrega a un luna park ambulante, impara i trucchi ‘mentalisti’, lascia la fiera portando con sé la fidanzata, indispensabile per la riuscita dei suoi trucchi, diventa ricco ma non gli basta. Dopo aver incontrato una psicoanalista, concorda con lei di truffare dei pazienti ricchissimi e angosciati, utilizzando le confidenze che lei gli trasmette. Ma la dottoressa Lilith è ancora più infame di lui e le persone ingannate da Stan sono assai potenti.
Ho commesso l’errore di vedere un secondo film di Guillermo Del Toro dopo lo scadente La forma dell’acqua del 2017. Come in quell’opera, le ambizioni sono alte: penetrare nel cuore umano, nella sua tenebra e follia, tramite l’intensità dei colori fumettistici posta al servizio di corpi in continua tensione. E come in quell’opera il risultato è finto, banalmente finto, ostentatamente finto ma con la pretesa di convincere lo spettatore che sia autentico.
Il cinema è finzione, certo, come il teatro o la letteratura. Ma è una finzione che diventa una delle forme più limpide di verità quando un’idea, la scrittura, la tensione esistenziale dell’autore trovano il giusto equilibrio tra il calore delle passioni creative e la distanza della forma tecnica.
In questo film, invece, i caratteri sono tutti delle rigide caricature: l’ambizioso, la perfida, l’ingenua, il potente, lo sciocco, il nano, la bestia…e così via. L’atmosfera ‘dark’ si risolve in una truculenza da Grand Guignol, sin dalle scene iniziali della casa bruciata e dell’«uomo bestia» che sgozza con i denti un pollo. L’ostentata raffinatezza degli ambienti della seconda parte del film è veramente di cartapesta. La mescolanza di Far West e psicoanalisi è rivelatrice della pochezza di tutta la trama. Una psicoanalisi davvero da operetta in ogni sua manifestazione.
Qualcosa di vero c’è però in questo Nightmare Alley, in questo vicolo terrificante. Questo qualcosa è il disvelamento dell’ossessione statunitense per il denaro, disvelamento della violenza che questa nazione scatena da quando esiste per accumularne la maggiore quantità possibile. Il film è finto ma gli Stati Uniti d’America sono veri.

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