Tiziano e la nascita del paesaggio moderno
A cura di Mauro Lucco
Palazzo Reale – Milano
Sino al 20 maggio 2012
Finalmente una mostra che invita a guardare al di là dei primi piani, che insegna ad andare oltre la masnada cristiana di santi madonne e profeti per cogliere lo sfondo, per gustare le bellissime città rinascimentali, le fortezze, le piazze, le porte. E i fiumi, le acque, gli alberi e le foreste tutto intorno. E soprattutto l’aria, con i suoi intensissimi azzurri e turchesi, con i gialli dei tramonti autunnali, delle sere d’inverno, dei pomeriggi nei quali d’improvviso arriva la notte. Facendo dunque epoché degli umani e dei divini, rimangono il cielo e la terra a incarnare -chimici eppur immateriali- la bellezza dello spazio.
I protagonisti della mostra sono, tra gli altri, Tiziano Vecellio con i suoi smaglianti colori inscritti in una geometrica nettezza; Lorenzo Lotto, pulito e sereno anche quando racconta tragedie; Giovan Battista Cima da Conegliano, capace di descrivere con esattezza la sua città e altri borghi del Veneto; Paolo Veronese, strabordante di ori e di forme; Giovanni Bellini dal rigore nordico e appagante; Giorgione che sa fare dei luoghi i personaggi più importanti della rappresentazione.
E protagonista è Pier Paolo Pasolini, con i 16 minuti del suo video dal titolo La forma della città: un appassionato e limpido discorso a difesa della tradizione di bellezza delle città italiane -qui rappresentate da Orte e Sabaudia- contro la speculazione che le aggrediva e continua a distruggerne senso, forma, abitabilità. E a difesa di alcune belle e antiche città del mondo che regimi diversissimi tra di loro -dalla Persia dello Scià Reza Pahlavi agli stati comunisti- andavano distruggendo in nome della modernizzazione. Il paesaggio moderno celebrato da questa mostra è un’altra cosa, è la consapevolezza che l’umano non può esistere senza la materia della quale è parte e che si proietta negli alberi, nelle case, nei luoghi.