Skip to content


Lucio

Gli uomini celesti
(Mogol/Battisti – Anima latina, 1974)

Vorrei festeggiare la disponibilità, finalmente, delle canzoni di Lucio Battisti sulle piattaforme digitali. Per ora limitata ai canti composti con Mogol ma spero che in tempi brevi si possa estendere a quelli creati con Panella. Battisti è infatti, insieme a Giacomo Puccini, il più grande musicista italiano del XX secolo, capace -come appunto Puccini- di essere insieme molto popolare e di innovare senza posa il tessuto musicale delle sue opere. Si ascolti, come preclaro esempio di questa capacità, l’intero album Anima latina, un autentico capolavoro nel suo sincretismo di musica europea, ritmi popolari sudamericani, jazz, elettronica. Da questo album propongo Gli uomini celesti.

[audio:https://www.biuso.eu/wp-content/uploads/2019/11/Battisti_Gli_uomini_celesti.mp3]

Gli uomini celesti (file audio)

La scelta de Gli uomini celesti è stata dettata da cinque principali ragioni: 1. anche perché criptico, il testo fa da tramite con quelli successivamente composti insieme a Pasquale Panella; 2. qui e in altri brani la voce di Battisti sembra sovrastata dai suoni, un effetto voluto e motivato dal fatto che gli autori intendevano richiedere un ascolto attivo e consapevole; 3. l’innovativa struttura musicale conferma lo sperimentalismo di Battisti; 4. questa canzone coniuga l’elemento sentimentale con quello teologico (così come era accaduto per Il nostro caro angelo); 5. questo elemento teologico diventa qui specificatamente gnostico; solo qualche esempio tratto dal testo: l’eredità dell’umano è una speranza spezzata, una caduta, un fallimento che avanza nella corruzione; la fede in un messia è soltanto illusione di salvezza poiché nessuno dall’esterno può salvare nessuno, il messia è soltanto un velo adagiato sopra l’umano lamento; la salvezza consiste nel trasformare la propria condizione passiva di «attore» che recita formule altrui in una determinazione attiva, legata al sapere e alla scrittura, nel diventare un «libero autore»; la discendenza spirituale degli umani ‘pneumatici’.
Ecco il testo completo:

La speranza spezzata
è la tua eredità.
Fallimento di una vita
di coraggio e di viltà.
Troverai sul cammino
fango e corruzione
e la voglia tu avrai
di sdraiarti al suolo
per guardare come in un film
i colombi in volo.

Ti faranno fumare
per farti sognare che
il futuro od ‘un messia’
presto tutto cambierà.
Ed avrai come vanto
una nuova condanna,
ti diranno che il vento è
il respiro di una donna
per far sì che un lamento, uno solo,
copra ogni tormento di un velo.

Ma se tu rifiuterai
di giocare all’attore
forse un libro scriverai
come libero autore.
E tu forse parlerai
di orizzonti più vasti
dove uomini celesti
portandoti dei figli
ti diranno: «Scegli!»
ben sapendo che ridendo tu
tu a loro ti unirai…

Sul sito si possono ascoltare altri brani del musicista: La canzone della terra, Dove arriva quel cespuglio, Ma è un canto brasileiro, E già, Una vita viva, Le allettanti promesse, Stanze come questa, Due mondi, I sacchi della posta, Per altri motivi, Tu non ti pungi più, La voce del viso.

Panni, Casella, Petrassi, Puccini

1 dicembre 2011 –  Teatro Dal Verme – Milano
Musiche di
Marcello PanniShort
Alfredo CasellaConcerto per violoncello e orchestra, op. 58
Goffredo PetrassiRitratto di Don Chisciotte
Giacomo Puccini / Marcello Panni – Inno a Diana / Inno a Roma
Orchestra «I Pomeriggi Musicali di Milano»
Direttore: Marcello Panni
Violoncello: Umberto Clerici
Tenore: Luca Di Gioia

Interessante il primo brano, tratto da una suite cinematografica consacrata dall’autore/direttore alla sua squadra del cuore, la Lazio. Il Concerto di Casella coniuga il futurismo con un’impostazione vivaldiana. Un poco mesta la suite per balletto che Petrassi dedica a Don Chisciotte. Notissimo -soprattutto durante il Ventennio- l’Inno a Roma, una marcia decisamente nazionalista che la musica di Puccini sa rendere però in qualche modo autentica. Nel complesso un concerto un po’ sottotono, ravvivato dal bis concesso da Umberto Clerici: la Marcia per violoncello solo (Op. 65) di Sergej Prokof’ev, che qui propongo all’ascolto nell’esecuzione -splendida- di Erling Blöndal Bengtsson.

[audio:Prokofiev_March_for_Cello_solo.mp3]

Vai alla barra degli strumenti