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DissacrArte

Domenica 17 novembre 2024 alle 11.00 nella sede della Galleria Carta Bianca di Catania presenterò il numero 20 della rivista Antarès (Bietti Editore), dedicato ai rapporti tra Avanguardia e sacro nell’arte contemporanea. Insieme a me Luca Siniscalco, curatore della rivista, e Fulvia Toscano.

Antarès tocca, saggia, attraversa i territori sempre plurali del sacro: il sacro dei Greci, il sacro alchemico, il sacro cattolico, il sacro ortodosso (non può esserci sacro protestante), il sacro induista, il sacro di altre culture e popoli dell’Asia centrale. E questo anche, come scrive Luca Siniscalco nell’editoriale,  con l’obiettivo di «scoprire le tracce degli antichi dèi, edificando templi al deus adveniens».
Le condizioni per tentare con successo questa scoperta sono rigorose: anzitutto lasciare al loro destino  quelle forme estetiche che sono soltanto espressione, tipicamente moderna, di «un ego narcisistico alle prese con una superficiale interiorità». Un’espressione che Siniscalco mette coerentemente in relazione con il sistema dell’arte, vale a dire con quell’insieme di strutture, azioni, manufatti e informazione che secondo Giuseppe Frazzetto rappresenta il Terzo stato dell’arte.
Per i teorici, gli artisti, i narratori che hanno dato vita a questo numero della rivista, l’arte non è soltanto – è certamente anche – la vita di tale sistema, l’arte non è «mero divertissement, né uno strumento al servizio delle ideologie, bensì una topologia della libertà». Una definizione non soltanto molto bella ma anche e soprattutto molto vera. In questo l’arte è proprio un’espressione filosofica, dato che la filosofia è quasi impossibile dove non si respiri liberamente.
Per non risultare soltanto un divertimento, un ornamento, o l’ennesima espressione della forza delle autorità costituite, l’arte non può ricondursi e ridursi – come giustamente scriveva nel 1994 Alberto Abate – alla Linguistica o alla Psiconalisi, vale a dire al solo significante ma deve sempre puntare al disvelamento di significati. Non di un solo Significato, unico, dominante ed esclusivo, come neppure della «sterile confezione sterminata dei significanti», pronti a dissolversi al primo soffio delle mode del sistema dell’arte o, per dirla in altro modo, dello Zeitgeist, ma di una una molteplicità di significati, i quali emergono dal vedere il mondo e dal comunicare ciò che si è visto. L’arte come ontologia e l’arte come espressione.
Le analisi teoriche, le testimonianze prassiche, le proposte operative di Antarès possono essere ben riassunte in una formula di Luca Siniscalco il quale, riprendendo le affermazioni di alcuni artisti, parla di «un Antico Futuro […] ossia un richiamo all’Origine come ricerca d’Avanguardia, una conservazione estetica capace d’innovare».
Al di là di ogni progressismo e di tutti i conservatorismi il futuro sta nell’origine, sempre.

 

 

Poesia a Giardini

Sabato 16 settembre 2023 alle 18.00 nel Parco Archeologico di Giardini-Naxos parleremo con il poeta e filosofo Eugenio Mazzarella di Cerimoniale e di poesia.
L’evento, curato da Fulvia Toscano, si inserisce nel ciclo «Naxoslegge – ποιεἶν / fare».

Eugenio Mazzarella è filosofo ed è una tra le voci più significative della poesia contemporanea. In lui infatti poesia e filosofia sono identiche e diverse. Sono identiche nella potenzialità e potenza che possiedono di andare al fondo dell’enigma del mondo e della presenza di una vita cosciente in esso. E di saper dire questo enigma. Sono diverse nello sgorgare delle voci: la filosofia da un disincanto rigoroso e insieme sempre aperto alla salvezza che il comprendere rappresenta; la poesia dal suo gorgogliare dalla vita miserabile e splendente degli umani, dal suo emergere dalla notte e vincere nella luce. Entrambe – filosofia e poesia – sono colme di pietas perché sono forma e figura della redenzione, costituiscono il pegno che ci è dato di un significato.

«sono sopravvissuto alla mia nave
alle anfore di oli e di profumi
al sapore del giorno della polpa
all’orgoglio spezzato delle gonfie vele

e tutto è un solo andare
un solo ascendere
più vicino alla polpa della luce».

Le parole della filosofia

Venerdì 5 maggio 2023 alle 17.30 nel Parco Archeologico di Giardini-Naxos dialogheremo sulle parole fondamentali della filosofia. L’evento, curato da Fulvia Toscano, si inserisce nel ciclo «Dammi tre parole…Parole e libri che aprono mondi».
Ho scelto le tre parole che credo siano la filosofia: essere, verità, tempo.
Metafisica e ontologia, infatti, si squadernano come Eternità e Divenire, Χρόνος e Aἰών, βίος e ζωή, Uno e Molti, Ἀρμονία e Πόλεμος, e soprattutto Identità e Differenza. La metafisica, la sua potenza, è il pensiero che accoglie le differenze in quanto differenze e nello stesso tempo ne mostra le relazioni, senza le quali le differenze non sorgerebbero, non apparirebbero, non sarebbero.
La più fonda, fondante, fondamentale delle identità e differenze con le quali il bambino eracliteo gioca e dà esistenza al mondo è quella tra gli enti e l’essere, tra lo stare e il durare, tra il Sein e il Wesen. Insieme costituiscono il καιρός, il tempo perfetto. La filosofia è l’interminata dinamica di essere, verità e tempo; un plesso unitario dentro il quale il gioco umano abita e si nasconde, si apre e si inabissa. 

 

Filosofia a Taormina

Domenica 1.12.2019 alle 11,00 nel riscoperto e restaurato Odéon romano di Taormina l’Associazione Studenti di Filosofia Unict e il Parco Archeologico di Naxos-Taormina organizzano un incontro dal titolo La filosofia. Come conquistarla e non lasciarla più.
In quanto membro dell’Associazione sarò tra gli interlocutori di una conversazione nella quale cercheremo di mostrare perché la filosofia è condizione, premessa e sostanza del profondo gaudio che può intridere la vita umana. Questa è infatti la breve presentazione dell’evento:
«La filosofia è una scienza unitaria e molteplice, è un sapere che va conquistato con la calma e la lentezza del pensiero. In un’epoca storica, la nostra, in cui la velocità e la frenesia guidano l’esistenza di ogni individuo, la filosofia con la sua potenza e il suo splendore oppone resistenza. Come conquistarla dunque? Come lasciarsi prendere dallo stupore e dalla meraviglia per la conoscenza?».

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