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Gelati

Paradise. Una nuova vita
di Davide Del Dean
Italia, 2020
Con: Vincenzo Nemolato (Calogero), Giovanni Calcagno (il killer), Catarina Kas (Claudia), Branko Zavrsan (Padre George), Selene Caramazza (Lucia)
Trailer del film

Nello splendore di Cefalù. Due uomini portano in piazza una bara vuota. La buttano a terra, le sparano contro. E minacciano il destinatario di questo lugubre rito. Il destinatario è un gelataio che ha assistito a un omicidio, ha visto il killer, ha testimoniato contro di lui. Per salvarlo gli si dà una nuova identità: venditore di granite nel gelo dell’inverno friulano, ospite di un residence – Paradise – aperto soltanto per lui. Ma non, alla fine, solo per lui. Arriva infatti un altro ospite, nel quale a Calogero sembra di riconoscere l’assassino. Lo afferra, ovviamente, il panico ma la vicenda si dipana senza tragicità, piuttosto attraverso una mescolanza di usanze alpine, affetti trattenuti, μετάνοια, rasserenanti presenze di bambine. E magnifici paesaggi innevati che sembrano indifferenti alla presenza di questi animaletti dotati di maglioni, lampadine e carabine, alcuni dei quali vengono dall’Isola, da Σικελία, dalla Trinacria
«Io non so niente – disse il confidente – […] non so niente: ma tirando a indovinare allo scuro, posso dire che le proposte le avrà fatte Ciccio La Rosa, o Saro Pizzuco… – e già quel verticale volo di gioia diventava caduta, pietra che precipitava al centro del suo essere, della sua paura» (Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta, Einaudi 1972, p. 31).

Eresie

Menocchio
di Alberto Fasulo
Italia-Romania, 2018
Con: Marcello Martini (Menocchio), Maurizio Fanin (Inquisitore), Carlo Baldracchi (il carceriere), Nilla Patrizio (la moglie), Agnese Fior (la figlia), Mirko Artuso (prete Melchiorri)
Trailer del film

Eresia. Una delle parole fondamentali della religione cristiana: la storia «des guerre de religion, et aussi celle des hérésies (terme qui n’a tout simplement pas de sens dans le paganisme) commence avec le christianisme» (Alain de Benoist, Réflexions critiques sur le Néopaganisme, in «Sagesses païennes», numero speciale di éléments pour la civilisation européenne, giugno 2022, p. 39).
Una parola che ha moltiplicato e diviso tale religione in una miriade di rivoli l’un contro gli altri armati e feroci. Una ferocia che si concentra nella forza dell’istituzione che con tutto il suo peso schiaccia colui e coloro che fanno una αἵρεσις, una «scelta» diversa rispetto a quella della maggioranza. Esistono eresie in ogni ambito della vita collettiva poiché sempre la forza del numero ritiene di stare nella verità e nel bene, cercando di cancellare coloro che decidono di abitare in modo diverso il mondo. Una delle più recenti espressioni di tale dinamica è conseguenza dell’aver trasformato la medicina – un sapere e una pratica empirici, non una scienza esatta – in un dogma, vale a dire nel contrario di una scienza.
Eretico fu anche Domenico Scandella detto Menocchio, vissuto tra il 1532 e il 1599, un mugnaio che sapeva leggere e scrivere e che elaborò una interessante concezione panteistica del cosmo, per la quale il dio è nell’aria, negli alberi, nel vento. Sottoposto a due processi, nel primo fu condannato al carcere a vita dopo aver abiurato, nel secondo fu condannato alla pena che la bontà e la misericordia delle chiese cristiane riservano ai figli che esse amano di più: essere bruciati vivi. Con contorno, ovviamente, di torture, anni trascorsi in fetidi e malsani sotterranei, disperazione e tenebra. Tutto questo in nome dei valori, come sempre, di valori giudicati assoluti, indiscutibili, salvifici.
Neppure un mugnaio che discuteva delle sue concezioni con i pochi suoi compaesani in uno sperduto villaggio del Friuli poteva rimanere al sicuro rispetto alla pervasività dei valori della Grande Chiesa. Che infatti lo condannò per una nutrita serie di ragioni:
«Aver diffuso le sue concezioni a persone semplici e illetterate fu considerata un’aggravante; ‘pertinace nell’eresia’, ‘di animo indurato’, ‘nefando’, anzi ‘nefandissimo’, di ‘lingua maledica’, ‘orribile’, ‘maligno’, ‘perverso’, Menocchio ‘come i giganti aveva tentato di combattere l’ineffabile Trinità’. Nel rifiuto della confessione fu individuata un’eresia luterana; nell’equivalenza di ogni fede si vide un’eresia risalente a Origene; nell’esistenza di un caos primigenio un’affermazione pagana; nell’affermazione per la quale ‘Iddio è autore del bene ma non fa male, il diavolo è autore del male e non fa bene’ si vide un’eresia manichea» (voce Wikipedia: Menocchio) .
Il film di Alberto Fasulo racconta questa vicenda con uno stile a essa consustanziale, con una recitazione intensa e sobria, nel chiaroscuro degli ambienti, nell’asfissia degli spazi, nella sporcizia dei prelati, nella rassegnazione del villaggio, nella figura quasi omerica di Menocchio. Alla cui intelligenza sia reso onore rispetto alla miseria dei suoi carnefici cristiani.

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