Lezione di Filosofia della mente svolta al Disum di Catania il 21.5.2018.
La volontà di potenza come ontologia; verità e fenomenologia; il καιρός; coscienza e materia; lo statuto dello spazio e del presente; Platone, Timeo: il tempo come susseguirsi di istanti differenti è un riflesso necessario e dinamico del tempo come stabilità e identità; Platone, Sofista: gli enti (εὄντα) sono possibilità e divenire; lo statuto del nulla; l’essere come πολλαχῶς λεγόμενον; la metafisica è un tentativo di cogliere l’identità degli eventi nel loro divenire; Ungaretti e Alighieri; la mente è temporalità in atto; il tempo come Heimat, la dimora più intima dell’umano, il tempo è differenza.
In questa lezione ho dunque cercato di delineare nel modo più sintetico ma spero anche chiaro una metafisica del tempo.
Filosofia, Intelligenza Artificiale e apprendimento
in Punti Critici, 9 – marzo 2004
Pagine 57-83
L’editrice Petite Plaisance ha completato la riedizione integrale della rivista Punti Critici.
Nel numero 9 del marzo 2004 uscì un mio saggio dedicato alla questione dell’Intelligenza Artificiale da una prospettiva antropologica e pedagogica, oltre che mentalistica. In esso mi chiedevo: «Se il pensare è una caratteristica specifica della nostra specie, può il pensiero nascere e operare fuori da un legame strettissimo con il corpo? I ‘qualia‘ -le sensazioni che si provano a essere un determinato ente e non un altro -, le esperienze fenomeniche, individuali, qualitative possono essere separate dal legame con l’organico, coi sensi, con il biologico?».
In questo testo, e poi in altri che sono seguiti, ho cercato di rispondere a partire anche da una embodied cognitive science, che «alla interpretazione puramente simbolico-sintattica della mente sostituisce la prospettiva per la quale mente, cervello e mondo sono parti di un’unica struttura».
I precedenti saggi pubblicati su Punti Critici si possono leggere qui:
Educazione e antropologia
in Punti Critici, 2 – settembre-dicembre 1999
Pagine 27-46
Sulla «Grande Riforma» della scuola italiana
in Punti Critici, 5/6 – dicembre 2001
Pagine 163-176
Per una filosofia dell’informazione
in Punti Critici, 8 – ottobre 2003
Pagine 141-146
Il 3 e 4 maggio 2018 si concluderà il Corso che ho organizzato quest’anno per gli allievi della Scuola Superiore di Catania. Vi terrò due lezioni dal titolo Tempo e Coscienza. Le lezioni si svolgeranno dalle 17,00 alle 19,30 a Villa San Saverio, sede della Scuola.
Chi volesse parteciparvi come uditore può farlo compilando e inviando questo modulo all’indirizzo prelaurea@ssc.unict.it.
Pubblico qui sotto una sintesi con i titoli delle lezioni che si sono svolte a partire dallo scorso ottobre, i nomi dei colleghi che le hanno tenute, i testi di riferimento e l’abstract dei miei incontri.
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SCUOLA SUPERIORE DI CATANIA
Corso a.a. 2017-2018
LA COSCIENZA PLURALE
Indagini sulla coscienza umana tra filosofia della mente, medicina, fenomenologia
Michele Di Francesco (Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia; ottobre 2017): Tre lezioni sulla coscienza
Vincenzo Costa (Università del Molise; dicembre 2017): Fenomenologia della coscienza
Pietro Perconti (Università di Messina; marzo 2018): La coscienza: un lusso naturale o un adattamento sociale?
Alberto Giovanni Biuso
Tempo e Coscienza
3-4 maggio 2018
Testi
Henri Bergson – William James, Durata reale e flusso di coscienza (Raffaello Cortina, 2014)
Eugène Minkovski, Il tempo vissuto. Fenomenologia e psicopatologia (Einaudi, 2004)
Russell Foster – Leon Kreitzman, I ritmi della vita (Bollati Boringhieri, 2011)
Francisco Varela, «Neurofenomenologia. Un rimedio metodologico al “problema difficile”», in Aa. Vv., Neurofenomenologia. Le scienze della mente e la sfida dell’esperienza cosciente, a cura di M. Cappuccio (Bruno Mondadori, 2006)
Alberto Giovanni Biuso, La mente temporale. Corpo Mondo Artificio (Carocci, 2009)
Claudia Hammond, Il mistero della percezione del tempo (Einaudi, 2012)
Arnaldo Benini, Neurobiologia del tempo (Raffaello Cortina, 2017)
Abstract delle lezioni
La coscienza è il luogo degli atti intenzionali. A partire dalla svolta impressa da Descartes la storia della filosofia è in gran parte la storia della mente e della coscienza, del loro rapporto con il cervello, con il corpo, con l’ambiente.
Uno sguardo non cartesiano e fenomenologico sulla mente, sulla coscienza, sul tempo non intende costituire o creare nulla ma cerca solo di vedere e descrivere. La conoscenza umana indaga una complessità che la precede e anche quando il suo oggetto è la mente –l’oggetto più vicino possibile- l’atteggiamento rimane il dirigersi verso la cosa stessa, in questo caso verso di sé. La mente è anche il processo in cui assume significato l’insieme innumerevole di forme, di dati, di esperienze qualitative, di percezioni, di trasformazioni corporee, di emozioni, di sentimenti, di memorie e di attese delle quali è composta la fatticità quotidiana, il costante esserci dei giorni vissuti, sofferti, goduti.
Il corpo sta dentro il mondo e solo in esso acquista senso, valore, efficacia ma l’essere del mondo non è altro che tempo reso visibile nel divenire della materia. Siamo tempo. Il Tempo come dono; il Tempo che per Spinoza è un modus imaginandi; il Tempo come divinità livellatrice di ogni differenza celebrato da Sofocle nell’Elettra; il Tempo della Gnosi nel quale l’infinità dell’αἰών si concentra per intero nella fragile potenza del καιρός; il Tempo-benedizione di Nietzsche. Il Tempo è la sottile e impalpabile filigrana che attraversa la coscienza e il sapere.
Se la coscienza è una manifestazione fondamentale della nostra persona e del nostro esserci nel mondo, è perché essa dà un senso al flusso temporale. Essere coscienti significa ricordare. Senza un senso del Sé non si danno ricordi e il Sé è costituito dalla memoria corporea, cioè dall’insieme di eventi che non solo i neuroni ma l’intera corporeità ha percepito, registrato, a cui ha reagito.
Corpo e Tempo costituiscono così la partitura sulla quale la coscienza esegue il suo concerto.
Il sito L’albero filosofico ha pubblicato le registrazioni video del Convegno che il 26 gennaio 2018 si è svolto nel Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania, dedicato a Pensiero simbolico e disturbi della simbolizzazione: evoluzione e cura tra filosofia e psichiatria.
Vi avevo partecipato con una relazione il cui video (della durata di 40 minuti) è ora in Rete: Il corpo come materia e come simbolo.
Martedì 6 marzo avranno inizio le lezioni dei tre corsi che svolgerò nel 2018 nel Dipartimento di Scienze umanistiche di Unict.
Comunico qui i titoli dei corsi, l’articolazione dei programmi, i libri e i saggi che analizzeremo, gli orari delle lezioni. In quasi tutti i titoli ho inserito dei link che rinviano a informazioni, articoli e recensioni che potranno essere utili per lo studio. È anche possibile scaricare i pdf di tre dei testi in programma.
L’immagine qui sopra di Martin Heidegger si spiega con il fatto che i corsi di Filosofia teoretica e di Filosofia della mente sono in gran parte incentrati sul suo pensiero.
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FILOSOFIA TEORETICA
Corso triennale in Filosofia / aula A7 / lunedì 10-12; mercoledì e venerdì 12-14
LA REALTÀ COME LINGUAGGIO E INTERPRETAZIONE
Aa. Vv. Filosofie del linguaggio. Storie, autori, concetti, Carocci 2016
(capp. 1, 2, 3, 5, 6, 8, 9, 10, 12, 13, 14, 15)
Alberto Giovanni Biuso, La mente temporale. Corpo Mondo Artificio, Carocci 2009
(capp. 1 e 2, Una storia della mente – Il corpo dentro il mondo)
Martin Heidegger, Essere e tempo, Mondadori 2006, (§§ 31-34 e 68D)
Martin Heidegger, In cammino verso il linguaggio, Mursia 2014 (capp. I, III, IV, VI)
Alberto Giovanni Biuso, «La lingua come dimora/mondo» (pdf)
Dario Generali, «Subalternità linguistica e disorientamento culturale del sistema formativo italiano nell’età dell’anglofonia globale» (pdf)
in Aa. Vv., L’idioma di quel dolce di Calliope labbro. Difesa della lingua e della cultura italiana nell’epoca dell’anglofonia globale, a cura di S. Colella, D. Generali e F. Minazzi, Mimesis 2017
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SOCIOLOGIA DELLA CULTURA
Corso triennale in Filosofia / aula A9 / martedì 12-14; giovedì 10-12
TARANTISMO E DIONISISMO NELLE CULTURE MEDITERRANEE
Rocco De Biasi, Che cos’è la Sociologia della cultura, Carocci 2008
Ernesto De Martino, La terra del rimorso. Contributo a una storia religiosa del Sud, Il Saggiatore 2015
Károly Kerényi, Dioniso. Archetipo della vita indistruttibile, Adelphi 2010
(Premessa, Introduzione, Seconda parte)
Eugenio Bennato, Alla festa della Taranta e Ritmo di contrabbando da «Sponda Sud» (2007); L’anima persa da «Taranta Collection» (2010)
Alberto Giovanni Biuso, Dioniso e il suo mito (pdf) in Nuova Secondaria, XXIV/2, ottobre 2006
Si consiglia la lettura delle Baccanti di Euripide
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FILOSOFIA DELLA MENTE
Corso magistrale in Scienze filosofiche / aula A12 / lunedì 12-14; mercoledì e venerdì 10-12
VERITÀ
Alberto Giovanni Biuso, Dispositivi semantici. Introduzione fenomenologica alla filosofia della mente, Villaggio Maori Editore 2008
Martin Heidegger, L’essenza della verità. Sul mito della caverna e sul ‘Teeteto’ di Platone, Adelphi 2009
Martin Heidegger, Seminari, Adelphi 2003
Alberto Giovanni Biuso, Temporalità e Differenza, Olschki 2013
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Il 26 gennaio 2018 parteciperò a un Convegno dal titolo Pensiero simbolico e disturbi della simbolizzazione: evoluzione e cura tra filosofia e psichiatria. L’evento si svolgerà a partire dalle 9,00 nell’Aula A1 del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania.
Il mio intervento è previsto alle 15,00 e ha per titolo Il corpo come materia e come simbolo.
- Programma completo del Convegno (pdf)
- Ulteriori informazioni (link all’Agenda di Ateneo)
- Mia intervista a Radio Zammù sui temi del Convegno (durata effettiva 4 minuti circa, il resto è soltanto musica 🙂 Per ascoltare l’intervista bisogna togliere l’audio alla diretta della radio cliccando su ‘Adesso online’)
Abstract della relazione
La corporeità umana è insieme Leib e Körper. È organismo complesso, fragile e tenace. È materia sottoposta alle leggi fisiche che intridono il tempo e lo spazio ed è la struttura dalla quale si generano tutti gli altri emblemi, concetti, forme che definiamo cultura.
Il corpo è quindi un dispositivo materico e simbolico, è la densità organica nella quale la materia del mondo si specchia, si conosce, incessantemente si trasforma. È anche per questo che vanno lasciate alla loro insufficienza sia le prospettive dualistiche che separano ciò che è costitutivamente uno sia le prospettive riduzionistiche che limitano la potenza della natura all’aspetto soltanto empirico.
La corporeità è invece corpomente unitario e plurale ed è corpotempo dispiegato nella storia filogenetica e ontogenetica, nel divenire collettivo della nostra specie e negli eventi e passioni individuali.
Il corpo è un plesso inseparabile di natura, cultura e tecnica, la cui indagine e comprensione corrisponde pienamente all’invito delfico a conoscere se stessi. Praticare la filosofia della mente significa e implica esercitare una filosofia del corpomente che non ci limitiamo ad avere ma che siamo.
Ibridazioni e alterità
in «Quaderni del Disum 2014-2015», duetredue edizioni, Lentini 2017
Pagine 255-271
Nell’ottobre del 2015 si svolse il Secondo Colloquio di Ricerca organizzato dal mio Dipartimento, dal titolo Verso nuovi modelli di ricerca. Epistemologia, interdisciplinarità e umanesimo nelle comunità scientifiche contemporanee
La relazione che vi tenni è stata pubblicata nei Quaderni del Disum.
Questo l’indice del testo:
Antroposfera e filosofia della mente
Il cervello plurale
Cyberantropologia
Corporeità ibrida
«Per la filosofia e per ogni altra scienza si tratta di comprendere la costitutiva apertura dell’essere umano all’alterità, senza la quale l’umanità diventa un enigma, spiegabile solo con un qualche atto di fede. L’altro è l’animale, l’altro è la macchina, l’altro è il dio. Gli animali, le macchine e gli dèi sono le dimensioni dalle quali è emersa l’antroposfera. Il corpo umano condivide la quasi totalità dei propri geni con altre specie della famiglia dei primati, vive da sempre in una complessa e assai ricca relazione con gli strumenti da lui stesso prodotti, affonda le radici della propria identità nei simboli sacri che pervadono tutte le culture. Rispetto alla pretesa isolazionista della nostra specie, abbiamo pertanto bisogno di “una nuova ermeneutica dell’alterità” (Roberto Marchesini) che sappia confrontarsi nello stesso tempo e a fondo con la dimensione animale e con quella artificiale poiché la natura umana non è solitaria e autosufficiente, tanto meno padrona e signora del mondo. Con l’ampliarsi e l’affermarsi delle “scienze della nuova umiltà” (Eugenio Mazzarella) siamo ricondotti a una misura più sensata, equilibrata e plausibile».