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Eu

Premonitions
(Solace)
di Afonso Poyart
USA, 2015
Con: Anthony Hopkins (John Clancy), Jeffrey Dean Morgan (Joe Merriwether), Abbie Cornish (Katherine Cowless), Colin Farrell (Charles Ambrose)
Trailer del film

Premonitions è un film modesto ma parla di un tema essenziale e su tale tema bisogna concentrarsi, non sullo spettacolo un poco ripetitivo e scontato. Ne parla sotto l’apparenza di un thriller con al centro un serial killer che uccide senza infliggere alcuna sofferenza e senza lasciare nessuna traccia. Scoraggiati e depressi, i poliziotti si rivolgono a un medico che dal contatto con le vittime o con degli oggetti a loro appartenuti ‘vede’ la scena del delitto. Il dottor Clancy si rende ben presto conto che la persona che stanno cercando possiede la stessa sua capacità di vedere nel passato e nel futuro ma in misura molto più profonda e ricca. Trovarlo non sarà facile, anzi è impossibile. Se accade è perché Charles Ambrose (questo il suo nome) accetta di svelarsi. Altro non si può dire sulla trama se non che i due – Clancy e Ambrose – condividono anche un altro elemento, che è la pietà verso chi, malato inguaribile o terminale, è o sarà sottoposto a sofferenze indicibili. Entrambi sembrano insomma portatori di εὐθανασία, di una morte serena.
Εὐ è un prefisso che nella lingua greca indica qualcosa di positivo, di bello, di buono. Applicato al termine θάνατος esprime l’augurio che i mortali da sempre rivolgono a se stessi di una «buona morte», del fatto che l’inevitabile non venga preceduto da sofferenze lunghe e più o meno insostenibili ma si verifichi nel modo più sereno possibile. In questo senso è assai più corretto (more solito) il titolo originale del film: Solace, conforto, consolazione, sollievo.
Il morire è un tema centrale della filosofia e della vita. A esso il film ne affianca un secondo altrettanto denso e fondamentale: il determinismo, il libero arbitrio. Se esistono delle persone capaci non soltanto di ‘vedere’ ciò che è accaduto senza che loro fossero presenti ma soprattutto di ‘vedere’ qualcosa che ancora non si è verificato ma che si verificherà; se la capacità di pre-vedere si esplica verso l’oggettività di ciò che accadrà, qual è la natura delle decisioni che i soggetti coinvolti ritengono di liberamente compiere? Qual è lo spazio della loro libertà e autodeterminazione? Nessuno, evidentemente. Infatti, «ὃ χρὴ γὰρ οὐδεὶς μὴ χρεὼν θήσει ποτέ; nessun uomo potrà mai fare in modo che ciò che deve non debba accadere» (Euripide, Eracle, v. 311, trad. di Filippo Maria Pontani).
Gli eventi accadono con la stessa necessità che spinge un sasso lanciato da qualcuno a rallentare la propria corsa e poi cadere. Se quel sasso avesse la capacità di pensare, riterrebbe di essersi mosso liberamente e di altrettanto liberamente raggiungere o non raggiungere un obiettivo. L’esempio non è mio ma è di Spinoza, il quale mostra che ogni ente è determinato a esistere e ad agire da un insieme ben preciso di cause. L’illusione della libertà nasce dalla consapevolezza degli scopi per i quali si agisce e dall’ignoranza delle cause che spingono a indirizzarsi proprio verso quegli scopi e non verso altri.
E dunque

«si per hominem coactum intelligit eum, qui invitus agit, concedo nos quibusdam in rebus nulla tenus cogi, hocque respectu haber liberum arbitrium; Sed si per coactum intelligit, qui quamvis non invitus, necessario tamen agit (ut supra explicui) nego nos aliqua in re liberos esse»;
«se per uomo costretto intende quello che agisce contro il proprio volere, concedo che in certe cose non siamo affatto costretti e che, in questo senso, siamo dotati di libero arbitrio. Ma se per costretto intende colui che agisce per necessità, benché non contro la sua volontà (come ho spiegato sopra) nego che noi siamo liberi in qualche cosa»
(Epistolæ, in «Tutte le opere», a cura di A. Sangiacomo, Bompiani 2011, Lettera 58 del 1674 a Giovanni Ermanno Schuller, pp. 2112-2113).

Una buona morte è frutto anche di una buona vita. E la vita diventa migliore se non la riempiamo di illusioni sul bene, sul male, sulla libertà, sulla colpa ma viviamo con la saggezza delle foglie che sgorgano dall’albero della materia in tutto lo splendore della loro vitalità e colore e poi cadono con la leggerezza di ciò che ha compiuto il proprio percorso nel tempo. Senza rimpianti, senza nostalgia, senza terrori. Εὐ.

Un lessico contemporaneo

La questione democratica, in Italia e in tutto il mondo, coincide con la questione degli strumenti e delle modalità di informazione. Come sapeva Guy Debord, la stampa mainstream e le reti televisive sono sempre e soltanto il potentissimo strumento dell’inganno che i governi esercitano sull’intero corpo sociale. Indispensabili alla democrazia sono pertanto quelle voci critiche e altre che, seppur in netta minoranza, costituiscono il granello che inceppa la grande macchina. A Rivista anarchica e Diorama letterario, per quanto tra loro diverse, sono tra queste voci. Ogni loro numero -non necessariamente da condividere per intero- lo dimostra.
Nei numeri più recenti di Diorama vengono tradotti alcuni interventi che Alain de Benoist dedica a una varietà di tematiche, tutte accomunate dal costituire l’orizzonte del presente e del futuro. Da questi interventi traggo le affermazioni che mi sembrano più consone a comprendere ciò che accade.

Animali
«I maltrattamenti inflitti agli animali mi scandalizzano ancora di più dei maltrattamenti inflitti agli umani»

Europa
«Per me, tuttavia, la parola d’ordine non è ‘Per la Francia contro l’Europa’, ma piuttosto ‘Per l’Europa, contro Bruxelles’»; «Così come gli Stati Uniti sono nati da un rifiuto dell’Europa, l’Europa non potrà farsi se non contro gli Stati Uniti»

Eutanasia
«Come gli antichi romani, io rispetto ed ammetto assolutamente il suicidio, includendovi il suicidio assistito. […] Penso che mettere fine in condizioni pacifiche a una vita che sta terminando in forma vegetativa o con sofferenze indescrivibili abbia a che fare con la semplice umanità»

Paganesimo
«Il monoteismo non ha certamente il monopolio dell’intolleranza, ma ne ha creato una forma nuova: l’intolleranza religiosa. Essa va di pari passo con l’avvento di un nuovo regime di verità. Nel politeismo, si considera assolutamente normale che ciascun popolo celebri un culto ai propri dèi. […] Nel monoteismo, gli altri dèi sono necessariamente considerati idoli, demoni o illusioni da dissipare. Per estensione, sono i loro seguaci a dover essere sradicati. […] Questo tipo di intolleranza è stato in tutte le epoche estraneo al paganesimo. Esso infatti non si fonda su dogmi ma su riti. Ignora quindi le eresie, le guerre sante, gli scismi, le scomuniche, le crociate e le inquisizioni»

Pubblicità
«La pubblicità è diventata la forma dominante della comunicazione (inclusa, naturalmente, la comunicazione politica), nella misura in cui tende ad affermarsi come la forma paradigmatica di ogni linguaggio sociale. […] La pubblicità ci addestra a ricalcare il nostro desiderio sul desiderio degli altri, in modo tale che in fin dei conti il consumo è sempre consumo del desiderio altrui».

Russia
Per gli USA «la Russia è sempre una potenza da ‘contenere’ con tutti i mezzi e la intera loro politica estera mira ad accerchiarla, a spingere la Nato fino alle sue frontiere e ad impedire agli europei di allearsi con i russi, come sarebbe del tutto naturale che facessero se avessero coscienza della necessità di pensare in termini continentali». Quando sono state annunciate le sanzioni contro la Russia «il ministro degli Esteri russo si è limitato a dichiarare: ‘Proviamo vergogna per l’Unione europea che, dopo aver lungamente cercato la propria via, ha adottato quella di Washington, respingendo così i valori europei fondamentali’. Purtroppo, le cose stanno esattamente così. L’Unione europea si è allineata all’America perché sia l’una che l’altra condividono la stessa ideologia liberale»

Sinistra
«La verità è che la sinistra ha perso il popolo [Lo conferma la clamorosa percentuale di astenuti nelle recenti elezioni in Emilia Romagna]. E che dopo aver perso il popolo sta perdendo anche l’egemonia culturale. È questo il vero fondamento della rivoluzione silenziosa alla quale stiamo assistendo. Tutto il resto discende da questo»

Stati Uniti d’America
«La ‘democrazia in America’ non è che il regno di un’oligarchia finanziaria. […] Le ‘relazioni internazionali’, allora, non significano nient’altro che la diffusione su scala planetaria del modo di vita americano. Rappresentando il modello alla perfezione, gli americani non hanno bisogno di conoscere gli altri. Spetta agli altri adottare il loro modo di fare. Data la situazione, non ci si può stupire che le difficoltà incontrate negli Stati Uniti in politica estera siano così spesso il risultato della loro incapacità di immaginare che altri popoli possano pensare diversamente da loro. Di fatto, per molti americani, il mondo esterno semplicemente non esiste, o piuttosto esiste solo nella misura in cui si americanizza, condizione necessaria perché diventi comprensibile».

Vicino Oriente
Che le autorità francesi si preoccupino dell’Isis può essere comprensibile «ma sarebbero più autorizzate a farlo se il presidente Hollande non avesse dichiarato esplicitamente, sin dall’incontro del G20 del giugno 2012, che era opportuno riconoscere la ribellione armata jihadista come l’unica rappresentante della legittima autorità siriana».

[Fonte: Diorama letterario 320, anno XXXV, numeri 3-5/2014]

Dolcemorte

Miele
di Valeria Golino
Con: Jasmine Trinca (Irene), Carlo Cecchi (Ingegner Grimaldi), Libero De Rienzo (Rocco), Iaia Forte (Clelia)
Italia 2013
Trailer del film

Irene svolge la sua attività con molta precisione. Si reca in Messico per acquistare un farmaco destinato alla soppressione dei cani malati, farmaco fuori legge in Italia. Poi lo fa assumere a dei malati terminali che non tollerano più il dissolversi lento e atroce della loro vita. Nei giorni precedenti li prepara insieme ai loro congiunti, in modo che sia lo stesso malato a bere il veleno che gli darà finalmente pace. Tutto molto discreto, pulito, pietoso e illegale. Sino a quando viene contattata da una persona che non soffre di alcuna malattia conclamata ma che semplicemente non vuole vivere più. Quando comprende che di questo si tratta, Irene reagisce in modo duro perché non è e non si sente un sicario. Comincia quindi un corpo a corpo sia metaforico sia fisico con l’ingegner Grimaldi. Il conflitto sfuma sempre più in una reciproca attenzione e cura. Sino a un grande atto di generosità da parte dell’uomo.
La tristezza che accompagna Irene, la sua solitudine non attenuata da relazioni clandestine e dalle occasionali visite al padre, il battito non sempre regolare del suo cuore, le sue immersioni nell’elemento liquido e nell’aria, comunicano assai bene la tonalità malinconica e insieme tenace della protagonista e della sua storia. Le immagini si susseguono a volte simboliche, altre conflittuali, altre ancora rarefatte. Nessun compiacimento, nessun tono troppo alto ma un grande rispetto per la morte e un’eleganza formale che intride di interiore bellezza anche il morire. Alla fine, un segno di riscatto si alza dentro una splendida moschea.

 

Mazzarella. Vita politica valori

Recensione a:
Eugenio Mazzarella
Vita politica valori. Sensibilità individuali e sentire comunitario
in Giornale di Metafisica
n. 33, 1/2 2011 – Autunno 2011
Pagine 317-319

– Pdf della recensione

Il volume analizza in modo rigoroso il nesso tra etica, storia e natura umana mediante la discussione di alcune questioni tanto essenziali nel tessuto della nostra quotidianità quanto fragili nel loro statuto teorico: la fecondazione assistita, le condizioni terminali di vita, le Dichiarazioni anticipate di trattamento, la regolamentazione delle coppie di fatto e in particolare delle coppie omosessuali stabili, il problema dell’identità e dell’integrazione nei rapporti tra religioni e democrazia. Il libro si presenta come un punto di riferimento indispensabile per il legislatore, per il filosofo e per il cittadino. I temi che il testo affronta ne escono infatti più forti nelle loro strutture profonde e più limpide nelle possibili risposte.
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