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Briganti

Eugenio Bennato
«Ninco Nanco»
(YouTube)
Dall’album «Questione meridionale» (2011)

Giuseppe Nicola Summa -detto Ninco Nanco– fu uno dei più determinati guerriglieri che si opposero alla conquista piemontese del Regno di Napoli. Naturalmente venne ucciso. Eugenio Bennato gli ha dedicato una canzone che ha il merito di mettere in discussione la storiografia dei vincitori; discussione aperta ormai da tempo. Uno dei documenti letterari più celebri ed efficaci nel delineare il cuore di tenebra della conquista sabauda e della reazione meridionale è Il Gattopardo.
Mio nonno si chiamava Biagio Biuso (detto Brassi Manazza, 1887-1971). La foto qui sopra lo ritrae. Tutt’altro che brigante, era un uomo dolce e riservato. A lui dedico questo ascolto perché fu in ogni caso uno «zappaterra», un contadino analfabeta che conobbe la fatica riarsa di Sicilia, il dolore dell’emigrazione in Argentina, il ritorno senza soldi, la solitudine che si accompagna al bisogno. Un riscatto lo abbiamo avuto, nonno, e anche queste pagine lo testimoniano.

Millenni di Sole

Ritmo di contrabbando
di Eugenio Bennato
da Sponda Sud (2007)

«Quando sona la taranta / è il mio sud che dal suo ghetto / sta sfidando tutto il mondo / col suo ritmo maledetto / sta sfidando anche l’inferno / il mio sud scomunicato / quando sona la taranta / quella musica è il peccato» (Eugenio Bennato). Il potere della Taranta è la disperazione mistica e felice delle terre infuocate da millenni di Sole, abitate dal lutto e dalla gloria, viventi nella servitù e incoercibili nell’anarchia, sprezzanti verso i preti e obbedienti alle loro magie. Il Sud è fatto di disordine e di necessità, del giallo di campi riarsi e del turchese di un cielo senza pace. È fatto di una solitudine senza salvezza, di una diffidenza senza futuro, di una solidarietà monadica che ignora la communitas. Il Sud è l’ironia che sta al fondo della morte e che nell’ultimo tratto della propria fatica si piega lentamente verso il sonno invocando ancora una volta la Madre. Il Sud è la tenebra che rende possibile ogni luce. Il Sud è un arrendersi che non conosce sconfitta.

[audio:Ritmo_di_ contrabbando.mp3]

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Taranta Power

L’anima persa
di Eugenio Bennato
da Taranta Power (1999)

Nella musica tarantolata dev’essere rimasto qualcosa del dionisismo mediterraneo, di questo abbraccio frenetico allo spazio, di questa gioia che sa del limite e lo trasforma nella pienezza dei corpi. Melpignano, in provincia di Lecce, fa parte della Grecìa Salentina; lo scorso 25 agosto vi si è svolta la quindicesima edizione della Notte della Taranta.
Uno dei più grandi musicisti italiani, Eugenio Bennato, mostra da tempo tutta la fecondità artistica e antropologica che quest’antica musica contiene in sé. Il suo Taranta Power studia, diffonde, ricrea lo straordinario fenomeno. Il brano L’anima persa è un bellissimo risultato di questa ricerca ed è anche un vero e proprio manifesto nel quale vengono ricordati alcuni importanti nomi della musica etnica del Sud d’Italia: Andrea Sacco, Antonio Piccininno, Antonio Maccarone, Matteo Salvatore, Rocco Di Mauro, Umberto Cantone, Alfio Antico, Antonio Infantino. Tutti nomi intervallati dal grido «tarantella power». Vengono poi ricordati luoghi che toccano l’Italia intera. Ma vi dominano soprattutto il ritmo, la frenesia, il canto: «Per quella strada a sud del mondo / dove batte il tempo della taranta / ca te passa vicino e s’annasconde / ca te fa girare comm’a n’amante».
Splendide sono anche Ritmo di contrabbando e Alla festa della Taranta, che proporrò in futuro all’ascolto. Intanto, consiglio di gustare il video di L’anima persa: è una musica candida e sensuale, come interamente erotica e innocente è l’esperienza dionisiaca.

 

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