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«Tra la perduta gente»

Fairytale – Una Fiaba
(Skazka)
di Aleksandr Sokurov
Russia-Belgio, 2022
Trailer del film

Сказка in russo vuol dire ‘fiaba’; significato che in questo film diventa più esattamente ‘racconto fantastico’, virando però verso l’incubo che è la storia, in particolare la nostra storia, la storia del Novecento e la sua prosecuzione nel XXI.
Sokurov estrapola le immagini di Churchill, Stalin, Hitler e Mussolini da filmati e documenti autentici e li fa muovere, parlare, agire in un Limbo di chiara ispirazione dantesca. Qui aspettano di essere giudicati, dialogano tra di loro come amici che ben si conoscono e reciprocamente si disprezzano, assistono alla marea montante delle masse che sotto di loro li adorano, li odiano, obbediscono. Queste masse costituiscono una sorta di anonimo e sfigurato oceano di corpi senza identità, che sembrano travolgere da un momento all’altro i dittatori ma che non li toccano. Di tanto in tanto appare un Napoleone che sembra essere stato perdonato e dunque collocato in Paradiso, mentre il figlio di Dio è ancora deposto nel sepolcro e deve «attendere il proprio turno».
Di ciascuno dei dittatori si moltiplicano le figure, gli avatar che reciprocamente si chiamano ‘fratelli’, tutti sempre splendenti delle loro divise militari o infagottati nei loro enormi cappotti. Figure mostruose, grottesche, che sembrano potenti e invece a poco a poco appaiono nella loro più realistica forma di epifenomeni generati dalla Stimmung collettiva dei popoli, dalle circostanze, dal caso, da una volontà monocorde di potere; proprio per questo tali fantasmi sono tenacissimi nella ricerca del dominio.
Ciò che in ogni caso emerge da questo gorgoglio di forme, di pochezza e di terrore è la solitudine anche dei potenti, la loro canettiana paranoia, la loro capacità di dare ed essere morte, loro che da sempre sono morti.
Già Francofonia si avvicinava a una immersione onirica nella storia umana, che qui diventa un disincantato e amaro viaggio «nella città dolente, nell’etterno dolore, tra la perduta gente».

Dies Irae

 Dies Irae
da Requiem (1791)
di Wolfgang Amadeus Mozart
Collegium Vocale e La Chapelle Royale
diretti da Philippe Herreweghe

Mozart_Requiem

«Dies Irae, dies illa / solvet saeclum in favilla». Sì, il giorno della fine verrà a dissolvere il nostro mondo in cenere. Verrà per me, verrà per la specie tutta, verrà per l’intero pianeta e per la sua Stella. Non sarà però un giorno di punizione e di ira. Sarà un giorno di compimento e di pace. È questa Stimmung, questa tonalità inesorabile e trionfante che il Requiem mozartiano sa dire, al di là di ogni volontà di vendetta. Anche per questo è un brano magnifico.

[audio:https://www.biuso.eu/wp-content/uploads/2016/05/Mozart_Dies-irae.mp3]

 

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