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Geometrie corporali

Francesca Woodman
Milano – Palazzo della Ragione
A cura di Marco Pierini e Isabel Tejeda
Sino al 24 ottobre 2010

Parti del corpo che però rimangono sempre colmi della vitalità dell’intero, del dinamismo che assicura la vita anche quando essa è pregna della tristezza densa e antica che le immagini di Francesca Woodman sanno evocare. Una tristezza classica, che affonda nella statuaria greca ma che questa giovanissima artista (1958-1981) seppe ricreare in forme che qualcosa devono, certo, a Man Ray o a Luxardo ma che sono assolutamente originali sia nella ripresa della tradizione dell’autoritratto sia nella sapienza geometrica dei risultati.
Le immagini sono quasi tutte scattate in interni, in angoli di stanze vuote alle quali Woodman affida il proprio corpo e spesso la propria nudità. Un corpo che si fa una cosa sola con le pareti, con la plastica che l’avvolge, con le sedie e i pavimenti sul quale poggia. Luoghi che diventano gabbie -alla lettera- ma che poi si aprono a esterni di grande potenza, dove la figura di Francesca sembra assorbita dalle radici di alberi secolari, dalle spiagge, dal mare.
Il volto appare di rado, mentre in una tra le serie più efficaci -dal titolo Face– il pube è coperto da specchi, maschere, vetri, quasi a moltiplicare all’infinito l’enigma della sostanza che lo compone.
Nella fotografia forse più cosmica ed emblematica l’artista raffigura se stessa appesa a uno stipite, in una forma che non può non richiamare la crocifissione di questa donna al legno della propria solitudine.

Luxardo

La ricerca della bellezza. Elio Luxardo, un precursore
Genova – Palazzo Rosso
Sino al 28 marzo 2010

Luxardo (1908-1969) iniziò come scultore; passando alla fotografia mantenne sempre la ricerca dei volumi dentro l’opera. Le serie intitolate Il corpo e la luce e Variazioni sul corpo (entrambe del 1937) costituiscono uno studio attento sul rapporto tra le masse, i rilievi, le ombre, col risultato di esaltare in modo totale la densità della carne.
L’attività di questo artista fu comunque assai eclettica. Luxardo fotografò anche letterati come Marinetti e politici come Nenni; raffigurò attraverso l’espressione dei volti umani i sentimenti –Inganno, Solitudine, Indifferenza, Turbamento, Enigma-; e soprattutto è noto per i suoi ritratti delle attrici e degli attori più celebri del cinema e del teatro italiano. Di ciascuno, Luxardo cerca non la verosimiglianza ma il mito, trasfigurando volti e figure in un alone di luce leggendaria.
La mostra genovese lo presenta come “precursore” di Robert Mapplethorpe. Un accostamento certo corretto ma che forse sminuisce la creatività di questo cercatore di bellezza, di forme platoniche dentro i corpi umani.

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