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Il sorriso e la morte

Teatro Franco Parenti – Milano
Sogno di una notte di mezza sbornia
di Eduardo De Filippo
liberamente tratto da  La fortuna si diverte di Athos Setti
Con: Luca De Filippo (Pasquale Grifone), Carolina Rosi (Filomena), Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo, Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Paola Fulciniti, Viola Forestiero
Regia di Armando Pugliese
Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
Sino al 6 gennaio 2015

Luca-De-Filippo-e-Carolina-Rosi-foto-Federico-RivaPasquale Grifone vive modestamente ma vive. In una delle tante notti che lo vedono ubriaco, Dante Alighieri gli regala quattro numeri che lo renderanno ricco. Sono numeri, però, che indicano anche la data della sua morte, che avverrà tra pochi mesi. I numeri escono e la famiglia di Pasquale diventa milionaria. La felicità degli altri non compensa l’angoscia del protagonista, che vive come fosse un condannato a morte. Moglie e figli cercano di tranquillizzarlo ma sono anche ben pronti alla dipartita e non propriamente dispiaciuti. Il giorno stabilito si vestono a lutto e cominciano il loro pianto. Alle 13 in punto Pasquale si sente morire ma non muore. Un medico certifica la sua piena salute. Forse però non sono ancora le 13…
Una farsa, chiaramente, con tutti i colori, le esagerazioni, i movimenti, le battute intessute di grottesco. Ma una farsa che contiene i grandi temi del teatro di Eduardo, vale a dire la solitudine, il sogno, il morire. Il contratto, La grande magia, Questi fantasmi, Le voci di dentro affrontano la morte, la volontà di vivere, la vita onirica e l’esser soli con tutta la radicalità di un umorismo insieme teoretico e plebeo. Qui il tono è lievissimo, i tempi comici sono scanditi e il risultato è di grande divertimento. Ma anche da questa commedia traspare la tragicità della condizione umana. Soltanto un grande drammaturgo può coniugare così bene il sorriso e la morte.

Sul tempo. Una prospettiva teatrale

Teatro Strehler – Milano
La grande magia
di Eduardo De Filippo
con: Luca De Filippo (Otto Marvuglia), Massimo De Matteo (Calogero Di Spelta), Carolina Rosi (Zaira), Nicola Di Pinto (Arturo Recchia e Gennarino Fucecchia), Giovanni Allocca (il brigadiere di polizia e Oreste Intrugli), Gianni Cannavacciuolo (Gervasio Penna e Matilde)
Scene e costumi Raimonda Gaetani
Regia di  Luca De Filippo
Produzione Compagnia di Teatro Luca De Filippo
Sino al 6 dicembre 2012
Video di presentazione

 

Calogero Di Spelta è assai geloso della moglie Marta. In vacanza all’Hotel Metropole, questo suo sentimento diventa l’oggetto dei pettegolezzi dell’intero albergo. In effetti Marta ha un amante, che però non riesce mai a incontrare proprio a causa dell’attenta gelosia del marito. Ma arriva l’occasione, incarnata dal mago di provincia Otto Marvuglia, con il quale la donna si mette d’accordo in modo che durante un suo spettacolo «la faccia sparire per un quarto d’ora». Ma l’amante Mariano la porta via con sé a Venezia e Marta quindi sparisce per davvero. A Calogero che chiede al mago di restituirgli la moglie, Marvuglia risponde che in realtà è stato proprio lui a farla sparire e che Marta si trova in una cassettina che gli consegna. Se il marito la aprirà credendo fermamente nella fedeltà della donna ella riapparirà, in caso contrario la magia non avrà più fine. Calogero crede a tutto pur di non ammettere a se stesso il tradimento di Marta. Quando la donna tornerà da lui, dopo quattro anni, rifiuterà di riconoscerla, convinto ormai che nessuno potrà separarlo da quella cassettina che non ha ancora aperto e dentro la quale è racchiusa tutta la sua passione.
Il paradosso e la tristezza dei sentimenti umani si esprimono qui al di là del dramma e della commedia. La gelosia è l’occasione per una complessa meditazione sul mondo interiore nel quale ciascuno vive, pensa, ama, soffre. Tutto è possibile all’immaginazione. Ciascuno si rinchiude nelle stanze della propria solitudine e da questo castello alto e desolato cerca di amministrare i feudi della disperazione. L’ipotesi che Otto Marvuglia presenta a Calogero Di Spelta è la stessa del film Matrix. Che cos’è realtà, che cosa è illusione? Apri la cassetta, prendi la pillola rossa, e ti troverai nel mondo vero. Tieni chiusa la cassetta, prendi la pillola azzurra, e continuerai a vivere in quell’illusione che tu chiami la verità del mondo.
Ma la svolta dentro questa vicenda tragica e grottesca è data dal tempo. Il mago, infatti, convince Calogero che il fluire degli istanti, delle ore, degli anni è soltanto «la traccia mnemonica di immagini ataviche»; che la sensazione dello scorrere dei giorni, l’imbiancare dei capelli, il raggrinzirsi della pelle è un inganno; che si trovano tutti sempre là, in quella serata all’hotel Metropole nella quale è cominciato il gioco dell’illusione, ha avuto inizio la grande magia.

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Fantasmi/Illusioni

Teatro Manzoni – Milano
Questi fantasmi!
di Eduardo De Filippo
Con: Carlo Giuffrè, Piero Pepe, Maria Rosaria Carli, Claudio Veneziano, Antonella Lori, Francesco D’Angelo, Pina Perna
Regia di Carlo Giuffrè
Produzione: Teatro Stabile di Napoli
Sino al 22 aprile 2012

I fantasmi sono ciò che vogliamo credere. Sono le nostre speranze, le illusioni, le pervicaci credenze, i valori, i ricordi. E tutti ci aggrappiamo a essi come naufraghi al legno, convinti che una qualche entità potente «ci abbia presi in simpatia» e che, dopo averci mostrato i primi segni della sua grazia, continuerà a beneficarci per sempre. E se a un certo momento sembrerà svanire come ombra lasciandoci soli, saremo disposti ad aspettarla anche di notte, fuori e al freddo, pur di implorarla di tornare all’antico favore. E quando ci apparirà, ancora una volta e per l’ultima volta, sentiremo da lei le parole che volevamo sentire, sentiremo che c’è ancora speranza.
Così Pasquale Lojacono prende per un benevolo fantasma l’amante della giovane moglie Maria, che gli fa trovare in una giacca i soldi di cui ha sempre bisogno. Per Maria, e per tutti coloro che conoscono la situazione, Pasquale è un farabutto, uno sfruttatore, un uomo che non vale niente. Ma, nell’ultimo e decisivo colloquio con il fantasma, Pasquale comunica con disperata passione il proprio bisogno di amare e di essere amato. E di essere pronto a credere in qualsiasi cosa per questo. Almeno, lui è sincero.
Il grande testo di Eduardo è voltato in farsa da Carlo Giuffrè, bravo come interprete ma non altrettanto come regista. I toni sono da vaudeville e banali appaiono le trovate sonore e visive. Questi fantasmi! è invece un dramma che certo diverte -e molto- ma che facendo sorridere comunica, come l’arte fa sempre, la verità senza illusioni del mondo.

[È possibile vedere la commedia nella splendida interpretazione dello stesso De Filippo]

Malinconiche bugie

Le bugie con le gambe lunghe
di Eduardo De Filippo
Piccolo Teatro Strehler – Milano
Con: Luca De Filippo (Libero Incoronato), Fulvia Carotenuto (Costanza), Chiara De Crescenzo (Carmela), Gioia Miale (Graziella), Roberto Perretti (Nicola Di Pinto), Carolina Rosi (Olga), Massimo De Matteo (Benedetto Cigolella), Anna Fiorelli (Cristina)
Produzione: La Compagnia del Teatro di Luca De Filippo
Regia di Luca De Filippo
Sino al 30 gennaio 2011

La guerra è appena finita e Napoli sta rinascendo. La miseria è ovunque ma Libero Incoronato la vive con grande misura e dignità, cercando di fare bastare per sé e per la sorella quel poco che guadagna. Libero è un uomo onesto e trasparente, che crede a ciò che gli si dice. Quando i vicini di appartamento si rivolgono a lui, per un consiglio o per uno sfogo, accoglie con pazienza le beghe di tutti. Sino a che non viene troppo coinvolto e ne subisce danno. Di fronte all’ipocrisia che nasconde quanto accade e ne trasforma il significato, diverrà il più immaginifico inventore di bugie dalle gambe lunghe, quelle che sono necessarie per sopravvivere.

È uno dei testi di cerniera tra il De Filippo comico e i grandi drammi che molto devono a Pirandello ma che sanno stemperare l’intellettualismo dello scrittore siciliano in un tessuto di dolorose relazioni o di potente ironia sulle illusioni umane (paradigmatico e magnifico è Il contratto). Le bugie con le gambe lunghe rimane invece irrisolto, con un finale troppo affrettato. Rispetto ad altri testi messi in scena dalla Compagnia di Luca De Filippo, questo è anche recitato male, nel senso che si sente proprio che gli attori stanno recitando. Neppure il protagonista è al meglio del suo talento. Nel complesso, uno spettacolo banale.

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