Da non perdere è l’occasione che domani 28 novembre si offre alla Sicilia. Risiedendo a Milano non voterò nell’Isola per il rinnovo dell’ARS, l’Assemblea Regionale Siciliana. Mi rivolgo dunque ai miei amici siciliani chiedendo loro di provare a troncare l’infinito rosario del trasformismo, del malaffare, della connivenza, della rassegnazione e votare per il Movimento 5 Stelle.
Non conosco direttamente il candidato alla presidenza della Regione -Giovanni Cancelleri- né altri candidati. Non c’è dunque nulla di personale in questo mio invito -interessi, promesse, simpatie umane- ma soltanto un ragionamento politico. Non mancano in me alcune riserve verso il M5S ma è l’unico che in Sicilia sia oggi votabile, insieme a Sel -Sinistra Ecologia Libertà– di Claudio Fava/Giovanna Marano. Le motivazioni di questo mio invito sono state ottimamente riassunte da Donato Didonna sul Fatto Quotidiano dello scorso 24 ottobre. Ad esempio:
«Nel prossimo test siciliano, il M5S “rischia” seriamente di diventare il primo partito e, forse, di esprimere pure il presidente, smentendo così clamorosamente la tesi craxiana dell’“incomprimibile costo della politica” che di fatto legittimava il finanziamento illecito dei partiti. Il costo della politica è quindi comprimibile e, come direbbe Grillo, poiché la politica si è ridotta ai soldi, bisogna togliere i soldi dalla politica per ridar spazio alle passioni civili.
Detto e fatto! Tra le foto che non vedremo mai della campagna elettorale siciliana, ci sono quelle che ritraggono attivisti del M5S a pulire le piazze dopo i comizi, per lasciarle meglio di come non fossero state trovate, coerentemente con quanto fatto dagli stessi in questi anni in cui si erano adoperati per pulire spiagge, arenili, vie cittadine, ecc. per pura passione e amore verso la cosa pubblica.
[…]
Se i partiti tradizionali si fossero comportati diversamente, il M5S non sarebbe neanche nato, ma così non è stato e la democrazia ha reagito in questo modo, partorendo questo fenomeno che è comunque democratico, anche se non manca certo di un po’ di populismo, di indulgenza con il sicilianismo becero, di credulità verso teorie dei complotti, di ingenuità programmatiche e pure delle dinamiche interne interpersonali comuni ad ogni organizzazione umana. Ma al di là di tutto questo che va comunque paragonato al marcio dei partiti, Grillo e il M5S parlano al cuore della gente in modo credibile e incitandola ad un salutare attivismo civico: “non ci sono salvatori da attendere”.
Il consenso comporta responsabilità: se gli eletti del M5S avranno l’intelligenza politica di farsene carico sopravviveranno altrimenti saranno dimenticati come molti candidati oggi in corsa, dagli impresentabili cuffariani divisi equamente tra Crocetta e Musumeci, all’onnipresente Lombardo attraverso i suoi uomini, alle persone perbene, pure presenti in altre liste minoritarie, che forse non supereranno neanche lo sbarramento».
Temo che le previsioni di successo del Movimento 5 Stelle siano sin troppo ottimistiche. La Sicilia è una terra molto particolare e non è facile che un movimento politico senza qualche legame con la mafia abbia possibilità di successo. Forse è impossibile. Anche per questo è un’occasione da non perdere.