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Dürrenmatt greco

Giovedì 28 marzo 2019 alle 16,00 nell’aula 252 del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania si svolgerà il secondo incontro del ciclo dedicato a «Nella magnificenza di delitti sepolti». Friedrich Dürrenmatt e la verità come enigma, organizzato dall’Associazione Studenti di Filosofia Unict.
Parleremo del romanzo Greco cerca greca e del racconto La morte della Pizia, due testi comici e scintillanti. La seconda, in particolare, è una delle opere più belle e profonde che abbia letto nella mia vita.

«Forse lei si trova di fronte a una strada molto difficile; la strada della fortuna che è negata alla maggior parte degli uomini perché la saprebbero percorrere ancor meno che la strada della sfortuna, sulla quale si cammina di regola quaggiù» (Greco cerca greca, Einaudi, p. 70).

«Stizzita per la scemenza dei suoi stessi oracoli e per l’ingenua credulità dei Greci, la sacerdotessa di Delfi Pannychis XI, lunga e secca come quasi tutte le Pizie che l’avevano preceduta, ascoltò le domande del giovane Edipo…» (La morte della Pizia, Adelphi, p. 9)

L’emittente universitaria Radio Zammù mi ha intervistato oggi su questo incontro e sulla lezione del 27.3 dedicata a Nietzsche (durata 20 minuti, brano di Lucio Battisti compreso).

 

 

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Metto qui a disposizione le diapositive che ho utilizzato per questa conversazione:
Dürrenmatt greco.

Lezione su Nietzsche

Mercoledì 27 marzo 2019 alle 16,00 nell’aula 252 del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania terrò una Lezione su Nietzsche, organizzata dall’Associazione Studenti di Filosofia Unict e dal Liceo Scientifico Galilei.

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Meinem maëstro Pietro.
Singe mir ein neues Lied: die Welt ist verklärt und alle Himmel freuen sich.
Der Gekreuzigte

(«Al mio maestro Pietro.
Cantami un nuovo canto: il mondo è trasfigurato e tutti i cieli sono nella gioia.
Il Crocifisso»
Lettera a Peter Gast, 4 gennaio 1889)

Dürrenmatt / 1

Dopo le tre lezioni che nel 2018 abbiamo dedicato alla Recherche proustiana, l’Associazione Studenti di Filosofia Unict mi ha chiesto di tornare sulla dimensione filosofica della letteratura. Abbiamo così deciso di organizzate tre incontri su Friedrich Dürrenmatt, dal titolo «Nella magnificenza di delitti sepolti». Friedrich Dürrenmatt  e la verità come enigma.
Giovedì 14 marzo 2019 nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania (e non nella 252 come è detto nella locandina) si svolgerà il primo di questi incontri. Presenterò la figura di Dürrenmatt e parleremo dei suoi racconti. Sono contento di questi pomeriggi letterario-filosofici perché essi non prevedono crediti né esami né altro. Soltanto il piacere di leggere e conoscere un grande scrittore. Qui sotto un abstract del primo incontro.

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Il mondo è un tormento, il torturatore è dio. L’essere è un tunnel che sprofonda nel niente. Agli uomini sembra di stare dentro una favola maligna. Descrivere tale desolazione è il compito dello scrittore. Egli somiglia a uno dei suoi personaggi, il quale parla «come uno che avesse buttato via se stesso, indifferente, ridendo anche a volte, eppure la grandiosità della sua disperazione era sconvolgente» (La trappola). Dürrenmatt scava tra gli eventi e la cause, tra «questo gigantesco groviglio di fatti fantastici» (La morte della Pizia), con lo zelo di un archeologo che s’imbatta «nella magnificenza di delitti sepolti» (La panne). Narrativa metafisica che ha la capacità di sintetizzare in poche pagine, a volte in poche battute, un intero mondo di pensiero, una visione immedicabile del mondo, uno sguardo acuto e amaro come è amaro il reale. Storie inquietanti ed enigmatiche, costruite con gelida geometria, con passione profonda, con scintillante ironia.

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Radio Zammù, emittente dell’Università di Catania, mi ha intervistato sulle ragioni e il significato di questi incontri. È possibile ascoltare qui l’intervista: «Nella magnificenza di delitti sepolti»
di Angelo Racalbuto e Joe Rapisarda

Nel rispondere a una domanda ho commesso (in una volta sola) due errori: ho dato per ‘vivente’ José Saramago, che invece è morto nel 2010, e ho attribuito allo scrittore francese Del Amo il nome di Jean-Philippe invece del corretto Jean-Baptiste. Mi scuso per questi errori che credo comunque non incidano sul significato della risposta: Saramago è sempre vivo nella sua opera.

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Metto qui a disposizione le diapositive che ho utilizzato per questa conversazione:
Dürrenmatt. I racconti 

File audio (mp3) della lezione: L’ironia, lo splendore

Lezioni 2019

Lunedì 4 marzo avranno inizio le lezioni dei tre corsi che svolgerò nel 2019 nel Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania.
Riassumo qui i titoli dei corsi, l’articolazione dei programmi, i libri e i saggi che analizzeremo, gli orari delle lezioni. I link ad alcuni dei titoli aprono i pdf o la versione digitale di cinque dei testi in programma; altri link rinviano a brevi presentazioni o ad analisi utili a una loro prima comprensione.

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Filosofia teoretica
Metafisica
Corso triennale in Filosofia / aula A7 / lunedì 10-12; mercoledì e venerdì 12-14

Alberto Giovanni Biuso, La Metafisica si dice in molti modi (pdf), in «Rassegna storiografica decennale», vol. I, Limina Mentis 2018, pp. 177-183
Alessandra Penna, La costituzione temporale nella fenomenologia husserliana 1917/18 – 1929-34 (pdf), Il Mulino 2007 (Introduzione; cap. I, §§  1, 3, 4; cap. IV, §§ 1, 2)
Edmund Husserl, Esperienza e giudizio (pdf), Bompiani 2007 (§§ 36, 38, 39, 42, 64 e Appendice I)
Martin Heidegger, Introduzione alla metafisica, Mursia 1979
Alberto Giovanni Biuso, Temporalità e Differenza, Olschki 2013
Alberto Giovanni Biuso, Heidegger e Sofocle: una metafisica dell’apparenza (pdf), in «Engramma», n. 150, ottobre 2017, pp. 154-161

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Filosofia della mente
Tempo della mente e Tempo del mondo
Corso magistrale in Scienze filosofiche / aula A12 / lunedì 12-14; mercoledì e venerdì 10-12

Martin Heidegger, Il concetto di tempo, Adelphi 1998
Carlo Rovelli, L’ordine del tempo, Adelphi 2017, capitoli dall’1 all’8 e 12-13
Lee Smolin, La rinascita del tempo. Dalla crisi della fisica al futuro dell’universo, Einaudi 2014
Arnaldo Benini, Neurobiologia del tempo, Raffaello Cortina 2017
Alberto Giovanni Biuso, Aiòn. Teoria generale del tempo, Villaggio Maori Edizioni 2016

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Sociologia della cultura
Dismisura
Corso triennale in Filosofia / aula A9 / martedì 12-14; giovedì 10-12

Rocco De Biasi, Che cos’è la Sociologia della cultura, Carocci 2008
Olivier Rey, Dismisura. La marcia infernale del progresso, Controcorrente 2016
Giuseppe Frazzetto, Artista sovrano. L’arte contemporanea come festa e mobilitazione, Fausto Lupetti Editore 2017
Alberto Giovanni Biuso, «Anarchismo e antropologia. Per una politica materialistica del limite» (pdf), in La pratica della libertà e i suoi limiti – Libertaria 2015, pp. 102-125

Palma e Piazzese su Vita pensata 18

Sul numero 18 (Febbraio 2019) di Vita pensata sono stati pubblicati i testi di due miei studenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania: Stefano Piazzese, del corso triennale in Filosofia, ed Enrico Palma, del corso magistrale in Scienze filosofiche. Inserisco qui i pdf dei due articoli, insieme all’indice e all’editoriale, scritto da me e da Giusy Randazzo. Il numero è dedicato ai Paganesimi; oltre agli studenti vi hanno collaborato vari docenti del Dipartimento, che ringrazio per il rigore e la vivacità dei loro contributi.

Una lettura

Ringrazio l’équipe del fotografo Franco Carlisi che ha ripreso e montato con rigore ed empatia la lettura del racconto Di stelle e di buio, in occasione della presentazione del volume di Carlisi ll valzer di un giorno al Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania il 9 novembre 2018. L’elemento per me più interessante è costituito -oltre che dalle immagini iniziali dello splendido Monastero dove lavoro- dai volti degli ascoltatori, con le loro espressioni sorprese, attonite, divertite, attente. Tra questi volti, numerosi miei studenti che ringrazio ancora una volta per la presenza affettuosa e partecipe.

 

Ontologie animali

L’animale non esiste
Quaderni Leif / anno XII, numero 16 / gennaio-giugno 2018
pagine 159-172

Indice del testo
Ontologia animale
Continuità animale
Differenza animale
Alterità animale

I Quaderni Leif (Semestrale del CESPES, Centro Interdipartimentale di Studi su Pascal e il Seicento) hanno pubblicato gli Atti del Convegno su Bioetica Ambiente Alimentazione che si è svolto a Catania lo scorso maggio, a cura della collega Maria Vita Romeo.
Nella mia relazione ho cercato di mostrare come in natura non si diano salti ma sviluppi, non fratture ma differenze nella continuità. Oltrepassare davvero lo specismo implica l’abbandono del concetto stesso di centralità e di primato attribuito a un qualunque ente nel mondo. Questo è uno dei significati e degli obiettivi della filosofia di Martin Heidegger, che si esprime nell’insieme di tutta la sua riflessione, compresi i Quaderni neri (per un’analisi rigorosa e filologica dei quali torno a consigliare il fondamentale libro di von Herrmann e Alfieri).
In particolare, come nota Jacques Derrida, una lettura adeguata della ricchezza e complessità del seminario del 1929-30 Die Grundbegriffe der Metaphysik. Welt – Endilchkeit – Einsamkeit (Concetti fondamentali della metafisica. Mondo – Finitudine – Isolamento/Solitudine) conduce molto al di là dell’antropocentrismo, che in Heidegger viene svuotato dall’interno. Ha dunque ragione Derrida a osservare che «questi sono i testi che bisognerebbe naturalmente leggere più da vicino, se si accusa Heidegger di mettere l’animale al di sotto dell’uomo, per non dimenticare che egli pretende di fare un’altra cosa, cioè dire che questa povertà non significa un meno, che anzi in un certo modo essa significa un più: un sentire la privazione che evidenzia che l’animale può sentire qualcosa mentre una pietra non ne è affatto capace» (L’animale che dunque sono, Jaca Book 2018, p. 217).
E perché l’animalità è un ‘di più’? Perché Heidegger sostiene che «non sarà possibile parlare dell’essenza dell’animalità in generale -benché nel corso del suo cammino Heidegger citi molti esempi di animali-, malgrado tutte le loro differenze (differenze, ad esempio, tra la lucertola e lo scimpanzé) senza mai mettere in questione l’appartenenza di tutti gli animali a una ‘essenza generale dell’animalità’» (Ivi, p. 214). Le differenze vanno tutte comprese, nel duplice significato che vanno capite e accolte, pervenendo così alla evidente inesistenza dell’animale al singolare collettivo. Le differenze vanno raccolte nell’oggettività che accoglie tutte le differenze: il morire.
Il tempo e la materia costituiscono fondamento, forma, struttura e modalità del mondo in ogni sua manifestazione, del reale a ogni suo livello, compresa l’animalità, tutta l’animalità, l’animalità che dunque siamo, poiché «dann bewegen wir uns immer schon in dem geschehenden Unterschied», ci muoviamo già sempre nella differenza che accade.
(Die Grundbegriffe der Metaphysik. Welt – Endilchkeit – Einsamkeit, «Gesamtausgabe, Band 29/30 II. Abteilung: Vorlesungen 1923-1944», herausgegeben von F.W. von Herrmann, Vittorio Klostermann, 1992, § 75, punto 4, p. 519).

 

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