Venerdì 27.9.2019 si svolgerà la Notte europea dei ricercatori, di tutte le persone che nelle Università del nostro Continente si dedicano alla ricerca negli ambiti più diversi della conoscenza. Come lo scorso anno, anche l’Ateneo di Catania sarà coinvolto con numerose iniziative.
Tra quelle che si terranno nel mio Dipartimento, una si intitola Scegli un libro al Monastero. Dalle 21,00 alle 23,00 nella Sala di lettura della nostra Biblioteca presenteremo infatti dei libri. Io parlerò di Regno animale, romanzo dello scrittore francese Jean-Baptiste Del Amo, pubblicato nel 2016.
Nell’anno accademico 2019-2020 insegnerò Filosofia teoretica, Filosofia della mente e Sociologia della cultura. Pubblico i programmi che svolgerò, inserendo i link al sito del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania per tutte le altre (importanti) informazioni relative ai miei corsi.
I link che compaiono nei titoli dei libri in programma portano a presentazioni e recensioni dei testi o, nel caso dei saggi in rivista, ai pdf dei testi stessi.
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Filosofia teoretica
ERACLITO
–Aa. Vv., Eraclito: La luce dell’oscuro, a cura di Giuseppe Fornari, Olschki 2017
-Martin Heidegger, Eraclito, Mursia 2017 (Corso del semestre estivo 1943, pp. 5-119, e Corso del semestre estivo 1944, § 6a, pp. 194-201)
-Alberto Giovanni Biuso, Aiòn. Teoria generale del tempo, Villaggio Maori Edizioni 2016
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Filosofia della mente
MENTI ANIMALI
-Alberto Giovanni Biuso, La mente temporale. Corpo Mondo Artificio, Carocci, 2009 (capp. 1 e 2: Una storia della mente – Il corpo dentro il mondo; pp. 17-137)
-Jacques Derrida, L’animale che dunque sono, Jaca Book 2018 (pp. 62-68; 103-114; 149-166; 199-222)
-Roberto Marchesini, Contro i diritti degli animali? Proposta per un antispecismo postumanista, Edizioni Sonda 2014
-Gianfranco Mormino, Raffaella Colombo, Benedetta Piazzesi, Dalla predazione al dominio. La guerra contro gli animali, Libreria Cortina 2017
-Alberto Giovanni Biuso, 1) Dialettica dell’umanesimo, in Liberazioni. Rivista di critica antispecista, Anno IX / n. 34 / Autunno 2018, pp. 26-37 – 2) Siamo già sempre una differenza animale. Derrida e Heidegger, in Liberazioni. Rivista di critica antispecista, Anno IX / n. 36 / Primavera 2019, pp. 90-94
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Sociologia della cultura
PAGANESIMI E DIFFERENZA
-Rocco De Biasi, Che cos’è la Sociologia della cultura, Carocci 2008
-Maurizio Bettini, Elogio del politeismo, il Mulino 2014
-Catherine Nixey, Nel nome della croce. La distruzione cristiana del mondo classico, Bollati Boringhieri 2018
-Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò, Einaudi 2015
-Alberto Giovanni Biuso, 1) Anarchismo e paganesimo, in «Nel nome di nessun dio – Libertaria 2016», pp. 132-151; 2) Le persecuzioni contro i pagani, in «Vita pensata», n. 18, febbraio 2019, pp. 5–12
Il numero 19 di Vita pensata (luglio 2019) pubblica i testi di quattro miei allievi (uno dei quali professore di filosofia nei licei), distribuiti in tre diverse sezioni della rivista: temi, recensioni, scrittura creativa. Ne sono particolarmente lieto poiché è un segno di continuità nella conoscenza ed è inoltre testimonianza del lavoro didattico e di formazione che l’Università di Catania, pur con tutti i suoi limiti, sa svolgere.
A questo numero -dal titolo Intelligenza / Fenomenologia– hanno collaborato numerosi colleghi e colleghe del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Unict; alle loro diverse competenze -che vanno dal cognitivismo alla sociologia, dal pragmatismo all’antropologia filosofica- si deve la peculiare prospettiva interdisciplinare con la quale abbiamo cercato di analizzare la complessità dell’intelligenza e il suo rapporto con quel particolare intendimento del mondo che Edmund Husserl ha denominato fenomenologia.
I link portano alla versione on line -dalla quale è possibile scaricare l’intero numero- e a quella in pdf dei singoli articoli. Aggiungo anche il link all’editoriale.
- Intelligenza / Fenomenologia di agb e gr (versione in pdf)
- La memoria come risorsa ermeneutica: ricordo, oblio e senso del vissuto di Daria Baglieri (pdf)
- Heidegger e la fenomenologia. Tre variazioni sul tema di Enrico Moncado (pdf)
- Proust e i segni di Enrico Palma (pdf)
- Malpensa di Cateno Tempio (pdf)
Il 20 maggio 2019 al Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania, discutendo del Contemporaneo, i colleghi Alessandro Mastropietro e Giuseppe Frazzetto hanno illustrato e analizzato in un modo splendido la complessità della musica e dell’arte figurativa nel presente.
Io ho aggiunto qualche considerazione su alcune delle tendenze più significative della filosofia oggi, dalla gnoseologia alla politica, dalle scienze della vita all’intelligenza artificiale. Ho soprattutto accennato alla ripresa di interesse verso la metafisica, la quale è radicata nella natura temporale e dunque incompiuta, mai finita, dello stare al mondo.
Chiedersi che cosa c’è -l’ontologia- e come è ciò che c’è -la metafisica- significa collocarsi nel luogo dove possiamo comprendere almeno qualche frammento dell’essere, della verità e del tempo, le tre questioni di fondo che costituiscono il lavoro filosofico sin dai suoi inizi e ben dentro la contemporaneità.
Μετά richiama, indirizza, significa la costitutiva tensione all’oltre che la metafisica attua nei confronti di ogni risultato da essa stessa acquisito. E dunque la filosofia è un sapere scientifico anche nel significato che a questo termine danno l’epistemologia e la cultura contemporanea.
Metto qui a disposizione il file del mio intervento, che dura 25 minuti.
- Metafisica contemporanea (file audio mp3)
[L’immagine è del fotografo Piero Geminelli]
Organizzato dall’Associazione Studenti di Filosofia Unict, lunedì 20 maggio 2019 alle 15,00 nell’Aula 252 del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania si svolgerà un incontro dedicato al Contemporaneo nella Musica, nell’Arte, in Filosofia. Ne parleremo io, Giuseppe Frazzetto e Alessandro Mastropietro.
Le previsioni/profezie sulla morte della filosofia – che significa per lo più il confluire della filosofia in altri saperi – sono sempre state smentite. Questo vale per il passato più o meno lontano e vale ancor di più per un presente nel quale la filosofia è un sapere vitalissimo, diffuso e pervasivo. Cercheremo di indicare alcune delle ragioni e delle forme per le quali non soltanto la filosofia ma anche e proprio la «metaphysics is now respectable again» (D.M. Armstrong, Sketch for a Systematic Metaphysics, Oxford University Press 2010, p. VIII).
Gli enunciati della metafisica, disprezzati a lungo dalle correnti filosofiche e scientifiche più diverse, si stanno rivelando invece particolarmente fecondi per chiarire la natura di molti problemi sia generali sia specifici, che riguardano ad esempio questioni biologiche, gnoseologiche, politiche. Il corpomente non si appaga mai del dato ma cerca sempre anche il significato, non si accontenta di percepire ma vuole anche capire, non si ferma al qui e ora ma lo oltrepassa in direzione di ciò che è stato e di quanto sarà.
L’evento sull’Agenda di Ateneo di Unict.
Mercoledì 15 maggio 2019 alle 14.30 nell’aula 252 del Dipartimento di Scienze Umanistiche parleremo di Euripide in occasione delle rappresentazioni delle tragedie Elena e Le troiane, in scena al Teatro greco di Siracusa per la 55a Stagione di spettacoli classici dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA). L’evento è organizzato dall’Associazione Studenti di Filosofia Unict.
Tenteremo un’analisi dell’opera euripidea che faccia emergere la concezione tragica e insieme innocente che i Greci avevano del mondo. In loro abita un’accettazione profonda della nostra natura intrisa di limite, tempo, balbettio, tramonto. Assai più grande è infatti la forza degli dèi rispetto alla fragilità di una condizione finita. Se «la sorte dell’uomo è patire» (Ippolito, trad. di Filippo Maria Pontani), questo è dovuto alla volontà dei Numi, che sono anch’essi materia che desidera.
Nelle Baccanti Dioniso afferma che «io non dovrò mai subire / quello che non è scritto nel mio destino». Il destino di dolore e di morte era scritto nel nome di Penteo, il destino di vittoria, di euforia, di saggezza e di canto era scritto nel nome di Dioniso, «il dio dell’evoè». L’umano è la mescolanza di questi destini.
L’arte di Euripide trova uno dei suoi vertici nella preghiera panteistica che Ecuba, donna e regina al culmine della disperazione, rivolge a Zeus, preghiera nella quale i nomi degli dèi trascolorano nella forza senza fine e senza senso della materia agra: «Sostegno della terra, tu che siedi sopra la terra, chiunque tu sia, Zeus, così arduo a immaginare, oppure legge forzante di natura oppure mente dell’uomo, a te la mia preghiera. Per silenti tramiti muovi ed ogni umana cosa secondo il giusto guidi» (Le troiane).
Parleremo in particolare di Elena, tragedia nella quale si fa evidente come e quanto i percorsi del mito e degli dèi siano rizomatici, labirintici, cangianti, imprevedibili. Il politeismo greco è anche libertà rispetto a ogni monoteismo ermeneutico, a ogni unicità del divino, a ogni identità immutabile del dio. Qui Elena è infatti un personaggio del tutto diverso dalla Elena omerica e dall’universale biasimo che l’accompagna. Elena è un simbolo orfico di nascondimento e rinascita, una gemella di Dioniso, un itinerario che gli gnostici presero a modello di gettatezza e riscatto, disvelante le apparenze e volto verso la luce.
«Una delle più importanti linee di sviluppo dell’arte contemporanea si orienterà verso il tema della radicale spersonalizzazione dell’artista e del suo volersi fare cosa, oggetto inanimato, meccanismo» scrive Giuseppe Frazzetto (Artista sovrano. L’arte contemporanea come festa e mobilitazione, Fausto Lupetti Editore, 2017, p. 68).
L’artista è padrone della sua festa e servo della mobilitazione dentro la quale soltanto la festa può esistere. «Il far niente in fin dei conti è una sospensione del tempo storico; se non una festa, un party. La vita è bellissima. Questo resta della promesse de bonheur? Un intricato fake d’un fake? […] L’artista sovrano è indistinguibile dai suoi innumerevoli doppi qualunque. […] La distinzione è prodotta solo dal fatto che il doppio qualunque dell’artista sovrano non è cooptato dall’apparato, che potrebbe però cooptarlo senza difficoltà di sorta. È così? Non c’è dubbio. Per ora. Finché dura il party generalizzato. La festa immobile dell’anti-arte, della spiritualizzazione banalizzata del far-niente estetico d’un inafferrabile ‘Io è un altro’, del trionfo dell’autofeticizzazione servo/sovrano» (p. 206).
Di questo e di molto altro parleremo al Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania giovedì 9 maggio 2019 alle 10,00, nell’aula A9, con gli studenti del corso di Sociologia della cultura e con chiunque vorrà esserci.