Ormai il Partito Democratico si fa dettare l’agenda, i contenuti, le forme da Denis Verdini. Sembra non avere fine l’agonia della sinistra istituzionale in Italia. Essere riuscito a mettere alla segreteria del PD un soggetto a sé identico è il vero trionfo di Berlusconi. Nella nuova coppia della politica italiana si mesta e rimesta lo squallore, l’inganno, l’analfabetismo, lo spettacolo. Ma questo trionfo del berlusconismo è stato reso possibile anche da milioni di iscritti ed elettori del Partito Democratico. Imperdonabili. Il manifesto definisce Renzi con gli epiteti di «bullo» e «Don Matteo» (il sinistro ‘Don’ dei siciliani). Ma la segreteria Renzi è la logica, inevitabile e doverosa conclusione dell’accettazione da parte del PD in questi decenni di tutti i dogmi dell’ultraliberismo. Gli eventi politici non accadono per caso e non si spiegano mai con gli umori, con le follie o i caratteri dei vari capi che si susseguono nella morta gora del potere. Hanno sempre delle ragioni e delle cause. Mentre la sua icona è nel punto più basso della propria personale parabola, il berlusconismo trionfa dentro la formazione politica che per vent’anni gli ha consentito -con azioni, opere e omissioni- di dominare. C’è una logica implacabile e giusta in tutto questo.
Avrei persino compassione di un partito così ridotto se non fosse che il suo ridursi ridurrà l’Italia ancora peggio. Sembra impossibile ma niente è precluso a questi sciocchi.