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Un lessico contemporaneo

La questione democratica, in Italia e in tutto il mondo, coincide con la questione degli strumenti e delle modalità di informazione. Come sapeva Guy Debord, la stampa mainstream e le reti televisive sono sempre e soltanto il potentissimo strumento dell’inganno che i governi esercitano sull’intero corpo sociale. Indispensabili alla democrazia sono pertanto quelle voci critiche e altre che, seppur in netta minoranza, costituiscono il granello che inceppa la grande macchina. A Rivista anarchica e Diorama letterario, per quanto tra loro diverse, sono tra queste voci. Ogni loro numero -non necessariamente da condividere per intero- lo dimostra.
Nei numeri più recenti di Diorama vengono tradotti alcuni interventi che Alain de Benoist dedica a una varietà di tematiche, tutte accomunate dal costituire l’orizzonte del presente e del futuro. Da questi interventi traggo le affermazioni che mi sembrano più consone a comprendere ciò che accade.

Animali
«I maltrattamenti inflitti agli animali mi scandalizzano ancora di più dei maltrattamenti inflitti agli umani»

Europa
«Per me, tuttavia, la parola d’ordine non è ‘Per la Francia contro l’Europa’, ma piuttosto ‘Per l’Europa, contro Bruxelles’»; «Così come gli Stati Uniti sono nati da un rifiuto dell’Europa, l’Europa non potrà farsi se non contro gli Stati Uniti»

Eutanasia
«Come gli antichi romani, io rispetto ed ammetto assolutamente il suicidio, includendovi il suicidio assistito. […] Penso che mettere fine in condizioni pacifiche a una vita che sta terminando in forma vegetativa o con sofferenze indescrivibili abbia a che fare con la semplice umanità»

Paganesimo
«Il monoteismo non ha certamente il monopolio dell’intolleranza, ma ne ha creato una forma nuova: l’intolleranza religiosa. Essa va di pari passo con l’avvento di un nuovo regime di verità. Nel politeismo, si considera assolutamente normale che ciascun popolo celebri un culto ai propri dèi. […] Nel monoteismo, gli altri dèi sono necessariamente considerati idoli, demoni o illusioni da dissipare. Per estensione, sono i loro seguaci a dover essere sradicati. […] Questo tipo di intolleranza è stato in tutte le epoche estraneo al paganesimo. Esso infatti non si fonda su dogmi ma su riti. Ignora quindi le eresie, le guerre sante, gli scismi, le scomuniche, le crociate e le inquisizioni»

Pubblicità
«La pubblicità è diventata la forma dominante della comunicazione (inclusa, naturalmente, la comunicazione politica), nella misura in cui tende ad affermarsi come la forma paradigmatica di ogni linguaggio sociale. […] La pubblicità ci addestra a ricalcare il nostro desiderio sul desiderio degli altri, in modo tale che in fin dei conti il consumo è sempre consumo del desiderio altrui».

Russia
Per gli USA «la Russia è sempre una potenza da ‘contenere’ con tutti i mezzi e la intera loro politica estera mira ad accerchiarla, a spingere la Nato fino alle sue frontiere e ad impedire agli europei di allearsi con i russi, come sarebbe del tutto naturale che facessero se avessero coscienza della necessità di pensare in termini continentali». Quando sono state annunciate le sanzioni contro la Russia «il ministro degli Esteri russo si è limitato a dichiarare: ‘Proviamo vergogna per l’Unione europea che, dopo aver lungamente cercato la propria via, ha adottato quella di Washington, respingendo così i valori europei fondamentali’. Purtroppo, le cose stanno esattamente così. L’Unione europea si è allineata all’America perché sia l’una che l’altra condividono la stessa ideologia liberale»

Sinistra
«La verità è che la sinistra ha perso il popolo [Lo conferma la clamorosa percentuale di astenuti nelle recenti elezioni in Emilia Romagna]. E che dopo aver perso il popolo sta perdendo anche l’egemonia culturale. È questo il vero fondamento della rivoluzione silenziosa alla quale stiamo assistendo. Tutto il resto discende da questo»

Stati Uniti d’America
«La ‘democrazia in America’ non è che il regno di un’oligarchia finanziaria. […] Le ‘relazioni internazionali’, allora, non significano nient’altro che la diffusione su scala planetaria del modo di vita americano. Rappresentando il modello alla perfezione, gli americani non hanno bisogno di conoscere gli altri. Spetta agli altri adottare il loro modo di fare. Data la situazione, non ci si può stupire che le difficoltà incontrate negli Stati Uniti in politica estera siano così spesso il risultato della loro incapacità di immaginare che altri popoli possano pensare diversamente da loro. Di fatto, per molti americani, il mondo esterno semplicemente non esiste, o piuttosto esiste solo nella misura in cui si americanizza, condizione necessaria perché diventi comprensibile».

Vicino Oriente
Che le autorità francesi si preoccupino dell’Isis può essere comprensibile «ma sarebbero più autorizzate a farlo se il presidente Hollande non avesse dichiarato esplicitamente, sin dall’incontro del G20 del giugno 2012, che era opportuno riconoscere la ribellione armata jihadista come l’unica rappresentante della legittima autorità siriana».

[Fonte: Diorama letterario 320, anno XXXV, numeri 3-5/2014]

Aldo Moro /  Stato

Televideo Rai, 12.11.2014, ore 15.31

Moro, pg: Pieczenik indiziato su omicidio

15.31 Nei confronti dell’americano Steve Pieczenik, ex funzionario del Dipartimento di Stato Usa e ‘superconsulente’ del Governo italiano ai tempi del sequestro di Aldo Moro, vi sono “gravi indizi circa un suo concorso nell’omicidio” dello statista democristiano. Lo sostiene il procuratore generale di Roma, Luigi Ciampoli, che chiede alla procura di procedere. C’è anche un altro indiziato, ma è morto: è il colonnello Camillo Guglielmi, già in servizio al Sismi, presente in via Fani la mattina del 16 marzo 1978 quando fu rapito Moro.

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Aldo Moro venne sequestrato e assassinato da organi dello Stato italiano su incarico del governo degli Stati Uniti d’America. Le Brigate Rosse furono il braccio armato di tale operazione.
È quello che pensava Guy Debord, il quale giudicava il «terrorisme illogique et aveugle» delle Brigate Rosse una emanazione della P2, da lui definita Potere Due (Préface à la quatrième édition italienne de La Société du Spectacle, in Commentaires sur la Société du Spectacle [1988], Gallimard 1992, p. 138).
La concordia tra lo Stato e il terrorismo rosso è per Debord svelata da un lapsus: S.I.M., la sigla con la quale le BR indicavano lo “Stato Imperialista delle Multinazionali” non sarebbe altro che il modo con cui le Brigate Rosse firmavano senza volerlo la loro vera natura di succedanee del Servizio Informazioni Militari del regime fascista (Ivi, p. 135).
Condivido l’analisi di Debord. Ulteriori conferme arriveranno. Tardi ma arriveranno. Lo Stato è un mostro che divora anche se stesso poiché «Staat heisst das kälteste aller kalten Ungeheuer. Kalt lügt es auch; und diese Lüge kriecht aus seinem Munde: ‘Ich, der Staat, bin das Volk’. Lüge ist’s! […]  Aber der Staat lügt in allen Zungen des Guten und Bösen; und was er auch redet, er lügt. […] Falsch ist Alles an ihm». [«Stato si chiama il più gelido di tutti i freddi mostri. Freddo anche nel mentire; e questa menzogna striscia dalla sua bocca: ‘Io, lo Stato, sono il popolo’. È una menzogna!  […] Ma lo Stato mente in tutte le lingue riguardo al bene e al male: e qualunque cosa dica, egli mente. […] Tutto è falso in lui»] (Friedrich Nietzsche, Also sprach Zarathustra, parte I, «Vom neuen Götzen [Del nuovo idolo]»

I capi e le masse

Il presidente del Consiglio italiano -essendo un soggetto assai pericoloso per la pace sociale e per la Repubblica- è diventato inevitabilmente estremista. In realtà lo è sempre stato. Questo è facile da capire.
Meno facile è che chi fu non dico «comunista» ma soltanto «di sinistra» possa ancora sostenerne le posizioni o almeno tollerarle. Ma a spiegarcelo è la storia del Novecento, quella che ha portato al potere -e li ha fatti restare- soggetti come Hitler e Stalin. A spiegarcelo sono Ortega y Gasset, Canetti, Debord. A spiegarcelo sono le loro analisi dei gruppi dirigenti complici dei capi più impresentabili ed estremisti. A spiegarcelo sono le loro analisi delle masse plaudenti e sottomesse. Oggi sono le masse del Partito Democratico.

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Renzi, l’estremista nazionale
di Andrea Fabozzi, il manifesto, 4.11.2014

Tra le imma­gini che cele­brano la mis­sione del pre­si­dente del Con­si­glio a Bre­scia, ce n’è una in cui Renzi si stringe accanto al pre­si­dente della Con­fin­du­stria bre­sciana Bono­metti, uomo di destra, falco delle rela­zioni indu­striali, che un attimo dopo lo scatto dichia­rerà: «Il sin­da­cato è un osta­colo sulla strada del rilan­cio dell’Italia». Sullo slan­cio, il pre­si­dente del Con­si­glio si rifiu­terà di rice­vere i rap­pre­sen­tanti Fiom nella fab­brica di Bono­metti. Per­ché tra il segre­ta­rio Pd e l’imprenditore destrorso l’estremista è il primo.
In un’altra fab­brica lì vicino, dove gli ope­rai sono stati messi in ferie obbli­gate e sosti­tuiti con piante orna­men­tali, men­tre la poli­zia bastona lon­tani con­te­sta­tori, un Renzi scuro in volto e niente spi­ri­toso mette al cor­rente la pla­tea di Con­fin­du­stria e il pre­si­dente Squinzi che «c’è un dise­gno cal­co­lato, stu­diato e pro­get­tato per divi­dere il mondo del lavoro». Dice qui, in Ita­lia, «in que­ste set­ti­mane». E i padroni bat­tono le mani, con l’aria di chi pra­tico di com­plotti ha capito subito che l’oscura trama sco­perta dal pre­mier non deve fare paura. Può anzi tor­nare utile.
Per­ché se Renzi denun­cia che «c’è l’idea di fare del lavoro il luogo dello scon­tro» non lo fa per sco­prire l’acqua calda: dove altro che intorno al lavoro e al non lavoro può esserci la mas­sima ten­sione al set­timo anno di crisi e con i disoc­cu­pati che aumen­tano ancora? Né lo fa per rico­no­scere di essere stato lui a incen­diare l’ultima guerra, deci­dendo di can­cel­lare le garan­zie dell’articolo 18 più di quanto abbiano mai ten­tato i peg­giori governi di destra. Lo fa per riba­dire la sua visione della moder­nità ita­liana, il suo cam­bio di verso: scon­tro è quando qual­cuno non è d’accordo con lui.
È qui che si risolve l’apparente con­trad­di­zione di un pre­si­dente del Con­si­glio che da un lato si pre­senta come il fon­da­tore del Par­tito Nazio­nale, il volen­te­roso capo de «l’Italia unica e indi­vi­si­bile di chi vuol bene ai pro­pri figli», e dall’altro non manca occa­sione di strap­pare, attac­care stormi di avver­sari «gufi», sco­prirli intenti in sor­didi com­plotti.
Dal suo lato della strada non si deve vedere il paese che è in fondo a tutti gli indici eco­no­mici e rie­sce ancora ad arre­trare in quelli di civiltà; die­tro di lui si rac­con­tano spe­ranza e fidu­cia. E poi c’è «qual­cuno che vuole lo scon­tro ver­bale e non sol­tanto ver­bale». Quel qual­cuno è nei fatti il suo mini­stro di poli­zia, ma non impor­tano più i fatti. Il rac­conto di un’Italia che sta tutta da una parte sola, la sua, si regge in piedi con il rac­conto dei nemici. Da circondare.
Ave­vamo già avuto un nar­ra­tore della pace sociale al clo­ro­for­mio, del par­tito degli ope­rai ma anche dei padroni. Oggi la ver­sione di Renzi è assai più aggres­siva di quella di Vel­troni, più cat­tiva e più chiusa a sini­stra. Risponde alle cri­ti­che con la bru­ta­lità della men­zo­gna: ieri ai con­fin­du­striali in estasi il pre­mier ha rac­con­tato di una legge elet­to­rale «pronta a essere votata» e di riforme costi­tu­zio­nali pra­ti­ca­mente già fatte. Un castello, un for­tino di carte che prima o poi crol­lerà. Meglio spin­gere per­ché crolli dal suo lato.

Ermeneutica e placebo

Mente & cervello 115 – luglio 2014

 

M&C_115_luglio_2014Lo ripeto spesso: l’antroposfera è inseparabile dalla zoosfera, dalla teosfera e dalla tecnosfera. Le indagini neurologiche e antropologiche mostrano con chiarezza che «quando un individuo manipola strumenti, questi divengono parte del suo corpo, o meglio, il cervello li codifica come se gli strumenti avessero un’esistenza equivalente a una qualsiasi parte del corpo». Questo vale anche per altre specie che utilizzano strumenti, come le scimmie, per le quali «il rastrello è assimilato all’immagine della mano. Il numero di neuroni che inizialmente codificava l’immagine si espandeva per incorporare anche il rastrello» (Atsushi Iriki, rispondendo ad Antonella Tramacenere, p. 98). Gli strumenti non sono mai neutri, una frase come ‘dipende dall’uso che se ne fa’ è perlomeno ingenua. L’uso dei videogiochi, dei cellulari, dei computer «sta avendo effetti profondi sul nostro cervello, sulla capacità di riutilizzo delle risorse neurali e probabilmente sulle nuove connessioni di aree sensoriali e motorie» (Id., p. 100). E tuttavia la modalità di funzionamento del cervello rimane profondamente analogica e non digitale poiché «il sistema nervoso degli animali non necessita, come i computer, di enorme rigore e capacità di elaborazione di grandi quantità di dati tutti in una volta, bensì deve essere in grado di adattarsi e imparare continuamente e con il minor dispendio di energia possibile. L’evoluzione ha selezionato macchine ottimizzate per interpretare e associare input esterni, percepiti anche in modo impreciso, e tradurli in schemi complessi plasmandosi di volta in volta sulla base delle esperienze acquisite» (M. Semiglia, p. 20).
Il milieu tecnico, naturale e culturale nel quale gli umani sono costantemente immersi li plasma infatti di continuo, li condiziona e nello stesso tempo li rende imprevedibili nel rispondere all’ambiente, alle sue condizioni, alle sue richieste. Interessantissima è, pure da questo punto di vista, l’esperienza di totale isolamento che si vive nella base antartica Concordia, ben più irraggiungibile e isolata -anche se può sembrare strano- rispetto alle astronavi che ruotano intorno al pianeta. Da febbraio a novembre, infatti, la temperatura raggiunge gli 80 gradi sotto lo zero e nessun mezzo di trasporto può raggiungere la base. Si tratta di una sfida che comporta rischi anche gravi e che in ogni caso cambia la vita di chi vi si sottopone, come viene raccontato in un coinvolgente articolo di Giorgio Di Bernardo (pp. 64-71).
Il corpomente a tutto si adatta, o cerca todo modo di farlo, perché tutto interpreta secondo i propri schemi, bisogni, aspirazioni. Una delle conferme più potenti di tale attitudine è l’effetto placebo, «ossia l’effetto terapeutico di sostanze inerti o procedure fasulle» (T. Gura, p. 90), la cui possibilità dipende dalla regolazione endogena della quale il corpomente è capace; una facoltà, questa, non soltanto chimica ma anche profondamente ermeneutica, consistendo nell’«abilità degli esseri umani di reinterpretare le situazioni» (Id., p. 94). Tra le più recenti acquisizioni riguardanti l’effetto placebo c’è l’importanza del medico. Se coloro che curano si mostrano coinvolti, interessati, attenti alla vicenda

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C’est Bleu

Scooter & Vicky Léandros – C’est Bleu
(2011)

«Dolce è l’amore / Dolce è la mia vita / La mia vita tra le tue braccia. / Blu è l’amore / Culla il mio cuore / Il mio cuore innamorato / Blu come il cielo / Che gioca nei tuoi occhi»…E così via in una famosa canzone romantica eseguita dalla bella Vicky Léandros. Ma che cosa diventa questo brano nella metamorfosi di uno dei più noti gruppi techno tedeschi? Diventa un détournement situazionista, diventa uno splendido ritmo, diventa grande divertimento, diventa l’autoironia di Vicky e degli Scooter che contaminano la distanza, distruggono la purezza, ibridano i generi. Léandros è greca e così ritorna alle fonti dionisiache della sua cultura.
Certo, è musica che va ballata prima che ascoltata ma propongo lo stesso uno dei brani techno che più amo in un video tra i più lievi.

 

Arte / Politica

Cildo Mereiles
A cura di João Fernandes
Museu de Arte Contemporânea de Serralves  – Porto
Sino al 26 gennaio 2014

Politica è l’arte di Cildo Meireles. Grandi installazioni e piccole composizioni testimoniano infatti «di che lagrime grondi e di che sangue» il dominio degli Stati Uniti d’America nello spazio e nel tempo.
Olvido (1987-1989) è una tenda indigena costruita con banconote di tutti i Paesi del continente americano su un terreno composto da tonnellate di ossa e circondato da un muro formato da quasi settantamila candele. Marulho (1991-1997) è la suggestiva ricostruzione di un pontile che dà su un mare fatto di libri, di volumi aperti su immagini di onde mentre il sonoro diffonde la parola acqua pronunciata in centinaia di lingue. Nós formigas (2007-2013) si trova all’esterno del museo: si tratta infatti di una gru che sostiene un enorme cubo di pietra sotto il quale può collocarsi il visitatore per vedere la faccia inferiore del cubo abitata da una colonia di termiti. Noi formiche di una società nella quale «le spectacle n’est pas un ensemble d’images, mais un rapport social entre des personnes, médiatisé par des images» (‘lo spettacolo non è un insieme di immagini ma una relazione sociale tra persone, mediatizzata dalle immagini’, Debord, La Société du Spectacle, Gallimard 1992, prop. 4, p. 16).
E molte altre invenzioni nelle quali si entra come in un gioco, con cui si interagisce divertiti, sulle quali si riflette mentre si sta dentro la creazione artistica e i suoi significati politici.

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