Dance Me to the End of Love
di Leonard Cohen
(da Various Positions, 1984)
«Dance me to your beauty with a burning violin / Dance me through the panic ’til I’m gathered safely in / Lift me like an olive branch and be my homeward dove / Dance me to the end of love […] Dance me to the wedding now, dance me on and on / Dance me very tenderly and dance me very long»
Una danza malinconica e tenace. Cohen afferma di averla pensata anche in relazione ai campi di sterminio ma l’importante è che si tratta di parole e di ritmi capaci di esprimere tutto il desiderio degli amanti di giungere ai limiti del loro sentimento, di esplorare lo spazio e il tempo come un riverbero di energia nel quale finalmente congiungersi. È il vino di cui parla il mistico fiammingo Ruysbroeck, un vino che inebria al solo nome.