Skip to content


Staatsgewalt / Ausschuß

Un’altra clamorosa e gravissima conferma del miserabile stato dell’informazione -e quindi del potere- in Italia.

==========
Il monarca capriccioso
di Antonio Padellaro

Il vero problema di Giorgio Napolitano sono i giornali. Quelli (quasi tutti) che lo incensano da mane a sera, sempre pronti a mettere il violino automatico qualsiasi banalità scaturisca dalle auguste meningi, ma così abbagliati dal verbo del Colle da non vedere l’enormità di certe affermazioni dell’anziano presidente bis.
Lunedì 3 giugno infatti (quasi) tutta la stampa italiana ha scolpito sulle prime pagine la frase sul “governo a termine” pronunciata dal supremo monitore nei giardini del Quirinale.
Si trattava evidentemente di uno sconfinamento del tutto arbitrario del capo dello Stato dalle sue funzioni, ma (quasi) nessuno obiettò qualcosa, poiché – grazie ai giureconsulti di palazzo che tutto ingoiano in cambio di un gettone di presenza in qualche commissione – la Costituzione, come dice Camilleri, è bella che andata in vacca.
Tra le forze parlamentari ha reagito soltanto Grillo, chiedendo a che titolo Napolitano possa fissare un limite temporale al governo Letta, trattato come uno yogurt
, ma la cosa è stata liquidata come la solita mattana dell’ex comico.
Il Fatto, però, non è stato zitto e ha chiesto il parere autorevole di Barbara Spinelli che, alla domanda di Silvia Truzzi sulla data di scadenza del governo (“una cosa mai vista”), ha risposto che Napolitano ha “forzato” la Carta e che ormai “il presidenzialismo c’è già”.
A questo punto, tre giorni dopo i titoli dei quotidiani mai smentiti, si sveglia il Quirinale, dice che si continua ad “accreditare il ridicolo falso di un termine posto dal Presidente alla durata dell’attuale governo” e, udite udite, se la prende con la domanda della giornalista del Fatto, non avendo neppure il coraggio di contestare la risposta della Spinelli.
C’è poco da aggiungere. Che Napolitano si comporti come un monarca capriccioso non può sorprendere, visto che il governo delle larghe intese lo ha inventato lui miracolando Pd e Pdl che alle ultime elezioni hanno perso insieme dieci milioni di voti.
Idem per (quasi) tutta la stampa italiana che, a furia di sviolinate ai potenti, in cinque anni ha perso un milione di copie e svariati milioni di lettori e ora, col cappello in mano, elemosina nuovi contributi e incentivi.

il Fatto Quotidiano, 7 giugno 2013

P.S. Titolo di ieri sul sito del Corriere della Sera (che lunedì come gli altri aveva annunciato il governo a termine): “Il Quirinale smentisce il Fatto”. Più chiaro di così.
==========

Non ho molto da aggiungere alle parole di Padellaro, se non un caldo invito a leggere l’intervista a Barbara Spinelli e la constatazione che quanto entrambi dicono sulla presidenza della repubblica italiana e sul parlamento ridotto a un insieme di domestici del «Monarca capriccioso» conferma ancora una volta ciò che Marx ed Engels scrissero nel Manifesto del 1848 a proposito dello stato moderno: «Die moderne Staatsgewalt ist nur ein Ausschuß, der die gemeinschaftlichen Geschäfte der ganzen Bourgeoisklasse verwaltet». In Italia questo “comitato che amministra gli affari comuni dell’intera classe borghese” è diventato il comitato che gestisce gli affari delle innumerevoli e agguerrite bande di delinquenti che stanno derubando la ricchezza della nazione. Peccato che la presidente della Camera dei deputati -la quale immagino conosca quel testo- e altri “comunisti” non se lo ricordino quando si mostrano scandalizzati da parole come queste: «Il Parlamento, luogo centrale della nostra democrazia, è stato spossessato dal suo ruolo di voce dei cittadini. Emette sussurri, rantoli, gemiti come un corpo in agonia che sono raccolti da volenterosi giornalisti per il gossip quotidiano. […] A che serve questo Parlamento? A cosa servono le elezioni? Il Parlamento è incostituzionale in quanto il Porcellum è incostituzionale e ora pretende di cambiare la Costituzione su dettatura del pdl e del pdmenoelle? Follia. Il Parlamento potrebbe chiudere domani, nessuno se accorgerebbe. È un simulacro, un monumento ai caduti, la tomba maleodorante della Seconda Repubblica».

Ultima cosa: il livello anche etico della persona di Napolitano è mostrato dal fatto che non ha avuto -appunto- nemmeno il coraggio di attaccare Barbara Spinelli ma soltanto chi le poneva le domande. È stata Spinelli, infatti, ad affermare che «l’urgenza, in Italia, sono i partiti totalmente inaffidabili e moralmente devastati; e la politica rintanata in oligarchie chiuse, che nemmeno ascoltano il responso delle urne. […] Grillo ha perfettamente ragione: dove sta scritto che il presidente determina in anticipo, ignorando le Camere, la durata dei governi? […] Inoltre abbiamo un presidente della Repubblica-presidente del Consiglio che gode di privilegi extra-ordinari , che nessun premier può avere. Tanto più perniciosa diventa la storia delle telefonate tra Colle e Mancino sul processo Stato-mafia. Esiste dunque un potere che ha speciali prerogative e immunità, senza essere controllabile. La democrazia è governo e controllo. Perché Grillo dà fastidio? Perché è sul controllo che insiste».

Lettera a Pier Luigi Bersani

Caro Bersani,
visto che moltissimi non elettori del Movimento 5 Stelle si rivolgono a Grillo e ai deputati di quel partito per chiedere -o implorare- che compia queste o quelle scelte politiche, io mi permetto di rivolgermi a lei anche se non sono un elettore del Partito Democratico ma, appunto, del M5S.
Per il bene dunque dell’Italia in un frangente così rischioso e difficile, le chiedo:

  • di accettare di formare e di sostenere un governo guidato da una personalità indicata dal M5S;
  • di trovare tutti i possibili punti d’intesa tra il programma del suo partito e quello del Movimento;
  • di impegnarsi nella riduzione drastica dei costi della politica che gravano sulla finanza pubblica, cioè su tutti i cittadini, rifiutando sin d’ora per il suo partito il cosiddetto “rimborso delle spese elettorali”;
  • di cancellare l’enorme spreco di danaro pubblico costituito dall’acquisto dei cacciabombardieri F35 e dai lavori per il Treno ad Alta Velocità;
  • di destinare quanto così risparmiato alla scuola pubblica, alla sanità pubblica, alla ricerca;
  • di riferire alla magistratura tutto quello che sa sul gravissimo scandalo finanziario che ha riguardato il Monte dei Paschi di Siena;
  • di restituire legalità alla vita parlamentare esprimendosi nella Giunta elettorale del Senato per l’ineleggibilità del concessionario Silvio Berlusconi;
  • di ritirare l’esercito italiano dai paesi del Vicino Oriente nei quali è impegnato per scopi che contrastano con l’articolo 11 della nostra Costituzione – «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»- e che costituiscono un ulteriore e inaccettabile spreco di danaro pubblico.

Purtroppo su nessuno dei sei problemi concreti che ho indicato (finanziamento ai partiti; cacciabombardieri; TAV; Monte dei Paschi; ineleggibilità del senatore Berlusconi; missioni militari) ho sentito da lei e dal suo partito una minima apertura al confronto con il M5S. Comprende bene che, alla luce di questo pervicace rifiuto, il Movimento non può che respingere la richiesta di favorire la nascita di un governo da lei diretto, governo che risulterebbe inadeguato rispetto alle esigenze del Paese.
Sono pressoché certo che di fronte invece a delle scelte coraggiose, innovative ma normali per qualunque Paese civile, il Movimento 5 Stelle accetterà di costituire un esecutivo “di alto profilo” che governi l’Italia per l’intera legislatura liberandoci dai miasmi del passato e iniziando a operare per il superamento della congiuntura finanziaria -per quanto dipende dal nostro Paese- e garantendo così una maggiore eguaglianza economica e giuridica tra i cittadini italiani, secondo il dettato della Costituzione repubblicana.

La ringrazio e la saluto cordialmente,
Alberto Giovanni Biuso

Un'etimologia

Con enorme ritardo, immensi danni economici e antropologici, dovendo ormai subire l’l’universale disprezzo di altri popoli e governi, gli italiani stanno finalmente vedendo che a mezzogiorno il Sole sta nel cielo, che sono governati da un malato incapace, paranoico e corruttore. Fino a quando lo si sopporterà, lui e la sua ramificata banda di ladri e di ruffiani? Fino a quando sarà così totalmente ignorato l’articolo 54 della Costituzione repubblicana: «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore»?
Tutto questo era forse implicito nella nascita dell’entità che ha portato l’Italia dentro l’abisso, era implicito sin dal suo nome, come mi segnala Gabriele Felice:
«Caro prof.,
spulciando appunti del liceo ho trovato l’etimologia di berlusconi: scrive Decio Cinti: “berlusco: dal latino bisluscus o biluscus (due volte losco), voce antiquata che vale losco o guercio“. E poi dicono che studiare latino è inutile  🙂
Ho cercato anche su internet e la voce è confermata da parecchi siti».
La voce si trova nel Dizionario delle parole difficili (Sonzogno, Milano 1940)

 

Bombe e baci

«Silvio Berlusconi ha chiamato il presidente americano Barack Obama per comunicargli il suo sì ad azioni aeree mirate in Libia» (la Repubblica, 25.4.2011). Che uomo è uno che prima bacia la mano a Gheddafi e poi lo  bombarda?
«L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» (Costituzione della Repubblica italiana, art. 11). Che opposizione “di sinistra” è quella che probabilmente voterà con il partito di Berlusconi a favore di una guerra di aggressione? Salvando in questo modo un governo immondo e calpestando la Costituzione?
Le motivazioni della guerra anglo-francese e statunitense contro la Libia sono il petrolio e «200 miliardi di dollari di fondi sovrani». Partecipando a tale aggressione, l’Italia conferma la propria miseria politica, diplomatica, economica. La menzogna della “guerra umanitaria” dà ancora una volta ragione a George Orwell, ai princìpi del Grande Fratello: «La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza» (1984, Mondadori 1998, p. 8).

La II guerra di Libia

Sulla propria pagina di Facebook Giusy Randazzo ha pubblicato una riflessione che condivido pienamente:
«…La brutalità di Gheddafi deve essere fermata. L’attacco è necessario per difendere i civili… Lo dicono i buoni che agiscono con sottomarini e navi che sparano fiori. Il portavoce del governo libico sostiene che il regime ha accettato la Risoluzione del ’73 e ha rispettato il cessate il fuoco ma le nazioni unite e la società internazionale anziché inviare degli osservatori per verificare i fatti hanno cominciato ad attaccare il paese con grave danno anche per la popolazione civile. Sicuramente mente. Ci conviene pensarlo.
Comunque –tranquilli- sb ha detto che noi non abbiamo nulla da temere perché la Libia non possiede armamenti in grado di raggiungere l’Italia. A Lockerbie infatti Gheddafi, non avendo missili, aveva lanciato un aereo di linea esploso in volo grazie alle bombe piazzate dal dittatore (1988- 270 morti). Lo stesso dittatore a cui l’anno scorso sb aveva baciato le mani, dichiarando amicizia e alleanza».
Un secondo testo assai lucido che invito a leggere è di Massimo Fini, il quale ha proposto insieme ad altri una petizione contro questo ennesimo, ipocrita e pericolosissimo vulnus inferto al diritto internazionale e alla pace, per ragioni ancora una volta economiche e colonialiste.
La Germania dà una lezione di autonomia dal potere anglosassone (il vero male della contemporaneità, come Carl Schmitt ha dimostrato) rifiutandosi di esser complice di un’impresa che il suo ministro degli esteri Westerwelle ha giustamente definito «avventurista». L’Italia dà invece ancora una volta prova della propria viltà e subordinazione all’imperialismo statunitense e ai suoi interessi, calpestando l’articolo 11 della Costituzione -«L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Gli italiani confermano la loro stoltezza, applaudendo quasi tutti -Pdl e Pd a braccetto- a un vero e proprio suicidio politico e diplomatico. Non è da escludere che qualche missile libico arrivi in Sicilia, la prima terra europea a portata di mano di Gheddafi, l’uomo che lo scorso anno Berlusconi ha ospitato trattandolo da re e al quale, come ricordato da GR, ha persino baciato le mani. Almeno questo Giolitti -nella I guerra di Libia- non lo aveva fatto.

[Aggiungo -26 marzo 2011- il pdf, inviatomi da Dario Sammartino, di una pagina dedicata alla I guerra di Libia da Carlo Fruttero e Massimo Gramellini nel loro libro La Patria, bene o male, Mondadori 2010, pp. 119-120. Invito i lettori a cogliere le analogie con gli eventi accaduti un secolo fa].

Vai alla barra degli strumenti