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Warburg

L’«antico» come dispositivo psichico collettivo
il manifesto
5 gennaio 2023
pagina 11

Il contributo di Aby Warburg alla cultura contemporanea e alla comprensione dell’antico consiste prima di tutto nell’avere infranto ogni barriera accademica e ogni confine disciplinare, aprendo il sapere a sentieri intricati e interrotti ma fecondi, capaci di condurre nel cuore della grecità e nel nucleo del presente attraverso non soltanto libri, analisi, saggi e conferenze ma con l’invenzione di una Biblioteca dalla struttura e dalle intenzioni completamente inedite, una vera e propria «macchina per studiare».
Forse per ragioni di spazio l’articolo uscito sul manifesto manca delle poche righe conclusive, che trascrivo qui:
E in questo modo [Warburg] ha reso plurali il Classico, il Rinascimento, i Greci, gli europei, ha moltiplicato il dionisiaco nei saperi e nel tempo. Warburg è diventato ciò che studiava. E questo rappresenta il culmine della conoscenza.

II Convegno della Società Italiana di Filosofia Teoretica

Da giovedì 14 a sabato 16 ottobre 2021 si svolgerà a Napoli il Secondo Convegno della Società Italiana di Filosofia Teoretica. I filosofi italiani discuteranno di Natura e Tecnica, con la partecipazione di giovani studiosi selezionati negli scorsi mesi. Faccio parte del Comitato scientifico del Convegno e coordinerò una delle sessioni previste nella mattinata di giorno 15. Nel pomeriggio del 14 Andrea Pace Giannotta, dottore di ricerca e collaboratore della cattedra di teoretica al Disum, parlerà di «corpo funzionale e corpo senziente».
Questa la presentazione del Convegno sul sito della SiFiT:

«La domanda circa la relazione tra Tecnica e Natura accompagna la storia del pensiero filosofico e scientifico sin dai suoi inizi: dalle cosmogonie arcaiche all’invenzione della logica, dalla canonizzazione della geometria all’ideale umanistico dell’educazione, dalle arti magiche alle scienze sperimentali, in epoche e modi diversi si è ripresentata la medesima questione, al fine di comprendere non tanto quel che spettava all’una o all’altra, ma quanto dell’una c’era nell’altra.

Nondimeno è però nella filosofia contemporanea che quell’interrogativo si è fatto più urgente e radicale, in ragione di un contesto nel quale le tecnologie sono divenute più pervasive e capaci di creare effetti su scala macroscopica e microscopica, modificando le relazioni e i ruoli sociali, le esperienze del dolore, del piacere e della malattia, la percezione e l’attenzione, i linguaggi, le distanze e gli spazi, gli uomini e il mondo.

Per queste ragioni, perché antica e attuale come è la domanda sulla relazione tra Tecnica e Natura rappresenta forse la questione eponima della filosofia, la Sifit ha deciso di dedicare a questi temi il suo II Convegno».

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