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Stefano Piazzese su Chronos

Stefano Piazzese
Recensione a Chronos. Scritti di storia della filosofia 
in InCircolo. Rivista di filosofia e culture
Numero 15 – Giugno 2023
Pagine 179-184

In questa recensione/saggio Stefano Piazzese discute soprattutto della prima e della terza parte del libro, dei Greci dunque e di Nietzsche.
«Un frammento orfico afferma che Tempo, Χρόνος, è l’unico principio di tutte le cose. Da esso scaturiscono Etere e l’enorme voragine sconfinata e indeterminata: qui l’origine di tutti gli dèi secondo processione limitata e illimitata. In Chronos. Scritti di storia della filosofia l’autore ripercorre i propri sentieri speculativi a partire dal principio di tutte le cose, il Tempo, esplorando diversi itinerari, ambiti filosofici, intesi come tentativi che l’uomo, nel corso della storia, ha edificato una volta “fuoriuscito” dal grande baratro, dalla grande voragine dell’indeterminazione, prendendo forma, diventando un ente finito. Se la finitezza dell’ente-uomo comporta il tentativo necessario di affrontare l’immenso baratro del caos dove, stando sempre al frammento citato all’inizio, non vi è alcun limite, ma solo oscurità ininterrotta, la filosofia è la più alta e ambiziosa espressione di questo tentativo.
L’itinerario teoretico di Biuso ha nel fondamento il proprio inizio crono-logico: la tragedia eschilea, ovvero parola filosofica pronunciata in versi a partire dalla quale viene sviluppata la prospettiva storica del libro. Si tratta, infatti, di scritti di storia della filosofia poiché bisogna “fare della storia la vibrazione delle vite individuali e di queste vite il senso stesso dell’accadere storico” (p. 31)».

Sarah Dierna su Chronos

Sarah Dierna
Recensione a:
Chronos. Scritti di storia della filosofia 
in Discipline Filosofiche
8 maggio 2023

«Come storia il libro si articola in sei parti, a ciascuna delle quali corrisponde un periodo storico determinato o uno specifico pensatore nonché la trattazione ordinata e rigorosa delle sue opere; come sistema Chronos è, sì, una storia della filosofia ma “nell’atto del filosofare” e cioè non “scolastica compiutezza enciclopedica delle sue parti” ma “logica sistematicità dei concetti in cui essa si realizza” (G. Gentile, Teoria generale dello spirito come atto puro, in Id., L’attualismo, Bompiani, Milano 2014, p. 267). […]
Le questioni sono quelle che riguardano l’essere, la verità e il tempo, il percorso ermeneutico è quello che procedendo da Eschilo a Nietzsche, da Plotino a Severino, da Leopardi a Mazzarella, da Machiavelli a Heidegger, dalla metafisica greca a quelle contemporanee, attraverso metafisiche analitiche e plurali, mostra e conferma prima di tutto e al di là di tutto la necessità e la perennità della metafisica – così Biuso intitola gli ultimi due paragrafi del saggio conclusivo, che possono fungere da premessa e conclusione dell’intero libro – non come dimenticanza della differenza ontologica, non come fatto linguistico, non come mera rappresentazione di ciò che appare, non come discorso sull’ente, ma come “domandare che cerca le ragioni perenni del contingente” e in questo domandare e cercare comprende “l’ininterrotto eventuarsi in cui mondo, materia e umanità consistono” (p. 386). […]
Rispetto a questi dualismi, nella prospettiva dell’autore sacra/divina è soltanto la materia che è ciò che deve essere, in essa non c’è bene e non c’è male, non si dà giustizia né ingiustizia; il soggetto si dissolve alla stessa maniera con cui si trasfigura l’identità di Nietzsche nei Wahnbriefe che secondo Biuso si inscrivono pienamente – non dunque come segno di follia – nel pensare del filosofo inattuale; l’anima/mente individua soltanto il modo di chiamare la materia autoconsapevole di sé e il finalismo che illude così tanto la specie umana su un progresso verso il meglio si risolve invece nella necessità del tempo e della materia, l’accettazione della quale è detta amor fati: […] Riconciliarsi dunque con il proprio tempo finito rispetto all’infinito durare della materia».

Medea, la maga

Teatro Greco – Siracusa
Medea
di Euripide
Traduzione di Massimo Fusillo
Scene di Marco Rossi
Costumi di Giovanna Buzzi
Con: Laura Marinoni (Medea), Alessandro Averone (Giasone), Debora Zuin (nutrice), Francesca Giochetti (prima corifea), Roberto Latini (Creonte), Luigi Tabita (Egeo)
Regia di Federico Tiezzi
Sino al 24 giugno 2023

È un male per gli umani l’amore. Questa verità antica e discussa viene enunciata da Medea, che non parla di sé soltanto ma degli effetti universali e spesso nefasti che un sentimento di possesso così esclusivo comporta e produce. Medea è una maga dei veleni e del linguaggio. Sa porsi a un livello dialettico assai alto nel confronto retorico con Giasone durante il quale i due sposi cercano di sovrastare l’uno le ragioni dell’altro con le proprie. E sono ragioni tutte razionali, ragioni tutte etiche. Anche questo fa la grandezza del filosofo/drammaturgo Euripide: aver reso inestricabile nei suoi testi la mescolanza tra il più raffinato ragionare e la più estrema violenza fisica, in una guerra dialettica e materica che soltanto nei Greci ha potuto giungere a unità.
Mentre i moderni hanno separato del tutto la razionalità diventata cartesiana e il sentimento diventato romantico, in Euripide si tratta di due aspetti della stessa struttura, di due modi d’essere che transitano senza posa l’uno nell’altro e che non costituiscono dunque – come vorrebbe Nietzsche – la fine della tragedia ma forse, al contrario, il suo più splendente e oggettivo inveramento.
«Selvaggia, totale, cieca e illuminata, feroce, sapiente delle passioni. […] Questo è Medea. Intrisa di un sentimento potente, la vendetta. Medea è tale passione fatta carne, intelligenza, azione. Fatta gioia» (Chronos. Scritti di storia della filosofia, p. 51).
Una gioia tanto sicura quanto inquieta, tanto incerta quanto alla fine solare mentre sul carro celeste che la porta verso Atene Medea rivolge all’annichilito Giasone, al quale ha ucciso i due figli con lui generati, parole di saggezza e di disprezzo:
«Alle tue parole potrei certo opporre lunghe repliche, se il padre Zeus non sapesse sia quello che avesti da me, sia quello che m’hai fatto tu. Non potevo permettere che tu, spregiato il letto mio, te la godessi allegramente, facendoti beffe di me, né che la tua sposa regale e Creonte, che a te la diede in moglie, mi cacciassero via da questa terra impunemente. Dopo questo dì pure, se vuoi, che sono una leonessa o la Scilla che sta lungo il Tirreno: in ogni caso t’ho colpito al cuore (τῆς σῆς γὰρ ὡς χρῆν καρδίας ἀνθηψάμην)» (v. 1360, trad. di Filippo Maria Pontani).
E al cuore da millenni vengono colpiti anche gli spettatori e i lettori di questa vicenda estrema, alla quale la traduzione di Massimo Fusillo offre un linguaggio immerso nella contemporaneità e ricco di riferimenti anche impliciti; Conrad ad esempio, che in Hearth of Darkness così descrive un’altra estrema forza umana e materica: «His stare […] was wide enough to embrace the whole universe, piercing enough to penetrate all the hearts that beat in the darkness. He had summed up -he had judged. “The horror!”»  (Dover Publications, New York 1990, p. 65) .
Non è casuale o frutto soltanto di scarsa educazione teatrale se in occasione di questa rappresentazione siracusana da un certo momento in poi gli spettatori, per lo più folle di studenti medi e liceali, abbiano cominciato ad applaudire quasi a ogni discorso dei personaggi. Era anche un tentativo (inconsapevole, ovviamente) di neutralizzare con la banalità e la familiarità dell’applauso l’orrore al quale stavano assistendo.

Enrico Palma su Chronos

Enrico Palma
Filosofia come temporalità compresa e come scrittura
Recensione a Chronos. Scritti di storia della filosofia 

in Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee
4 maggio 2023
pagine 1-6

«Libri di questo genere manifestano anche la passione, la dedizione, la tenacia del filosofo immerso nella tradizione da cui, per poter essere pienamente rispettata, si deve emergere in modo diverso: un rimbalzo, se vogliamo anche ermeneutico, tra il lettore e la tradizione, tra il presente e la storia, che consente di generare un pensiero nuovo, dotato di dignità e di esistenza autonoma, che non si appiattisce sul passato ma lo rilancia nel cammino del pensiero che andando indietro ritrova sempre nuova freschezza dall’energia dello studio e della riflessione attuali»

Chronos

CHRONOS
Scritti di storia della filosofia
Mimesis Editore, Milano-Udine 2023
«Percorsi di confine, 34»
Pagine 416
€ 32,00

Risvolto di copertina
«Un percorso nella storia della filosofia volto a indicare la perennità delle questioni metafisiche – l’essere, la verità, il tempo – e la loro fecondità per il presente e per il futuro. A mostrarlo è un itinerario in sei momenti che vanno dal pensiero greco al XXI secolo, con una particolare attenzione a Nietzsche e a Heidegger e con indagini rivolte a Eschilo, Euripide, Platone, Lucrezio, Plotino, Machiavelli, Spinoza, Rousseau, Leopardi, Gentile, Husserl, Gehlen, Canetti, Arendt, Marcuse, Ricoeur, Derrida, Mazzarella.
Indagini nelle quali si delinea la struttura temporale del mondo e della filosofia che tenta di comprenderlo. Chronos è la potenza che rende possibile l’emergere della molteplicità dalla stabilità e unicità dell’essere. Gli enti possono essere soltanto differenza che si separa dall’intero ma che lo manifesta in ogni istante, gli enti possono essere soltanto flusso che sta e che si trasforma, possono essere soltanto tempo, nella complessità, identità e differenza di αἰών, καιρός, χρόνος»

Scheda sul sito dell’editore


INDICE


I I Greci

1 Mai avvennero e sempre sono. Sul politeismo

2 Eschilo, il fondamento

3 Il Sacro in Euripide

4 Platone, la filosofia

5 Platone e Nietzsche, due atleti

6 Lucrezio

7 Plotino

 

II I Moderni

1 Libertà e animalità in Niccolò Machiavelli

2 Necessità e tempo nella metafisica di Spinoza

3 Emilio e la pedagogia del Novecento

4 La filosofia di Giacomo Leopardi

 

III Nietzsche

1 Le vite di Nietzsche

2 Abbiamo l’arte per non naufragare nella verità. Sull’estetica dionisiaca di Nietzsche

3 Amor fati e Amor dei intellectualis. Sull’incontro Nietzsche–Spinoza

4 Impazzire di gioia. Su Nietzsche e i suoi Wahnbriefe

5 La Grande Salute di Nietzsche

6 Colli e Montinari lettori di Nietzsche

 

IV Heidegger

1 Heidegger, la fenomenologia, il tempo

2 Heidegger e Sofocle: una metafisica dell’apparenza

3 Platone a Colmar

4 Heidegger e il Sacro

5 Identità e differenze temporali: su Heidegger e Ricoeur

6 Siamo già sempre una differenza animale: Derrida e Heidegger

7 Metafisica del Dasein in Eugenio Mazzarella e Martin Heidegger (con Enrico Moncado)

 

V Il Novecento

 1 Scritture filosofiche del Novecento

2 Giovanni Gentile

3 La fenomenologia come ontologia del tempo

4 Arnold Gehlen, natura e istituzioni

5 Hannah Arendt, una donna contro il totalitarismo

6 Elias Canetti, il nemico della morte

7 Potenza e limiti della Teoria critica

 

VI Il XXI secolo

1 Quid est veritas? Ermeneutica e prospettivismo

2 Nichilismo e Differenza: un dialogo su Severino

3 Introduzione alla filosofia di Eugenio Mazzarella

4 Toccare l’ineffabile. La poesia di Eugenio Mazzarella

5 Metafisiche contemporanee

 

Indicazioni bibliografiche 

Indice dei nomi

Nota al testo

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RECENSIONI

Pio Colonnello
Tra αἰών e καιρός
Rileggendo
Chronos 
di Alberto Giovanni Biuso
in Vita pensata
n. 30, maggio 2024
pagine 24-29

Angelica Rocca
Esercizi di decentramento
in Fata Morgana
11 dicembre 2023
Pagine 1-4

Stefano Piazzese
in InCircolo. Rivista di filosofia e culture
Numero 15 – Giugno 2023
Pagine 179-184

Sarah Dierna
in Discipline Filosofiche
8 maggio 2023

Enrico Palma
Filosofia come temporalità compresa e come scrittura
in Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee
4 maggio 2023
pagine 1-6

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