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Sindacalisti

La Syndacaliste
(titolo italiano: La verità secondo Maureen K.)
di Jean-Paul Salomé
Francia, 2022
Con: Isabelle Huppert (Maureen Kearney), Grégory Gadebois (Gilles Hugo), Marina Foïs (Anne Lauvergeon)
Trailer del film

Mantenere il titolo originale, molto più espressivo, avrebbe significato secondo i distributori italiani perdere spettatori e incassi. E probabilmente è vero, visto che cosa da molto tempo sono diventati la CGIL, la CISL e la UIL in Italia, consorterie al servizio dei sindacalisti stessi e dei partiti, non del mondo del lavoro.
Non così la sindacalista Maureen Kearney, che esiste davvero, è viva e ha subìto ciò che il film racconta. Lavoratrice e rappresentante dei lavoratori della Areva, azienda francese che si occupa dell’energia nucleare, viene aggredita e violentata nella propria casa il 17 dicembre 2012, il giorno nel quale avrebbe dovuto incontrare il presidente della Repubblica francese per fare con lui un ultimo tentativo di bloccare il passaggio dell’azienda e della tecnologia nucleare francese alla Cina. Un accordo tenuto segreto dai vertici di Areva e che avrebbe comportato, come di fatto comportò, il licenziamento di decine di migliaia di operai francesi. Quando la combattiva Kearney venne a conoscenza di questo accordo fece di tutto per bloccarlo ma la criminalità politico-finanziaria bloccò lei portandola persino in tribunale con l’accusa di essersi inventata l’aggressione, ottenendo due sentenze dal contenuto opposto e subendo in ogni caso tutta la forza stritolante delle autorità giudiziarie e industriali poste al servizio della criminalità finanziaria.
Il film racconta questa vicenda in modo didascalico ma coinvolgente soprattutto per l’energia, la credibilità, la consueta complessità che Isabelle Huppert sa offrire al suo personaggio. Un film che mostra in modo assai chiaro (proprio perché anche ‘popolare’) due evidenze:
-La prima è il condizionamento politico-finanziario che inquirenti, poliziotti, magistrati subiscono nelle loro attività, la cui ‘autonomia al servizio dei cittadini’ è in gran parte una formula vuota, volta a nascondere una realtà spesso indicibile; e questo vale per la Francia come per l’Italia.
-La seconda è la tragedia costituita dalla cosiddetta globalizzazione, vale a dire la fine di ogni possibilità di controllo sociale sui flussi finanziari, sugli investimenti economici, sui diritti dei lavoratori, sulle scelte strategiche di un singolo Paese e comunità. Tutto cancellato e sostituito da decisori anonimi, da nessuno eletti e che rispondono alla sola logica di un profitto che sta erodendo la vita collettiva.
Qui sotto un’immagine che raffigura uno dei massimi esponenti della globalizzazione, Mario Draghi, e Maurizio Landini, segretario generale del maggior sindacato concertativo italiano, la CGIL.

Mario Draghi e Maurizio Landini, CGIL

Maxinnovatori

Ho ricevuto una mail che racconta come «all’ITSOS di Cernusco S/N (MI) sia passato l’anticipo del riordino degli istituti tecnici anche con i voti di iscritti FLC CGIL. Il silenzio della Segreteria FLC CGIL lombarda e di quella milanese è assolutamente assordante.
87 a 64, con 7 o 8 astenuti, così e finita oggi all’ITSOS di Cernusco S/N (MI): il collegio dei docenti ha approvato l’anticipo del riordino degli istituti tecnici. La stessa cosa è accaduta qualche giorno fa all’ITCS Primo Levi di Bollate (MI). Nonostante le mozioni votate, gli scioperi fatti e le iniziative organizzate, le scuole d’eccellenza, i primi della classe hanno pensato di salvarsi e salvare la loro scuola, non la scuola pubblica, ma la loro scuola che è non è più pubblica, ma di fatto privata perché  di loro proprietà. È questo il risultato delle battaglie dello scorso autunno e non solo. Da questa vicenda di sicuro non ne escono sconfitti i 64 docenti che ci hanno creduto fino in fondo, ma chi prima ha proclamato la sua contrarietà a questa pseudo riforma e poi nei fatti non ha fatto altro che sostenerla.

Anche iscritti FLC CGIL hanno votato a favore, e non è cosa da poco. Diversi dirigenti delle scuole lombarde coinvolte nel progetto di anticipo del riordino dei tecnici sono iscritti FLC CGIL, e anche  questo non è cosa da poco. Il silenzio della Segreteria FLC CGIL lombarda e di quella milanese è assolutamente assordante. Qualche giorno fa ho posto delle domande, ma per il momento non c’è stata nessuna risposta. Cosa devo pensare? Cosa devono pensare tutti gli iscritti FLC CGIL che si battono quotidianamente contro la distruzione della scuola pubblica messa in atto dal Governo?»

Milano, 28 aprile 2009
Mario Piemontese

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Tutto questo -e in particolare il “silenzio” della CGIL- non mi sorprende affatto. Tanti anni fa, quasi all’inizio della mia attività di insegnante, ebbi la sfortuna di lavorare un anno in quell’istituto di Cernusco sul  Naviglio. Il peggior anno della mia carriera. Ma fu molto istruttivo. Non ho più visto nessuno di quella masnada e non so quali siano gli  attuali equilibri ma l’ITSOS Marie Curie (una scuola molto grande) è stato gestito sin dalla sua fondazione da un comitato (informale, ovviamente) composto da esponenti di Comunione e Liberazione e della CGIL. Andavano d’amore e d’accordo. Anche perché come Istituto “maxisperimentale” godeva di particolari privilegi, di ogni genere…

Ora quindi i maxinnovatori fanatici di allora confermano con coerenza la loro natura e sono i primi ad aderire allo smantellamento della scuola pubblica. Mi stupisce solo che ci siano stati così tanti oppositori al momento del voto. Si trattava, infatti, di una scuola dove regnava -e si pretendeva!- l’unanimità. Son passati dunque senza scossoni dal cattocomunismo a Berlusconi. Bravi.

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