Skip to content


Mongolia

Cascina Linterno – Milano
Urna
Ciclo «La musica dei cieli», 11 dicembre 2022

La Cascina Linterno si trova a due passi dalla mia casa milanese. Posso raggiungere a piedi un luogo immerso nei fontanili, nei prati, nelle ‘marcite’ lombarde. Un luogo che è probabile sia quello descritto da Francesco Petrarca in alcune sue lettere e abitato dal poeta durante l’estate negli anni da lui trascorsi a Milano (1353-1361).
Nella piccola chiesa della Cascina è risuonata la voce di Urna Chahar-Tugchi, dalla quale e attraverso la quale si percepisce la vastità delle steppe asiatiche, il tempo lento dei pastori e delle loro mandrie, l’energia dei cavalli – uno degli animali più perfetti che camminino sulla Terra -, il sorgere dei pianeti e la brillanza delle stelle, la calma e la potenza del tempo senza fine, senza umani, senza dolore. Soltanto una voce che scandisce, che si amplia, che diventa una cosa sola con lo spazio.
La più parte dei canti eseguiti da Urna sono quelli delle tradizioni mongole, altri sono stati composti da lei. Tutti trasmettono la musica di una civiltà.

Propongo l’ascolto di Hödööd:
Brano su Spotify
Brano su YouTube

Consiglio anche Haram gui, che sembra proprio una corsa di cavalli:
Spotify
YouTube

Eastwood, l’adolescente

Cry Macho
di Clint Eastwood
USA, 2021
Con: Clint Eastwood (Mike), Eduardo Minett (Rafa), Natalia Traven (Marta), Fernanda Urrejola (Leta), Dwight Yoakam (Howard Polk)
Trailer del film

Texas. Mike, un anziano ed eccellente vincitore di rodei e addestratore di cavalli viene licenziato dal suo capo perché ormai lontano dai fasti di un tempo. Un anno dopo, però, costui chiede al vecchio di varcare il confine con il Messico e portargli il figlio che ha avuto da una donna ricca e incapace di educare il ragazzo. Rafo, così si chiama il figlio, vive infatti in strada, con un gallo da combattimento a cui ha dato il nome di Macho. Convinto dai modi di Mike e dalla prospettiva di diventare proprietario di cavalli, Rafo segue il vecchio ma la madre si oppone, scatenando all’inseguimento sia i suoi ‘bravi’ sia la polizia. Accolti in uno sperduto borgo nel deserto, i due provano la gioia di una comunità che li accoglie ma è più prudente che proseguano il loro viaggio verso il confine, sempre in compagnia di Macho, che darà il suo contributo alla riuscita dell’impresa.
E infatti questo bel gallo nero sta in scena per quasi tutto il film come un attore provetto, tranquillo quando deve esserlo, aggressivo quando gli è richiesto. Un animale riservato, misurato e determinato. Esattamente come è stato Clint Eastwood nella sua lunga carriera. Così lunga che adesso, a 91 anni, può permettersi di recitare ancora e farlo in una favola odisseaca, nella quale il ritorno a casa è un tornare alle radici della solitudine, della lotta, dello spazio, dell’amicizia che consola gli umani del loro dolore.
Cry Macho è un film colmo di tenerezza. Un Eastwood forse minore rispetto all’epica di alcuni suoi capolavori antropologici (Gli spietati, ad esempio, o Gran Torino) ma che mostra con chiarezza i risultati di un disincanto non risentito verso l’umanità, mostra il desiderio che si prova del ritorno a un qualche grembo materno, pur sapendo che invece si deve andare verso l’ignoto.

Vai alla barra degli strumenti