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Catania, finalmente legale

Catania, la città dove lavoro, è uno dei luoghi più illegali d’Europa. Con le recenti amministrazioni guidate (si fa per dire) dal medico e farmacista personale di s.b. è ulteriormente precipitata nel caos, nella bruttura, nell’insicurezza, nel controllo mafioso. Ma questo solo sino al 30 ottobre 2009, quando all’alba le forze di polizia hanno restituito Catania alla legalità sgomberando con la violenza dei manganelli il centro sociale Experia, uno spazio occupato di via Plebiscito dedicato da anni al tentativo di riqualificazione sociale di uno dei quartieri più malavitosi della città.
Invito a vedere il filmato qui sotto e a leggere il testo scritto dalla Redazione di girodivite.it: Lo sgombero dell’Experia

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=PDxY-SGJ99w[/youtube]

Fuori dal mondo

Comincio a pensare che il non possedere un televisore mi stia mettendo davvero fuori dal mondo.
Mi arrivano, infatti, strane notizie di ministri delle finanze erreammosciati che propongono davanti a Vespa il 5 per 1000 per l’EMERGENZA terremoto e sembrano quindi ignorare che il 5 per 1000 viene versato DOPO ANNI ai suoi destinatari; notizie di vecchi maghi -Silvan- rimproverati in diretta perché pronunciano senza ossequio il nome del Supremo Bottegaio; notizie di ministri-sciacalli che scorrazzano tra le macerie del terremoto alla famelica ricerca di voti e di pubblicità; notizie di vignettisti -Vauro- ammoniti ed espulsi dalla RAI (Rete Adulatori Incalliti); notizie di inchieste giornalistiche -Report- che sono a rischio di sospensione anche perché dopo aver descritto che landa sia Catania (e quanto servi siano i suoi “intellettuali”) mostrano a tutti come facciano dei presidi scolastici condannati per latrocinio a continuare a dirigere le loro scuole e come nelle università domini il leggendario “familismo amorale” che mette in cattedra mogli, amanti, figli; notizie di telegiornalisti e quotidianisti i cui toni e contenuti fanno apparire, al confronto, le cronache ducesche dell’Istituto Luce delle espressioni quasi sobrie e democratiche; notizie di milioni di italiani che in tutto questo stanno a bocca aperta davanti a fattorie, grandi fratelli, xfactor; sigle inquietanti e oscure…
No, il mondo vero non è questo, l’Italia non può essersi ridotta a una merda simile, a questo incubo.

Castello Ursino – Federico II


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Le dodici sale visibili della sezione archeologica, il cortile interno, la struttura sobria e magnifica del Castello progettato da Riccardo da Lentini per Federico II costituiscono un emblema del pensiero pagano-esoterico di questo Imperatore. L’ottagono è la forma dominante, nel complesso e nelle singole parti, a scandire la perfezione del cosmo. Le raccolte vanno dall’età arcaica all’ellenismo e alla romanità. Tra gli oggetti esposti sono di particolare bellezza gli efebi, i bronzetti, le ceramiche attiche.
Ma visibile è solo una parte davvero troppo piccola delle opere di proprietà del Museo. La pinacoteca espone pochi quadri di soggetto cristiano -Niger e Ribera soprattutto- e due grandi dipinti del caravaggesco Matthias Stomer dedicati alla morte di Catone e a quella di Seneca.
Nonostante la trascurata gestione del luogo, il Castello di Federico rimane -insieme all’ex monastero dei Benedettini- l’edificio più prezioso di Catania.

COSTANTI del classico nell'arte del XX e XXI secolo

Catania – Palazzo Valle
Sino al 29 giugno 2009

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Splendida è la sede da poco inaugurata della Fondazione Puglisi Cosentino. Uno spazio sobrio e antico che con le sue grandi finestre, le luci, l’ampiezza dà rilievo alle opere che ospita, le quali sembrano respirare e intrattenere fra di loro una calma conversazione. La mostra di apertura, curata da Bruno Corà e allestita secondo i più avanzati criteri museografici, è impressionante per il numero e la qualità degli artisti del Novecento (e oltre) che è riuscita a far convergere in un solo luogo. Alcuni dei tanti nomi presenti: Beuys, Burri, de Chirico, Degas, Duchamp, Fontana, Giacometti, Kandinskij, Klein, Kounellis, Malevič, Manzoni, Mapplethorpe, Martini, Matisse, Melotti, Merz (Mario e Marisa), Messina, Mondrian, Moore, Morandi, Opalka, Parmiggiani, Picasso, Pistoletto, Arnaldo Pomodoro, Ray, Rosso, Rothko, Savinio, Sironi…

Un’antologia dell’arte contemporanea che non consiste, però, nella semplice somma di opere e di nomi ma sostanzia un percorso nel quale le “costanti” del titolo sono riferite non tanto e non solo al “classico” (qualunque cosa si intenda con questo termine) ma anche alla logica che sottende l’intera arte contemporanea e dunque il post-impressionismo. La rottura dell’armonia -simbolizzata perfettamente nelle sfere implose/esplose di Pomodoro e nei tagli di Fontana- produce in realtà nuove e perenni geometrie, equilibri continuamente reinventati, corpi plurimi, codici che riscrivono i segni dello spazio e del tempo, forme che acquistano la propria norma non da regole esterne ma dal senso stesso delle opere, cicli e vortici che si confrontano con la storia e col mito e però sono rivolti a nuove tensioni a rinnovati orientamenti. Emblematico il Microcosmo di Mattiacci, con un disco di ferro concavo nel quale convivono una miriade di piccole sfere mobili e una grande sfera al centro. Ma l’intera mostra sta sotto il segno del cerchio/sfera immobile e insieme cangiante, costante e in ogni istante rinnovato.

(Singolare è che il dépliant illustrativo della mostra non riporti l’indirizzo di Palazzo Valle -via Vittorio Emanuele 120- ma spero sia solo una distrazione…di gioventù).

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