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I libri di Chagall

Chagall. Love and Life
Castello Ursino – Catania
A cura di Ronit Sorek
Sino al 3 aprile 2016

Chagall. Sopra VitebskI mistici e materici spazi del Castello voluto da Federico II ospitano oli, gouaches, acquarelli di Chagall e soprattutto numerose litografie ideate per illustrare dei libri.
Ma Vie è un racconto autobiografico pensato quando l’artista era ancora giovane; First Encounter narra i primi incontri con Bella, futura moglie; Burning Lights descrive alcune cerimonie e feste ebraiche; From My Notebooks prosegue la narrazione autobiografica che costella l’intera esistenza di Chagall, di questo artista felice nonostante la tragedia della morte dell’ancora giovane Bella.
Una felicità che si esprime nella densità dei colori, negli spazi che si ampliano alla mente, nelle tradizioni ebraiche reinventate attraverso forme serene, nella presenza calda e protettiva degli altri animali, nella radice popolare e favolosa che in mostra è documentata dalle litografie pensate per le Favole di La Fontaine. La ridondanza della natura semplice, gentile e ovvia come la luna, i fiori, il desco, la preghiera, il cielo tra le case contadine, l’uomo volante, gli amanti. Molte figure appena tratteggiate e mai realistiche. La realtà così com’è appare forse a Chagall troppo seria, troppo vera, troppo importante, troppo nel bene o nel male.
L’allestimento e le opere trasmettono una sensazione di gaiezza e di lievità, come se vivendo si potesse, nonostante tutto, sorridere.

Picasso / Segni

Picasso e le sue passioni
Castello Ursino – Catania
A cura di Stefano Cecchetto e Dolores Durán Úcar
Sino al 28 giugno 2015

Duecento opere di Picasso. Soprattutto incisioni. Varie ceramiche -vasi e piatti- e alcuni oli. Tutte opere che si dipanano in mezzo ai segni greco-romani e medioevali del magnifico Castello voluto a Catania da Federico II.
picasso_baccanale_1955Tra questi antichi spazi emergono le tauromachie, dove la crudele e inaccettabile morte del toro si trasforma anch’essa in segno. Nel semplice e bellissimo Baccanale del 1955 vi è il segno mediterraneo: il mare, il verde, le colonne, il canto, la luce. I Vingt poèmes de Gongora sono il segno poetico. I segni delle ceramiche dipinte trasformano questi oggetti in enti semantici e non soltanto d’uso. Il più suggestivo è una brocca con fondo nero sul quale si staglia un Picador. picasso_picador_1952Il segno geometrico vive nella serie dedicata alla Carmen, incisioni senza sangue, senza passioni, senza amore, senza dolore, pura forma. Il segno figurativo è in cinque incisioni a colori di impianto neoclassico, tra realismo magico e puntillismo. Il segno politico domina nella Figura di donna ispirata alla Guerra di Spagna, non presente in mostra ma visibile in una installazione che ne spiega la forte valenza antifranchista, con questa «dama dal culo cristiano che getta delle monete ai soldati mori difenpicasso_Figura de mujer inspirada en la guerrasori della vergine». La mostruosità della figura umanoanimale -simbolo della nobiltà spagnola di fede cattolica che esulta per la vittoria del dittatore- è il segno atroce del potere.
Il segno, infine, della scrittura nella quale Picasso disse che «no, la pittura non è stata inventata per decorare appartamenti. Essa è un’arma di offesa e di difesa dal nemico».

Castello Ursino – Federico II


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Le dodici sale visibili della sezione archeologica, il cortile interno, la struttura sobria e magnifica del Castello progettato da Riccardo da Lentini per Federico II costituiscono un emblema del pensiero pagano-esoterico di questo Imperatore. L’ottagono è la forma dominante, nel complesso e nelle singole parti, a scandire la perfezione del cosmo. Le raccolte vanno dall’età arcaica all’ellenismo e alla romanità. Tra gli oggetti esposti sono di particolare bellezza gli efebi, i bronzetti, le ceramiche attiche.
Ma visibile è solo una parte davvero troppo piccola delle opere di proprietà del Museo. La pinacoteca espone pochi quadri di soggetto cristiano -Niger e Ribera soprattutto- e due grandi dipinti del caravaggesco Matthias Stomer dedicati alla morte di Catone e a quella di Seneca.
Nonostante la trascurata gestione del luogo, il Castello di Federico rimane -insieme all’ex monastero dei Benedettini- l’edificio più prezioso di Catania.

Hilde Margani-Escher. Omaggio a Federico II

Catania – Castello Ursino
Sino al 14 marzo 2009

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Quattro sale del prezioso e trascurato Castello sono dedicate a una mostra-installazione davvero particolare. Hilde Margani-Escher, infatti, incontra Federico II nel suo tempo arcaico, lontano, e ne ricrea la figura con le forme del presente, rendendolo nostro contemporaneo. L’impressione è analoga alla lettura straniante e insieme d’avanguardia che Pasolini ha operato sui racconti dei Greci.

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